APPELLO PER LA LIBERTÀ DI MAYSOON MAJIDI
APPELLO PER LA LIBERTÀ DI MAYSOON MAJIDI e di tutte le persone private della loro libertà mentre erano in fuga per trovarla
Sono 9 mesi che l’attivista curdo-iraniana Maysoon Majidi è detenuta con l’accusa di scafismo nelle carceri calabresi; a Castrovillari fino al 5 luglio, poi viene trasferita nel
carcere di Reggio Calabria.
In vista dell’udienza che si terrà il 18/9 a Crotone, rilanciamo questo appello alla mobilitazione e all’unione a tutte quelle realtà e a quelle singole persone che hanno a cuore la libertà propria e altrui.
Quello di Maysoon infatti non è un caso isolato, anzi è un caso emblematico della situazione attuale.
Oltre a Marjam Jamali, donna iraniana anch’essa detenuta – da fine ottobre 2023 – per scafismo che a fine giugno ha ottenuto i domiciliari in attesa di processo, centinaia di persone ogni anno vengono tratte in arresto con questa accusa e sono dunque in migliaia ad essere detenute ingiustamente dall’introduzione di questo reato (vedi art.12 del testo unico sull’immigrazione detto TUI o anche Legge Bossi-Fini).
Inoltre, da marzo 2023 il Decreto Cutro ha inasprito le pene per queste persone presunte scafiste, addossando loro la responsabilità della morte e della sofferenza delle persone passeggere.
Ad oggi, il governo ha grande interesse ad identificare in ogni barcone che arriva in Italia uno “scafista”, vero o presunto che sia, per poter sbandierare l’efficacia delle sue politiche contro l’immigrazione illegale. Poco importa se queste persone sono donne con figli minorenni a seguito come Marjam, artiste ed attiviste per i diritti delle donne come Maysoon o adolescenti impauriti a cui qualcuno ha messo in mano un timone. Ciò che
importa al potere è fare propaganda e pubblicare statistiche sul numero di persone arrestate per scafismo.
Con questo appello vogliamo quindi allargare e rinsaldare la rete di solidarietà creatasi intorno a Maysoon, fuggita per sottrarsi alla repressione del regime nel suo paese e finita nelle grinfie della repressione in Italia. La battaglia per la sua liberazione corrisponde a quella per la libertà di Marjam e di tutte le altre persone presunte scafiste in carcere in questo paese sempre più securitario, in cui le carceri sono già stracolme anche senza l’aggiunta di queste persone arrestate sulla base di un reato fittizio.
È importante infatti ribadire, oltre l’estraneità ai fatti loro contestati e dunque l’innocenza di Maysoon e Marjam, che siamo contro la colpevolizzazione delle persone che i barconi li hanno guidati davvero in quanto, nonostante i confini chiusi, rimane la necessità di lasciare il paese. Per le persone prive di disponibilità economiche, a volte diventa necessario offrirsi per la guida delle barche, in vista di una possibile via di salvezza. Queste persone in fuga, oppresse quando non perseguitate, per i Governi europei diventano “gli scafisti” e assunti come capro espiatorio pubblico.
Vogliamo la demolizione integrale del sistema-frontiera, della sua mentalità e delle sue modalità e, per questo, facciamo appello a una lotta per la libertà che sia generalizzata e concreta, fuori da pratiche mirate a individuare una persona realmente colpevole o ad
approfittare di un palco per mostrare la propria bandiera, mentre chi migra resta in galera, nei cpr, negli hotspot e negli altri centri di detenzione e tortura, in attesa di processo o di espulsione.
Rilanciamo la mobilitazione per l’abolizione del decreto Cutro e del reato di scafismo nel TUI, per la liberazione di Marjam e Maysoon e per la possibilità di accogliere degnamente in Italia chi arriva perché costretta dallo stato di necessità.
Sposando la causa di queste persone per la loro libertà e anche per la nostra, vi invitiamo a prendere parte al presidio presso il tribunale di Crotone, il 18 settembre dalle ore 11, dove si terrà l’udienza di Maysoon.
Comitato free Maysoon
Per info e adesioni scrivere a freemaysoonmajidi@tutamail.com
Mediterranea Saving Humans
Cidis Impresa Sociale
Liberaccoglienza ETS
Comitato Beni Comuni Acri
Federazione prov. Le Rifondazione Comunista Cosenza
Clinica legale migrazioni e asilo – Università di Roma tre
Associazione Yairaiha Ets
ARCI RED Cosenza
CSOA Angelina Cartella
Anarchici Calabresi
Mem. Med. Memoria Mediterranea
UDI Aps – Reggio Calabria
Free heval Talip
Comitato free Marjan Jamali
La Kasbah
Palermo solidale con il popolo curdo
Comitato di base No Muos
Assemblea No Guerra
Laboratorio Andrea Ballarò
Circolo Arci La Boje – Rovigo
Rete Kurdistan Polesine
Roberta Ferruti
Collettivo Addunati – Lamezia Terme
Elisabetta Della Corte
Carovane migranti
SpArrow
Jineolojî Calabria
Cesare Romagnino
Giordano Sivini, ordinario di sociologia politica in pensione
Domenico Gattuso, docente universitario
Non una di meno – Lamezia Terme
Delfina Donnici, educatrice
Catanesi solidali con il popolo curdo
Una città in comune – coalizione Diritti in comune – Consiglio
comunale di Pisa
Giuseppe Reitano
LasciateCIEntrare
Potere al popolo!
Unione Donne Italiane e Kurde
[Il CISDA ha inviato l’adesione all’Appello]
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