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Afghanistan. Il CISDA al fianco delle famiglie del Kunar

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CISDA, 6 settembre 2025

Nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre il terremoto è tornato a colpire l’Afghanistan nel territorio al confine con il Pakistan. Secondo l’ONU sono 6,8 milioni le persone che vivono nelle province colpite, tra cui 263.000 i bambini; i morti sono oltre 2205 e più di 3640 i feriti.
Le associazioni di donne afghane che il CISDA sostiene si sono immediatamente mobilitate per portare soccorso. Ci hanno rivolto un appello per chiedere il nostro sostegno.

APPELLO

Come saprete, un terremoto ha distrutto molti villaggi nelle province di Kunar e Nangarhar. Come al solito, vogliamo inviare le nostre squadre per aiutare le persone nelle zone colpite e perciò chiediamo fondi di emergenza per sostenere la popolazione.

La situazione attuale in Afghanistan è estremamente dolorosa e preoccupante. Le tragedie si susseguono, rendono la nostra gente ogni giorno più vulnerabile e riducono la loro speranza di vita.

Il terremoto nella provincia di Kunar ha causato la morte di migliaia di persone innocenti e ne ha lasciate molte altre ferite e senza casa. In molti sono ancora intrappolati sotto le macerie, bambini hanno perso la vita e donne rimangono bloccate sotto le rovine. Intere famiglie sono rimaste senza accesso a cibo, acqua e servizi medici.

Si tratta di una zona montuosa e difficile da raggiungere, il che rende estremamente problematica la distribuzione degli aiuti. La situazione è così critica che ogni ora di ritardo potrebbe significare la perdita di altre vite. Alcune persone hanno perso intere famiglie e non hanno ancora ricevuto alcun aiuto.

Hakeem Gul, uno dei sopravvissuti, ha dichiarato: “Desidero solamente morire perché ho perso tutta la mia famiglia e sono rimasto completamente solo. Non c’è nessuno che mi aiuti a seppellire i corpi dei miei cari”.

Il nostro team è attualmente sul campo e rileva una grave carenza di medicinali e beni di prima necessità, cibo e acqua potabile.

I bambini hanno urgente bisogno di pacchi alimentari e le donne hanno un disperato bisogno di kit igienici. Purtroppo, la mancanza di strutture mediche e farmaci ha già causato la morte di donne e bambini e, senza un’assistenza immediata, il numero delle vittime è destinato ad aumentare.

Anche la grave carenza di medici donne rappresenta una sfida importante, poiché i talebani non permettono ai medici uomini di curare le donne. Queste restrizioni hanno peggiorato ulteriormente la situazione, rendendo le condizioni di sopravvivenza a Kunar davvero orribili e inimmaginabili.

Uno dei nostri medici ha raccontato di come, una volta arrivati ​​nella zona, abbiano incontrato una donna che aveva visto morire i suoi quattro figli. Era in uno stato di shock così profondo da aver perso la ragione. L’assenza di personale medico femminile e le restrizioni imposte dai talebani, che impedivano ai medici uomini di assisterla, hanno peggiorato ulteriormente la situazione. Fortunatamente, appena raggiunta la zona, la nostra équipe è riuscita a somministrarle un sedativo per calmarla e alleviare la sua sofferenza.

Un altro caso riguarda una donna semisepolta sotto le macerie. I talebani insistevano sul fatto che “toccare una donna non-mahram è peccato” e che avrebbe dovuto uscire da sola, nonostante avesse entrambe le gambe rotte. Ma il nostro team è riuscito a salvarla e a trasferirla in ospedale.

Il nostro ginecologo ci ha riferito che diverse donne incinte avevano subito gravi emorragie, ma le strutture disponibili per curarle sono estremamente limitate, così abbiamo potuto fornire loro solo un soccorso di base e un minimo di supporto psicologico. Purtroppo, una delle donne è morta davanti ai nostri occhi per l’emorragia troppo estesa. È stato uno dei momenti più devastanti e strazianti per la nostra équipe, soprattutto per il medico curante, consapevole che con risorse minime quella vita avrebbe potuto essere salvata.

Le strade sono bloccate e ciò rende molto difficile raggiungere gli ospedali. La debole connessione di rete e la mancanza di una comunicazione adeguata con il team hanno ulteriormente rallentato la raccolta di resoconti accurati. Ciononostante continueremo a impegnarci per raccogliere altre storie e testimonianze, soprattutto sulla sofferenza delle donne, e condividerle con voi.

Il peso psicologico sul nostro team è stato immenso. Molti di loro erano in lacrime mentre raccontavano questi episodi. Abbiamo fatto del nostro meglio per sostenerli emotivamente e alleviare il peso di queste esperienze dolorose.

In questi giorni strazianti, con il cuore pesante, vi chiediamo sinceramente di starci accanto come avete fatto in passato, affinché insieme possiamo soddisfare almeno una piccola parte dei bisogni urgenti della popolazione sofferente di Kunar e curare anche solo con una piccola benda le loro profonde ferite.

Ogni vostro contributo può salvare una vita proprio in questo momento. Vi preghiamo, come sempre, di stare al fianco della popolazione sofferente dell’Afghanistan.

Ancora una volta, apprezziamo profondamente la vostra preoccupazione e solidarietà. Ci auguriamo vivamente che, attraverso una cooperazione continua, possiamo contribuire ad alleviare, anche di poco, la sofferenza di donne e bambini così vulnerabili.
In molti stanno chiedendo contributi. Anche i Talebani hanno chiesto il sostegno internazionale.

Per essere certi che i soldi arrivino nelle mani delle associazioni realmente vicine alla popolazione e siano utilizzati per sostenere i bisogni di donne, uomini e bambini vi invitiamo a donare a COORDINAMENTO ITALIANO SOSTEGNO DONNE AFGHANE ETS (C.I.S.D.A)

IT74Y0501801600000011136660 indicando “TERREMOTO” nella causale. Grazie

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