La giovane, madre di due bambini, ha trascorso più di un anno da profuga in Pakistan. «Se non fossi scappata da Kabul a quest'ora sarei morta o sepolta viva in casa»
Paola Del Vecchio, Avvenire, 24 febbraio 2023
“Il bando alle lavoratrici delle ONG non sarebbe potuto arrivare in un momento peggiore. La severità dell’emergenza umanitaria in Afghanistan è qualcosa che non ho mai visto prima”
Valeria Cagnazzo, Pagine Esteri, 20 febbraio 2023
La nostra amata Cristina Cattafesta ricordata nel podcast LIBERE per L’Officina del podcast. Grazie a Francesca Mineo per averlo realizzato!
Francesca Mineo, L’officina del Podcast, 21 febbraio 2023
Finalmente ci siamo: da oggi è disponibile il primo episodio della seconda stagione di Libere, monografie di donne coraggiose e talentuose a cura di Officina del Podcast.
Sahar, 55 anni, insegnante clandestina: “Incoraggiamo le adolescenti a credere in sé stesse e a costruire la propria personalità. Vorrebbero imparare a usare il computer, ma è troppo rischioso”
Anna Maria Brogi, Avvenire, 20 febbraio 2023
"Chiamatemi Sahar. Ho 55 anni e vengo dal nord dell’Afghanistan. Vivo a Kabul. Sono laureata e abilitata all’insegnamento. Sono sposata, non ho figli. Ho scelto di dedicarmi al volontariato e all’istruzione femminile. Mi occupo di scuole segrete fin dal primo periodo dei taleban: ho lavorato a lungo come direttrice e come insegnante”. Non ha un volto, né un timbro di voce. Non ha un indirizzo di posta elettronica, né un numero di telefono. Le sue parole ci arrivano tramite il Cisda (Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane), tradotte in inglese e in messaggi vocali da una responsabile dell’Associazione rivoluzionaria delle donne dell’Afghanistan (Rawa), fondata nel 1977 e clandestina dal 1987 dopo l’assassinio della fondatrice. Ovviamente, Sahar non è il suo nome.
Prima del 15 agosto 2021, quando i taleban sono tornati al potere, racconta, l’insegnamento a domicilio di Rawa era più o meno tollerato: i vicini sapevano, le lezioni si tenevano a orari regolari e in spazi fissi, con tavoli e sedie, c’era un gruppo classe. “Ora la segretezza è la nostra prima preoccupazione: insegniamo a poche persone nella stanza dove la famiglia vive e dorme, per 2-3 ore o anche solo un’ora, per tre o quattro giorni la settimana. Dipende dalle situazioni. Al primo posto, sempre, la sicurezza”.
Con le bambine è una specie di gioco, con le più grandi “parliamo della situazione politica, dell’economia familiare e di educazione sanitaria. Incoraggiamo le adolescenti a interessarsi alla politica, a credere in sé stesse e a costruire la propria personalità. Teniamo la voce bassa, siamo pronte a far sparire in fretta i pochi libri e quaderni che portiamo con noi e a fingere di star leggendo il Corano o insegnando uno dei pochi mestieri permessi”.
Tutte sarte, le vorrebbero i taleban. Invece donne e bambine chiedono di imparare a usare il computer. Aspirazione vana: non tanto per i costi d’acquisto e la mancanza di elettricità, quanto per la difficoltà di nascondere un pc. Riescono a studiare scienze e inglese. E ad alfabetizzarsi, in tutti i sensi: imparare a leggere, scrivere e far di conto (l’85% delle adulte è analfabeta) prendendo consapevolezza dei propri diritti. Di esseri umani, in una società in cui il corpo della donna è proprietà maschile e come tale può essere scambiato e venduto fin dalla pubertà.
