Il tradimento dell’Occidente
Discorso di ringraziamento di Said Mahmoud Pahiz, rappresentante del Partito Afghano della Solidarietà (HEZB E HAMBASTAGI Afghanistan), per essere stato invitato alla conferenza L’altro Afghanistan, organizzata dal partito tedesco Die Linke a Berlino il 28 e 29 gennaio 2011.
Cari amici del Partito della Sinistra tedesco,
prima di tutto voglio esprimere la gratitudine del Partito Aghano della Solidarietà verso il Partito della Sinistra tedesco perché solitamente in conferenze simili a questa sull’Afghanistan sono invitati una rappresentanza di criminali e fondamentalisti anti-democratici, mentre voi avete invitato un rappresentante di un partito anti-fondamentalista che lotta per la democrazia. Questa conferenza è stata probabilmente l’unica nella quale non fosse invitato nessun criminale afghano. Per questa ragione avete sicuramente guadagnato il plauso e il riconoscimento della gente dell’Afghanistan.
Poiché la maggior parte dei nostri amici invitati qui hanno parlato della catastrofica situazione dell’Afghanistan di oggi e delle ineguagliate disgrazie che hanno travagliato la nostra terra, io preferisco dilungarmi meno sulla situazione contingente – sugli esempi concreti della criminalità rampante, dei saccheggi, dei tradimenti, della corruzione e della “mafia-zzazione” della nostra società nella sua interezza- e piuttosto parlare di più del bisogno reale di una forza democratica presente nel paese, e del tradimento che è stato perpetrato nei riguardi di tutti coloro che anelano alla libertà per mano dei poteri occidentali nel corso dei tre decenni passati.
È oggi chiaro a tutti che nel nome della “guerra contro il terrorismo” l’Afghanistan è praticamente diventato terra di nessuno al centro di conflitti portti avanti da guerrafondai e paesi prepotenti, e si trova in una situazione peggiore che nel 2001.
A seguito dell’invasione sovietica dell’Afghanistan [1978, N.d.T.], gli Stati Uniti e l’Occidente cominciarono a far fuire fiumi di finanziamenti nel nostro paese. Fu in quel periodo che, secondo quanto espressamente detto dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli USA Mr. Brzezinski, gli Stati Uniti videro il fondamentalismo islamico come “il più forte bastione contro il comunismo”, e così iniziarono a sostenere e armare i gruppi fondamentalisti in accordo con il governo pakistano e attraverso l’apparato dei servizi segreti pakistani che funzionava da collettore.
I gruppi fondamentalisti che fecero la parte del leone furono il Partito Islamico di Golbodin (Hezb-i-Islami), la Società Islamica di Rabbani (Jamiat-i-Islami) e l’Unione Islamica di Sayyaf (Ettehad-i-Islami), che si avvantaggiarono della generosità della CIA e quindi si svilupparono diventando entità enormi e mostruosamente dedite al crimine. Fu durante questo periodo che la CIA reclutò Al-Qaeda e i Talebani come forze al proprio servizio nella regione. Nello stesso tempo anche l’Iran cominciò a foraggiare i partiti fondamentalisti afghani legati ai Guardiani dei Giuristi Islamici (Vilayat-e-Faqih) e di conseguenza, nel giro di pochi anni, l’Afghanistan diventò un centro per terroristi islamici fondamentalisti.
Fin dall’inizio, queste forze sinistre e criminali teorizzarono l’equazione “democrazia = regime degli infedeli” e scatenarono la loro guerra contro le forze afghane democratiche e liberali e contro le donne. In questa guerra essi furono finanziati degli USA e dall’Occidente.
Durante la resistenza contro i sovetici, i combattenti per la libertà afghani – che a un certo punto erano molto più forti e molto più organizzati dei fondamentalisti, nella arena politica afghana – furono costretti a combattere contro due nemici su due fronti diversi: da un lato, i Russi e il loro regime fantoccio, che decimarono le forze liberali richiudendo sistematicamente centinaia di cittadini nelle loro prigioni; dall’altro lato, i fondamentalisti, che non persero occasione per assassinare ed eliminare fisicamente tutti coloro che professavano posizioni liberali. Con la benedizione dei servizi segreti pakistani (ISI), il partito di Golbodin allestì numerose e orribili prigioni segrete in Pakistan, nelle quali mandò a morire intellettuali, dissidenti e attivisti contro il fondamentalismo.
