ilmanifesto.it - Giuliano Battiston 11 marzo 2023
IMMIGRAZIONE. Sfiancati dal rimpallo tra prefetture, agenzie funebri, ministero dell’Interno e promesse non mantenute, i parenti delle vittime devono passare per l'ambasciata di un governo spazzato via nel 2021

Si è tenuto ieri al cimitero di Borgo Panigale, a Bologna, il rito funebre per sette afghani morti nel naufragio del 26 febbraio a Steccato di Cutro insieme ad altre 65 persone. Presenti decine di afghani residenti in Italia e alcuni famigliari, che hanno potuto dare sepoltura ai loro cari.
Sorte diversa per molti altri parenti delle vittime, sfiancati dal rimpallo tra prefetture, agenzie funebri, ministero dell’Interno e promesse non mantenute. In attesa da giorni che le salme siano trasferite, via Germania e Turchia, in Afghanistan. Dove al potere ci sono i Talebani: un problema in più, dicono al Viminale, visto che con le autorità di fatto afghane non c’è alcun canale diplomatico ufficiale e diretto.
SI PASSA, PARADOSSI DELLA POLITICA, per l’Ambasciata della Repubblica islamica afghana in Italia. Un’ambasciata che rappresenta un’architettura istituzionale naufragata nell’agosto 2021. Con un ambasciatore, Khaled Zekriya, che non prende certo ordini da Kabul e contesta anzi la legittimità degli islamisti al potere in ogni circostanza. E che si è preso la briga di andare a Steccato di Cutro di persona, molto prima della passerella dei politici italiani.
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