“Ci sono allieve che hanno lasciato perché costrette a sposarsi bambine, per i problemi finanziari della famiglia o per divieti e migrazioni. Abbiamo diversi tipi di scuole, a seconda dell’età. Le più entusiaste sono le adolescenti, costrette a interrompere gli studi: sono pronte ad accettare ogni rischio, discutono con i genitori, fanno pressione. Non possiamo accettarle senza il consenso della famiglia, sarebbe una responsabilità troppo grande. Anche le universitarie, costrette a rinunciare a laurearsi e a svolgere una professione, coltivano la speranza, studiando, di migliorare la propria posizione se non altro in ambito familiare. E’ l’unica possibilità che hanno di fare qualcosa per sé”.
Il criterio per l’avvio di una scuola segreta, spiega Sahar (“ne esistono in tutto il Paese, dalla capitale alle aree rurali”), è l’esistenza di una “rete di protezione locale”. “Fiducia e relazioni sono alla base della nostra organizzazione. Neanche tutte le insegnanti sanno esattamente chi siamo, il nostro impegno politico. Ad alcune ci presentiamo come donatori, con finanziamenti stranieri per l’istruzione alle donne. Insegniamo anche alle bambine che frequentano la scuola governativa (consentita alle femmine fino ai 12-13 anni, ndr) ma non vi imparano nulla, per mancanza di insegnanti e per la scarsa qualità dell’istruzione. Di recente abbiamo avviato corsi per le donne che vivono nascoste 24 ore su 24 nelle nostre case protette, gli shelter”, sottratte agli abusi fisici e psicologici dei mariti-padroni e delle loro famiglie. Prima lezione: essere consapevoli della propria dignità di persone. E non arrendersi a lasciarla calpestare.
Con questa e numerose altre testimonianze, storie, interviste e lettere, le giornaliste di Avvenire fino all'8 marzo daranno voce alle bambine, ragazze e donne afghane. I taleban hanno vietano loro di studiare dopo i 12 anni, frequentare l'università, lavorare, persino uscire a passeggiare in un parco e praticare sport. Noi vogliamo tornare a puntare i riflettori su di loro, per non lasciarle sole e non dimenticarle. E per trasformare le parole in azione, invitiamo i lettori a contribuire al finanziamento di un progetto di sostegno scolastico portato avanti da partner locali con l'appoggio della Caritas. QUI IL PROGETTO E COME CONTRIBUIRE
Il governo AKP-MHP ostacola e confisca gli aiuti umanitari per le vittime del terremoto
HDP, Uikionlus, 18 febbraio 2023
Mentre le persone stanno vivendo un dolore insopportabile a causa dei terremoti che hanno ucciso decine di migliaia di persone e lasciato milioni di senzatetto, il governo della Turchia è stato inefficace nelle missioni di soccorso e nel rispondere ai bisogni vitali delle persone come cibo e riparo.
Superato lo shock e il panico iniziali, il governo AKP-MHP sta ora usando i poteri delle regole di emergenza per coprire i propri fallimenti ostacolando o subentrando illegalmente nella raccolta e distribuzione di aiuti umanitari organizzati da ONG, partiti politici o gente comune in tutto il paese. Dal primo giorno del terremoto, le ONG, in particolare i sindacati e le associazioni della comunità, i partiti politici e i privati cittadini si sono mobilitati per aiutare i terremotati nelle dieci province colpite.
retekurdistan.it 16 febbraio 2023
KurdDAO, insieme al Centro curdo per i diritti umani (KCHR) e alla Mezzaluna rossa curda (Heyva Sor a Kurdistanê), sta raccogliendo donazioni su Ethereum per aiuti umanitari immediati.
KurdDAO, insieme al Centro curdo per i diritti umani (KCHR) e alla Mezzaluna rossa curda (Heyva Sor a Kurdistanê), sta raccogliendo donazioni su Ethereum per l’immediato soccorso umanitario del recente catastrofico terremoto che ha causato oltre 37.000 vittime.
ilsussidiario.net Giuseppe Gagliano 19 febbraio 2023
Il Pakistan ha i propri servizi di sicurezza in grave crisi dopo l'attentato del 30 gennaio. E deve proteggersi dall'Afghanistan.
