Corriere.it - Esteri, 21 novembre 2016.
Un kamikaze si fa esplodere durante una cerimonia: almeno 28 morti, tra questi donne e bambini. L'attacco più sanguinoso dopo quello di luglio rivendicato dall'Isis. I talebani: noi non c'entriamo.
L'attentatore è entrato in moschea e si è fatto esplodere lanciandosi contro un gruppo di sciiti che stavano partecipando a una cerimonia. Un boato assordante e brandelli di corpi per aria: è strage a Kabul, con bambini e donne tra le vittime. Lo ha riferito Fridune Obadi, capo dell'anticrimine della capitale afghana. Il bilancio ancora provvisorio è salito a 28 morti e 45 feriti nella moschea sciita di Baqir-ul-Olom.
L'ombra dell'Isis
I talebani, che stanno cercando di riguadagnare terreno dopo la loro cacciata nel 2001, negano ogni responsabilità. «Non abbiamo mai attaccato moschee, non è nei nostri programmi » ha fatto sapere il portavoce Zabihullah Mujahidn.
Non è la prima volta che gli hazara — comunità sciita minoritaria in Afghanistan e a lungo perseguitata in questo Paese a maggioranza sunnita — finiscono sotto tiro. Il 23 luglio scorso sempre a Kabul, durante una marcia da loro organizzata più kamikaze si sono fatti esplodere, uccidendo oltre 80 persone: la strage più sanguinosa dal 2001, il primo massacro rivendicato dall’Isis nella capitale afghana. Gli uomini del Califfo (sunniti) sono andati in Afghanistan per far concorrenza ai talebani, altri sunniti.