Affari di guerra
Petrolio e gas, miniere e marmo, strade e aeroporti, energia e agricoltura. È ricco e variegato il menù del primo accordo quadro di cooperazione economica firmato martedì a Kabul tra governo italiano e governo afgano.
La delegazione commerciale guidata dal ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, era composta, tra gli altri, da rappresentanti di Eni, Enel, Enea, Gruppo Trevi (perforazioni petrolifere), Gruppo Maffei (estrazioni minerarie), Iatt (pipeline sotterranee), Fantini (segatrici per marmo), Assomarmo, Margraf e Gaspari Menotti (estrazione del marmo) e AI Engineering (costruzioni).
Il protocollo d’intesa prevede che investimenti italiani nell’estrazione di petrolio (nel nord dell’Afghanistan ci sono giacimenti da 1,6 miliardi di barili, per un valore di 85 miliardi di euro), gas naturale (nella stessa zona vi sono riserve da 16 miliardi di metri quadri, per un valore di 39 miliardi di euro), risorse minerarie (oro, rame, ferro, carbone e il prezioso litio, forse presente nei laghi prosciugati della provincia di Herat) e pietre preziose (smeraldi e lapislazzuli).
Il ministro afgano delle Miniere, Wahidullah Sharhani, ha inoltre chiesto all’Italia di partecipare alla realizzazione della famosa pipeline transafgana (Tapi) che porterà in Pakistan e India il gas turkmeno attraversando la provincia di Herat. Il progetto, di difficile realizzazione per ovvi motivi di sicurezza, potrebbe beneficiare dell’innovativa tecnica di posa condutture ‘trenchless’ (senza scavo a cielo aperto) della Iatt.
Altro settore in cui l’Italia investirà parecchio è quello del marmo. Vicino Herat si trovano le cave di Chest-i-Sharif, famose per la pregiata qualità di marmo bianco. Le aziende del nostro paese svilupperanno lo sfruttamento di questa importante risorsa: dall’estrazione al taglio dei blocchi, fino al loro trasporto in città, tramite la costruzione di un’apposita strada lunga 28 chilometri.
A Herat l’Italia investirà poi quasi 60 milioni di euro per sviluppare il piccolo aeroporto cittadino, dove le nostre aziende costruiranno nuove strutture e piste d’atterraggio per trasformarlo in uno scalo aereo commerciale collegato alle rotte internazionali.
Gli altri settori di cooperazione economica citati dal Protocollo d’intesa sono quello energetico (per elettrificare con fonti rinnovabili i villaggi della provincia e dotarli di pompe per l’acqua), tessile e agroalimentare.
Enrico Piovesana
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