Il 3 febbraio in Pakistan si è svolto un incontro tra i principali responsabili della sicurezza. Un vertice organizzato in modo particolare per prendere in esame le decisioni che sono state poste in essere dall’attuale responsabile del servizio di sicurezza pakistano Nadeem Anjum.
it.insideover.com Clara Trevisan 17 febbraio 2023
In base al recente rapporto delle Nazioni Unite sulla minaccia costituita dallo Stato islamico,il gruppo ha potenziato le sue capacità nella regione dell’Asia meridionale. La nuova strategia terrorista compromette ulteriormente il contesto di sicurezza dell’Afghanistan, isolandolo dai pochi alleati regionali del governo talebano, con pesanti ricadute sulla popolazione già stremata.
Rainews.it 17 febbraio 2023
I talebani hanno vietato la vendita di contraccettivi in due delle principali città afghane, sostenendo che il loro uso da parte delle donne è una cospirazione occidentale per controllare la popolazione musulmana.
Lo ha riferito il Guardian, precisando che non è stata emessa alcuna ordinanza ufficiale dal ministero della Salute, ma militanti si sono presentati da ostetriche e farmacie a Kabul e Mazar-i-Sharif intimando di non venderne più e disfarsi di tutte le pillole e i sistema contraccettivi.
Secondo un farmacista nella capitale, i talebani "controllano regolarmente ogni farmacia e noi abbiamo smesso di venderne". Un'ostetrica ha riferito di essere stata minacciata diverse volte e un comandante talebano le ha detto che non può "promuovere il concetto occidentale di controllo della popolazione". "E' un lavoro inutile", ha sottolineato l'uomo. E' l'ultima iniziativa talebana contro le donne, dopo il divieto di studiare, di lavorare per organizzazioni internazionali e le restrizioni a uscire.
Avvenire.it Anna Maria Brogi 15 febbraio 2023
Con questa e decine di altre testimonianze, storie, interviste e lettere, le giornaliste di Avvenire fino all'8 marzo daranno voce alle bambine, ragazze e donne afghane. I taleban hanno vietano loro di studiare dopo i 12 anni, frequentare l'università, lavorare, persino uscire a passeggiare in un parco e praticare sport. Noi vogliamo tornare a puntare i riflettori su di loro, per non lasciarle sole e non dimenticarle. E per trasformare le parole in azione, invitiamo i lettori a contribuire al finanziamento di un progetto di sostegno scolastico portato avanti da partner locali con l'appoggio della Caritas.
cisda.it 14 febbraio 2023
ART. 4: STOP ALLA TORTURA
E AI TRATTAMENTI DEGRADANTI
ALLE FRONTIERE D’EUROPA
Iniziativa dei cittadini europei ai sensi del reg. UE 2019/788
#STAND UP WITH AFGHAN WOMEN
Iniziativa della Coalizione Euro-Afghana per la democrazia e la laicità
https://www.standupwithafghanwomen.eu
Comunicato
Il 12 gennaio 2023 la Commissione europea ha registrato l’ICE-Iniziativa di Cittadinanza Europea dal titolo “Articolo 4: Stop tortura e trattamenti disumani alle frontiere dell’Europa” proposta dall’Associazione Stop Border Violence. E’ un risultato importante, che premia gli sforzi del gruppo di attiviste e attivisti per i diritti umani e dei cittadini e delle cittadine europee che hanno ideato l’iniziativa che da subito Cisda onlus ha deciso di sostenere, riconoscendosi nelle finalità del progetto e presentandola all’attenzione di tutte le associazioni attive nella Coalizione euro-afghana
Il 1 febbraio Rai 1 ha fatto uno ”scoop” durante il TG1 svelando i retroscena della rapida caduta del governo afghano di fronte all’avanzata dei talebani il 15 agosto 2021. Poche sono state le reazioni giornalistiche sui media e nessuna dei politici. Perché i documenti presentati a sostegno sono reputati falsi o perché raccontano una verità troppo scomoda? Ecco una piccola rassegna stampa degli articoli apparsi online [Bb, Cisda]
Periodicodaily.com Simona Lazzari 8 Febbraio 2023
In Afghanistan, i talebani arrestano un professore per aver distribuito libri gratis alle donne. Si tratta di Ismail Mashaal, il professore diventato simbolo della protesta contro il divieto all’istruzione femminile imposto dai talebani.
