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In Afghanistan chiuse anche le lezioni comunitarie sostenute dalle Nazioni Unite

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Ahmad Azizi, Amu Tv, 14 maggio 2025

Secondo le attiviste per i diritti delle donne, i talebani hanno chiuso i corsi di istruzione per ragazze nelle province di Logar e Paktika. Un’azione che, dicono, aggrava ulteriormente la crisi educativa del Paese e priva migliaia di ragazze del poco accesso che avevano alla scuola.

Il Movimento delle Lanterne delle Donne Afghane, guidato dall’attivista Hajar Azada, ha dichiarato in una nota che i Talebani hanno chiuso le scuole sostenute delle Nazioni Unite e dai suoi partner, tra cui l’UNICEF e il fondo Education Cannot Wait. I corsi, pensati per le ragazze oltre la sesta elementare in aree remote e svantaggiate, hanno svolto un ruolo fondamentale nel mantenere viva l’istruzione per le giovani donne nonostante i divieti scolastici più ampi.

“Queste chiusure non sono solo una palese violazione dei diritti umani, ma anche un crimine silenzioso contro il futuro dell’Afghanistan”, si legge nella dichiarazione. “I talebani temono la conoscenza e la consapevolezza delle donne”.

I corsi comunitari facevano parte di modelli educativi alternativi istituiti nelle aree rurali dove le scuole formali sono assenti o inaccessibili, soprattutto per le ragazze. I programmi permettevano alle studentesse di proseguire gli studi presso case locali o edifici comunitari con l’aiuto di istruttori qualificati e materiali di base.

Gli attivisti hanno condannato le chiusure e hanno esortato le Nazioni Unite e la comunità internazionale a intervenire. Hanno chiesto l’immediata riapertura delle aule chiuse e hanno proposto una serie di misure, tra cui una maggiore pressione politica sui talebani, garanzie di sicurezza per gli insegnanti e l’ampliamento di strategie educative alternative come l’apprendimento a distanza e le scuole clandestine.

Prima del ritorno al potere dei talebani nel 2021, le iniziative educative basate sulla comunità avevano iscritto oltre 49.000 ragazze in tutto il Paese. Ma da quando il gruppo ha imposto il divieto di scolarizzazione per le bambine oltre la sesta elementare, l’UNESCO stima che ad almeno 1,4 milioni di bambine sia stata negata direttamente l’istruzione, con un numero totale di ragazze fuori dalla scuola che ora si avvicina a 2,5 milioni.

Le chiusure a Logar e Paktika fanno parte di una più ampia repressione della partecipazione femminile alla vita pubblica. Gli attivisti affermano che i corsi comunitari rappresentavano una delle ultime vie di accesso all’istruzione per le ragazze e temono che anche questi spazi limitati stiano rapidamente scomparendo.

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