UNAMA: un nuovo Rapporto contro la polizia morale afghana
Un nuovo Rapporto delle Nazioni Unite sottolinea l’urgente necessità che i talebani facciano marcia indietro sulla polizia morale
Amnesty International, 10 luglio 2024
In risposta a un nuovo rapporto della Missione di assistenza delle Nazioni Unite (UNAMA) in Afghanistan sulle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal cosiddetto Ministero de-facto dei talebani per la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio (MPVPV), Zaman Sultani, ricercatore regionale per l’Asia meridionale di Amnesty International, ha dichiarato:
“Questo rapporto mette a nudo il ruolo dell’MPVPV dei talebani nella violazione di vari diritti umani e libertà fondamentali in Afghanistan. Il suo comportamento arbitrario, incoerente e ambiguo nel sorvegliare moralmente la popolazione afghana, con un sistema istituzionalizzato di discriminazione che colpisce in modo sproporzionato donne e ragazze, ha avuto un effetto di decadimento dei diritti umani nel Paese.
L’impunità dei talebani deve finire
“Amnesty International condivide l’appello delle Nazioni Unite alle autorità afghane de-facto, affinché garantiscano i diritti di libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, il diritto alla salute e al lavoro, oltre a una serie di altri diritti e libertà fondamentali garantiti dai trattati internazionali sui diritti umani di cui l’Afghanistan è uno Stato parte. L’impunità totale per le gravi violazioni dei diritti umani e dei crimini di diritto internazionale perpetrati dai Talebani deve finire.
“Inoltre, le Nazioni Unite devono istituire un apposito meccanismo internazionale indipendente di responsabilità per indagare sui crimini di diritto internazionale e sulle altre gravi violazioni che avvengono in Afghanistan, nonché per raccogliere e conservare le prove per futuri accertamenti di responsabilità e procedimenti giudiziari, oltre a estendere e finanziare pienamente il mandato del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan.
Devono inoltre garantire che la giustizia di genere sia prioritaria e che il coinvolgimento delle donne difensore dei diritti umani e delle parti interessate della società civile rimanga centrale in tutti gli impegni con i Talebani sul futuro dell’Afghanistan. Non farlo significherebbe voltare le spalle alle vittime e ai loro diritti alla verità, alla giustizia e alla riparazione”.
Background:
il rapporto UNAMA del luglio 2024, intitolato “De Facto Authorities’ Moral Oversight in Afghanistan: Impacts on Human Rights”, delinea l’impatto negativo che le attività e l’espansione del ruolo dell’MPVPV de facto hanno avuto sul godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali in vari aspetti della vita privata e pubblica delle persone che vivono in Afghanistan, con un impatto discriminatorio e sproporzionato sulle donne. Questo, insieme all’imprevedibilità delle misure di applicazione, contribuisce a creare un clima di paura e intimidazione tra i segmenti della popolazione.
Amnesty International ha documentato che le restrizioni draconiane dei Talebani sui diritti fondamentali di donne e ragazze, insieme al diffuso ricorso alla detenzione arbitraria, alla sparizione forzata, alla tortura e ad altri maltrattamenti, possono configurare il crimine contro l’umanità di persecuzione di genere.
Amnesty International ha anche documentato che i Talebani hanno costantemente dimostrato di non essere disposti a chiamare a rispondere i loro membri sospettati di essere responsabili di crimini di diritto internazionale e di altre gravi violazioni dei diritti umani.
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