Il professore afghano Ismail Mashaal, diventato virale sui social media alla fine dell’anno scorso dopo aver strappato i suoi titoli accademici in diretta televisiva per protestare contro il divieto dei talebani alle donne di frequentare l’università, è stato picchiato e arrestato dai talebani. Mashaal è stato arrestato perché distribuiva gratuitamente libri in giro per Kabul alle donne.
Nelle prime ore di questa mattina, un forte terremoto ha colpito il nord del Kurdistan (Turchia) e il Rojava/Siria settentrionale e orientale, provocando una catastrofe umanitaria. Il terremoto, di magnitudo 7,8, ha avuto l’epicentro vicino a Mereş (tr. Kahramanmaraş) e Dîlok (tr. Gaziantep), non lontano dal confine con la Siria, e ha causato migliaia di morti, distrutto migliaia di edifici e reso innumerevoli persone senza casa. Con migliaia di persone ancora intrappolate sotto le macerie, si prevede che il numero delle vittime purtroppo aumenterà di molte volte.
Mentre i Talebani emanano decreti che limitano ulteriormente la libertà e i diritti delle donne, in Occidente si discute di come fornire una parvenza di legittimità al governo di Kabul. L’obiettivo: sfruttare le risorse naturali del Paese
Gabriella Gagliardo, Altreconomia, 1 febbraio 2023
Una piccola mossa diversiva sullo scacchiere internazionale della grande partita afghana e l’esistenza insignificante di milioni di donne e bambini precipita in un baratro. “Quando scende la notte, tutti teniamo gli occhi fissi sulla porta, nella speranza che magari qualcuno ci porti qualcosa da mangiare”, racconta Fatima, mamma di tre figli che non riesce più a sfamare, a un’attivista di una Ong locale che a sua volta ha perso il lavoro a causa del decreto emesso dai Talebani a fine dicembre in cui si vieta alle donne di svolgere anche questo tipo di attività.
La nostra fonte ci racconta poi la storia di una collega, Sanam, impiegata in un’altra Ong locale, che come lei ha perso il lavoro: il marito è disoccupato e tossicodipendente, lei ha terminato con grande fatica i suoi studi e questo le ha permesso di mantenere i suoi tre figli (Ali, Zia e Hamad) che sono ancora piccoli e vanno a scuola. “Dopo la proibizione del lavoro femminile nelle istituzioni non governative, non abbiamo niente da mangiare anche per un giorno intero -è il racconto di Sanam-. Io ho incubi la notte e talvolta parlo da sola. Mi sento molto depressa e appena chiudo gli occhi vedo il giorno in cui moriremo tutti di freddo e di fame. Ogni giorno, senza eccezione, mio marito mi picchia perché non ci sono soldi in casa. Se non fosse per i miei figli non ci penserei un momento e metterei fine alla mia vita miserabile. La morte è peggio di questa vita?”.
I Talebani hanno imposto ampie restrizioni ai diritti e alla libertà delle donne
Rawa, 28 gennaio 2023
I talebani islamisti dell'Afghanistan hanno impedito a tempo indeterminato alle ragazze di partecipare agli esami di ammissione alle università private, inasprendo il loro divieto di istruzione femminile nel Paese.
Ziaullah Hashmi, portavoce del ministero dell'istruzione superiore talebano, ha confermato sabato a VOA di aver inviato una lettera alle università private afghane in tutto il Paese, ordinando loro di non iscrivere studentesse per il prossimo semestre primaverile.
Gli esami di ammissione si svolgeranno alla fine di febbraio. La lettera avvertiva che le università che non avessero applicato l'editto sarebbero andate incontro ad azioni legali.
I Talebani hanno imposto restrizioni radicali ai diritti e alla libertà delle donne, escludendole dalla maggior parte dei settori della forza lavoro e vietando loro l'uso di parchi, palestre e bagni pubblici. Da quando hanno ripreso il potere nell'agosto 2021, hanno impedito alle ragazze di frequentare le scuole secondarie oltre la prima classe.
