La sinistra che sostiene i Talebani ha la vista corta: Nawal El Saadawi
Da: WIEWPOINT – 10 settembre 2010 – Autrice: Sahar Saba
Alla premiata scrittrice e femminista egiziana Nawal El Saadawi non serve una presentazione. Autrice di oltre 40 libri – tradotti in più di 30 lingue – ha ispirato le donne di tutto il mondo, e in particolare quelle del mondo islamico, con i suoi scritti e con la sua coraggiosa battaglia contro l’oscurantismo. E’ stata minacciata di morte, licenziata dal lavoro dalle autorità egiziane e imprigionata. Nonostante i suoi libri siano stati banditi e sia stata anche esiliata, è sempre stata ferma sulle sue posizioni ed eloquente in merito al socialismo e ai diritti delle donne.
L’azione di Osama Bin Laden di nove anni fa è diventata immediatamente popolare nell’intero mondo musulmano. Secondo lei, dopo nove anni, come il mondo musulmano ha beneficiato o sofferto dell’11 settembre?
Dopo nove anni, nessuno ha beneficiato dell’11 settembre ad eccezione delle potenze locali e globali, che hanno dato avvio alla guerra coloniale del petrolio e scatenato conflitti religiosi nelle regioni arabe.
Il mito che quanto avvenuto l’11 settembre sia stato organizzato dagli stessi Stati Uniti è tuttora ricorrente. Attualmente, anche se in modo privato, molti musulmani rinnegano l’esistenza di Osama Bin Laden. Cosa ne pensa?
Ci sono molti miti in questo mondo; le politiche globali e locali sono costruite sulle menzogne. La verità verrà a galla in un lontano futuro.
L’attacco a Ground Zero fu accolto con entusiasmo da tutto il mondo arabo/musulmano. Osama divenne un uomo di successo. La consapevolezza nei confronti dei fondamentalisti nel mondo musulmano in generale e in quello arabo in particolare, è cambiata da nove anni a questa parte?
La gente dei nostri Paesi è stanca del fondamenalismo religioso, che si tratti di quello ebreo, cristiano, musulmano, o di altri. L’aumento della povertà obbliga le persone a pensare al pane prima che alla religione. Tuttavia, la gente teme l’aggressione di poteri politici religiosi legati ai governi, sia a livello locale che globale.
Come conseguenza dell’11 settembre, le libertà civili sono state limitate negli Stati Uniti. In Europa, la popolazione è sempre più sotto sorveglianza. Le società occidentali stanno diventando società Orwelliane, in cui il Grande Fratello controlla tutto costantemente. Cosa ne pensa?
E’ vero, il risultato di questo attacco è che le popolazioni occidentali e orientali hanno perso molte libertà civili. Il Grande Fratello controlla costantemente ed è pronto ad attaccare in qualsiasi momento. Viviamo nell’era post-moderna e neo-coloniale, basato sullo schiavismo militare.
Il fondamento logico della guerra afghana era catturare Osama e detronizzare i Talebani che sostenevano i terroristi. Che motivazione può avere questa guerra ora?
La guerra afghana è solo una guerra neo-coloniale con obiettivi economici, come tutte le altre guerre per il petrolio che utilizzano le religioni.
C’è la tendenza, in particolare nella sinistra occidentale, a sostenere i Talebani unicamente perché combattono contro gli Stati Uniti. Le donne afghane non considerano i Talebani dei liberatori. Qual è la sua opinione circa la caratterizzazione dei Talebani come liberatori?
I Talebani come Bin Laden e altri fondamentalisti religiosi sono prodotti degli Stati Uniti; non solo uccidono le donne, ma uccidono tutti gli uomini e tutte le donne in nome di Dio. Dividono le persone in nome della religione; agiscono contro la gente e non con la gente. La cosiddetta sinistra, sia dell’ovest che dell’est, che sostiene i Talebani solo perché combattono contro gli Stati Uniti ha la vista corta. Le donne dei nostri Paesi sono lacerate da tutti questi gruppi politici, che siano di sinistra, di destra o altro.
Sahar Saba è un’attivista nel campo dei diritti delle donne. Per molti anni è stata portavoce dell’Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane (RAWA) ed ha anche lavorato con RAWA nei campi profughi in Pakistan e Afghanistan svolgendo svariati compiti. Negli ultimi anni ha viaggiato in molti Paesi per far conoscere la voce delle donne afghane. E’ nata a Kabul. La sua famiglia è emigrata in Pakistan, Paese in cui Sahar Saba è diventata un’attivista di RAWA. E’ laureata in legge all’Università di Londra e tuttora scrive su temi che riguardano le donne afghane.
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