Tabula rasa
Peacereporter 18 Novembre 2010
Nella provincia afgana di Kandahar le truppe Usa radono al suolo tutte le case, a volte interi villaggi, abbandonati dai civili sfollati, per neutralizzare eventuali trappole esplosive
Le migliaia di sfollati fuggiti nelle scorse settimane dai distretti rurali attorno a Kandahar, dove da fine settembre è in corso l’offensiva militare americana Dragon Strike, non avranno più una casa a cui tornare, perché le loro abitazioni abbandonate vengono deliberatamente demolite dalle truppe Usa per neutralizzare mine e trappole esplosive che i guerriglieri talebani possono avervi nascosto, e che hanno già provocato decine di vittime tra le fila americane.
Complessi di edifici e spesso interi villaggi disabitati vengono rasi al suolo ricorrendo all’uso di bulldozer blindati, artiglieria pesante e aviazione. Vengono sistematicamente demoliti anche tutti i muri di cinta, i ponti sui canali e i muretti divisori tra i campi, dove il nemico potrebbe nascondersi per tendere imboscate. Per la stessa ragione, non vengono risparmiati nemmeno i filari di alberi, abbattuti a sventagliate alzo zero di mitra pesanti.
Secondo quanto scrive il New York Times, nei distretti di Arghandab, Zhari e Panjwai le forze statunitensi hanno già distrutto centinaia di abitazioni civili, forse migliaia.
”Non abbiamo cifre precise sugli edifici abbattuti, ma si tratta di un numero elevatissimo”, ha detto Zalmai Ayubi, portavoce del governatore della provincia di Kandahar, Tooryalai Wesa.
Il colonnello Webster Wright, portavoce delle forze alleate a Kandahar, sostiene che le demolizioni finora sono state 174: una stima che lo stesso quotidiano newyorkese giudica assai riduttiva rispetto alle denunce delle autorità locali.
Il governatore del distretto di Zhari, Karim Jan, ha parlato di centinaia di richieste di risarcimento solo nel suo territorio. Shah Muhammed Ahmadi, il suo omologo del distretto di Arghandab, ha riferito di almeno 130 case distrutte nel territorio di sua competenza, di cui 40 nel solo villaggio abbandonato di Khosrow, praticamente raso al suolo da una salva di 35 missili Himras. ”Altri interi villaggi sono stati distrutti perché pieni di trappole”.
Secondo Abdul Rahim Khan, un anziano capo tribale di Panjwai, in realtà le truppe Usa distruggono case e villaggi abbandonati anche senza avere la certezza che siano minati.
D’altronde, gli stessi ufficiali militari americani interpellati dal Times ammettono che ”perlustrare edifici vuoti è troppo rischioso”. Meglio raderli al suolo.
“Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace”, scriveva Publio Cornelio Tacito nell’Agricola, a proposito delle truppe dell’Impero Romano.
Enrico Piovesana
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