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La Corte Suprema russa sospende i talebani dall’elenco russo delle organizzazioni terroristiche

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Nella gara tra imperialismi su chi si posiziona meglio nell’Asia centrale, mentre gli USA di Trump aprono alla fazione più “aperta” all’Occidente con la rimozione della taglia su Haqqani, la Russia recupera terreno con la cancellazione dell’intero branco talebano dalla lista dei gruppi terroristici

Al Jazeera, 17 aprile 2025

La Corte Suprema russa ha sospeso l’interdizione nei confronti dei Talebani, che da oltre 20 anni erano considerati “organizzazione terroristica”. L’ultima mossa mira a normalizzare i rapporti con i governanti di fatto dell’Afghanistan.

La sentenza di giovedì, emanata su richiesta del procuratore generale, ha effetto immediato, ha annunciato il giudice Oleg Nefedov, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass.

La mossa a favore del gruppo che ha preso il potere in Afghanistan nel 2021 segue anni di graduale riavvicinamento con Mosca, nonostante una storia turbolenta che risale alla guerra civile afghana degli anni ’90.

Più di recente, gli interessi comuni in materia di sicurezza, tra cui la lotta contro l’ISKP, affiliato regionale dell’ISIL (ISIS) , hanno avvicinato la Russia e i talebani.

L’anno scorso, il presidente Vladimir Putin ha descritto i talebani come un “alleato” negli sforzi antiterrorismo, mentre il suo inviato a Kabul annunciava l’intenzione di rimuovere il gruppo dall’elenco.

Mosca, che negli ultimi anni ha ospitato funzionari talebani in diversi forum, sta anche cercando di utilizzare l’Afghanistan come snodo di transito per le esportazioni di gas verso il Sud-est asiatico.

“Mosca continuerà il suo percorso di sviluppo dei legami politici, commerciali ed economici con Kabul”, aveva dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov nell’ottobre dello scorso anno.

Negli ultimi anni anche altri paesi asiatici hanno migliorato i rapporti con i talebani, sebbene nessuno Stato si sia ancora mosso per riconoscerli pienamente.

Nel 2023, il Kazakistan ha rimosso il gruppo, che ha vietato l’istruzione alle ragazze e limitato la libertà di movimento delle donne, dalla sua lista di “organizzazioni terroristiche”. Il Kirghizistan ne ha seguito l’esempio l’anno scorso.

Tra i paesi con ambasciate a Kabul figurano Cina, India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Iran; Pechino è stata la prima, nel 2023, a nominare un ambasciatore dopo la presa del potere da parte dei talebani.

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