Il mese scorso, i governanti islamisti hanno bruscamente chiuso le università alle studentesse fino a nuovo avviso e hanno vietato alle donne di lavorare per organizzazioni non governative nazionali e internazionali.
L'iniziativa "Giustizia per i curdi" ha raccolto tre milioni di firme per la rimozione del PKK dalla lista dei terroristi dell'UE e le ha consegnate alla Commissione europea.
ANF, 31 gennaio 2023
Si è conclusa la campagna per la rimozione del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell'UE, lanciata dall'iniziativa internazionale Justice for Kurds nel novembre 2021. I risultati della campagna sono stati presentati martedì in una conferenza stampa pubblica a Bruxelles. Secondo i risultati, tre milioni di persone hanno sostenuto la campagna per rimuovere il PKK dalla lista delle organizzazioni terroristiche vietate.
Alla conferenza stampa hanno preso parte anche i rappresentanti delle diverse organizzazioni che hanno partecipato attivamente alla campagna. Yüksel Koç, co-presidente dell'organizzazione europea delle associazioni curde KCDK-E, ha sottolineato che i sostenitori hanno inviato un segnale importante con le loro firme. Soprattutto alla luce della "politica di sterminio" perseguita dallo Stato turco in Kurdistan, è significativo che così tante persone chiedano la rimozione del PKK dalla lista dei terroristi dell'UE, ha dichiarato Koç, descrivendo il movimento come la "volontà del popolo curdo".
Il gruppo terroristico del TTP, affiliato con i talebani afghani, sta mettendo in difficoltà il governo, come dimostra l'attentato di lunedì a Peshawar
Il Post, 1 febbraio 2023
L’attacco suicida di lunedì contro la moschea di un quartier generale della polizia a Peshawar, in Pakistan, è stato ricollegato quasi immediatamente al gruppo terroristico noto come Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), cioè i cosiddetti talebani pachistani, che hanno una lunga storia di attentati feroci nel paese. Il gruppo, che ha ripreso le operazioni dopo una tregua terminata a novembre, sta creando sempre più difficoltà al governo e alle forze dell’ordine del Pakistan, anche a causa dell’aiuto e della protezione che sta ricevendo dall’Afghanistan, dove governa un altro gruppo ideologicamente e militarmente affine, quello dei talebani afghani.
L’attacco di lunedì ha provocato 101 morti, la gran parte dei quali poliziotti che stavano pregando, e 217 feriti. È avvenuto all’interno di una sede della polizia locale, in una zona teoricamente molto sicura, e mostra come, dopo un periodo di tregua, la regione di Peshawar nel nord-ovest del Pakistan sia nuovamente esposta agli attacchi terroristici e alle azioni criminali del TTP, che nell’area gestisce anche una rete di estorsioni.
Rilanciato un progetto finanziato dall'UE per portare dozzine di ragazze afgane a studiare in Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan.
Farangis Najibullah Radio Free Europe Radio Liberty - 30 gennaio 2023
Più di 100 ragazze afghane che hanno ottenuto borse di studio quinquennali sono già nei paesi ospitanti per iniziare i loro studi, hanno detto gli organizzatori.
Il progetto per aiutare a dare potere alle donne afgane è stato inizialmente lanciato nel 2019, quando a Kabul era ancora al potere un governo sostenuto dall'Occidente.
L'iniziativa mira a fornire alle donne afgane l'opportunità di studiare all'estero e avere migliori opportunità di carriera quando tornano a casa come professioniste qualificate.
Nella sua prima fase, il progetto ha concesso borse di studio complete a 50 ragazze per studiare in Kazakistan e Uzbekistan fino al 2025.
I partecipanti alla seconda fase del programma sono stati selezionati pochi mesi prima che i talebani dalla linea dura tornassero al potere a Kabul nell'agosto 2021, gettando nel caos il futuro sia del progetto che degli studenti.
Da allora il governo guidato dai talebani ha vietato l'istruzione delle ragazze dopo la scuola primaria e ha proibito alle donne di frequentare l'università. Le donne sono state anche escluse da molti luoghi di lavoro e interdette dal lavorare per organizzazioni non governative.