Cisda: “La vera emergenza afgana è la questione democratica”
La famiglia di Sahar, con due bambini, sta attraversando oggi la porosa frontiera col Pakistan. Percercare scampo dai talebani e superare il confine afghano, ogni persona ha pagato ai trafficanti 12000 rupie pachistane, mentre il viaggio normalmente ne costerebbe 2000.
Il prezzo è in continuo aumento, la domanda in crescita. Quindi, anche questa volta, fugge solo chi può pagare.
Con questa famiglia, di cui noi del Cisda (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane) abbiamo notizia certa, ci sono molti altri afghani.
Affrontano lunghi tragitti a piedi ed enormipericoli, senza che la loro sorte sia sotto i riflettori.
Dall’aeroporto di Kabul, intanto, sono già partiti diciottomila cittadini. Un’intera generazione diintellettuali e professionisti che prende letteralmente il volo verso l’Occidente.
È comprensibile che chi può fugga. Il terrore delle perquisizioni nelle case, l’incubo per le ragazzedi finire in “sposa” a un combattente, le violenze e le vendette che accompagnano la presa del potere specie nelle aree rurali e remote senza testimoni, sono una tragedia innegabile che staprovocando soprattutto ulteriori rifugiati interni.
Questi erano, secondo dati ONU, già due milionia causa degli ultimi 20 anni di guerra, per sfuggire ai bombardamenti e agli scontri di cui la Nato è stata tra i protagonisti.
Il riconoscimento dello status di rifugiato e il diritto d’asilo a chi è in pericolo sono sacrosanti evanno applicati, secondo la Convenzione di Ginevra.
Ma trasferire in massa decine di migliaia di afgani, in Occidente o nei paesi limitrofi, non rappresenta una soluzione politica alla crisi del paese di cui siamo corresponsabili.
Un Afghanistan privato dei suoi elementi più colti, di chi sarebbe in grado di rafforzare l’alternativa democratica, sarà più facilmente asservibile agli interessi geopolitici che da sempresono alla base delle continue interferenze nel paese.
In questo gli interessi dei talebani e di potenze straniere sono convergenti, e non è una bellanotizia. Una convergenza intorno alla vera emergenza afghana: la questione politica e democratica.
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