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Il dilemma dell’acqua urbana in Afghanistan: perché le città afghane stanno esaurendo le loro risorse idriche?

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Mohammad Assem Mayar* affronta una questione chiave nel suo ultimo rapporto per AAN: perché le città afghane si stanno prosciugando e cosa si può fare al riguardo, prima che sia troppo tardi?

Kate Clark, AAN, 17 settembre 2025
La scarsità d’acqua, un tempo considerata un problema esclusivo delle province più aride dell’Afghanistan, come Farah e Nimruz, ora attanaglia le città afghane.

Le previsioni secondo cui le falde acquifere di Kabul saranno esaurite entro il 2030 hanno già fatto notizia a livello internazionale, ma Kabul non è la sola. Nelle città di tutto il Paese, i rubinetti si stanno prosciugando, i pozzi devono essere approfonditi e i sistemi governativi stanno collassando sotto il peso della crescente domanda e della paralisi istituzionale.

L’approvvigionamento idrico urbano è stato a lungo ai margini dell’agenda di sviluppo dell’Afghanistan: sottofinanziato, non coordinato e poco compreso. Con l’accelerazione del cambiamento climatico e l’aumento della popolazione urbana, questa negligenza sta diventando catastrofica. Una crisi, in atto da decenni, si sta ora sviluppando in tempo reale.

Un costante declino

Un tempo oasi di riserve sotterranee e sorgenti naturali, Kabul sta ora affrontando un costante e allarmante declino delle sue falde acquifere. Eppure, la crisi idrica nelle città afghane non è una novità né si limita alla capitale.

La carenza idrica urbana si è sviluppata per molteplici ragioni. Il cambiamento climatico ha alterato i ritmi stagionali che un tempo ricaricavano le falde acquifere, mentre la rapida crescita della popolazione urbana ha aumentato la domanda di acqua, superando l’espansione delle infrastrutture.

La conseguenza più evidente è che la sistematica cattiva gestione delle risorse idriche del Paese – tra cui istituzioni frammentate, una regolamentazione debole e investimenti cronici insufficienti – ha lasciato le città prive delle infrastrutture necessarie per fornire acqua sicura e affidabile. L’urbanizzazione è proseguita a ritmo sostenuto, senza considerare lo smaltimento sicuro delle acque reflue, con conseguente contaminazione delle falde acquifere.

Una crisi per tutti

Esiste anche una palese disparità nella capacità degli afghani di accedere all’acqua. Mentre i poveri delle città devono acquistare l’acqua dalle cisterne, spendendo fino al 30% del reddito familiare, i ricchi possono continuare a sprecarla senza conseguenze personali.

Ironicamente, sono coloro che hanno il potere di cambiare le politiche ad essere meno motivati, personalmente, a farlo. Per loro, l’acqua è gratuita e, se la falda acquifera si abbassa, possono sempre “comprarsi” una via d’uscita da qualsiasi carenza scavando pozzi privati ​​più profondi.

Ognuno di questi fattori di stress – cambiamento climatico, urbanizzazione, cattiva gestione ed economia politica dell’acqua – amplifica gli altri. Il risultato è una crisi idrica urbana emergente, che non è più limitata ai quartieri a basso reddito o agli insediamenti informali.

Esistono possibili soluzioni e il rapporto le prende in considerazione: dalla ricarica gestita delle falde acquifere alla riforma istituzionale. Tuttavia, allo stato attuale, con lo scioglimento delle nevi in ​​calo e le precipitazioni irregolari, la popolazione urbana in continua crescita e le istituzioni ancora frammentate, l’accesso all’acqua potabile sta diventando sempre più difficile per molti residenti urbani.

La questione non è più se le città afghane stiano affrontando una crisi idrica, ma se l’Afghanistan possa ancora evitare il collasso dei suoi sistemi idrici urbani.

 

È possibile visualizzare in anteprima il rapporto online e scaricarlo qui

* Mohammad Assem Mayar è un esperto di gestione delle risorse idriche e cambiamenti climatici, con un dottorato di ricerca in gestione delle risorse idriche e ingegneria ambientale conseguito presso l’Università di Stoccarda, in Germania. È stato docente presso il Politecnico di Kabul in Afghanistan e attualmente è un ricercatore indipendente con sede in Germania. Pubblica su X come @assemmayar1.

 

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