Il mondo se ne stette zitto, mentre questi personaggi facevano carneficine in Afghanistan. La signora Cheryl Benard, analista ebreo-svizzero-americana per la RAND Corporation e moglie di Zalmay Khalilzad, americano di origini afghane e massimo rappresentante della politica statunitense in Iraq e Afghanistan sotto George Bush, ha ammesso “All’inizio tutti pensavano che non ci fosse modo di battere i sovietici. Così l’unica cosa che potevamo fare era mandare avanti i peggiori pazzi criminali che potavamo trovare, e questo causava molti danni collaterali. Sapevamo esattamente chi erano questi personaggi e che cosa erano le loro organizzazioni, ma non ci importava. Allora, abbiamo permesso loro di sbarazzarsi dei tutti i leader moderati, semplicemente di ammazzarli. La ragione per cui non abbiamo oggi leader moderati in Afghanistan è perché noi li abbiamo fatti ammazzare tutti quanti da quel gruppo di pazzi criminali svitati. Loro si occuparono di uccidere i loro oppositori: uomini di sinistra, moderati e uomini di centro. Gli uomini di queste posizioni politiche furono semplicemente eliminati, durante gli anni Ottanta e negli anni successivi” [estratto da Robert Dreyfuss, Devil’s Game: How the United States Helped Unleash Fundamentalist Islam, American Empire Project, 2005, pp. 291; corsivo aggiunto].
Quando nel 2001 gli Stati Uniti invasero l’Afghanistan, i loro leader affermarono che avevano imparato la lezione dal passato e quindi non avrebbero più sostenuto i fondamentalisti. Ma questa era una enorme bugia, poiché tutti noi abbiamo visto con i nostri occhi che fin dal primo giorno dell’invasione gli USA hanno appoggiato al potere le bande criminali dell’Alleanza del Nord e hanno sostenuto Sayyaf, Rabbani, Qanuni, Abdullah, Ismail Khan, Khalili, Mohaqiq, Fahim e altri fondamentalisti con le mani intrise di sangue, mettendoli al governo del nuovo regime fantoccio. Di fatto, questa è stata la seconda volta che l’Occidente ha tradito il nostro popolo. Grazie al potere delle sue armi moderne, l’Occidente ha messo il destino dell’Afghanistan nelle mani di assassini, criminali e oscurantisti. L’Occidente ha capito che solo i fondamentalisti erano pronti, come schiavi ubbidienti, a entrare a servitù dell’Occidente in cambio di soldi e potere, sacrificando l’interesse nazionale dell’Afghanistan all’altare degli interessi dei loro signori e padroni.
La guerra attuale condotta dagli USA e dall’Occidente contro i Talebani è, ai nostri occhi, la guerra del signore contro i suoi servi di un tempo. Così come fin dall’inizio i talebani furono portati sulla scena, finanziati ed equipaggiati dall’Occidente, allo stesso modo prima o poi essi avranno accesso al governo da operetta di Kabul – non si stanno lesinando gli sforzi per portarli all’ovile. I talebani sono un’entità pericolosa e venale che non potrà mai rappresentare il nostro popolo.
Un’entità medievale come i talebani non ha alcuna presa sul popolo afghano né può portare avanti alcuna speranza per conto degli afghani. I crimini commessi dagli USA e la corruzione e l’impotenza del governo da operetta di Karzai li hanno rinvigoriti. Se in questo momento i Talebani stanno combattendo contro gli USA e la NATO, nello stesso tempo sono in combutta con loro e in pratica una parte dei finanziamenti mandati dagli USA e dall’Occidente per la ricostruzione dell’Afghanistan finisce nei loro forzieri; e il denaro prestato a loro dal regime sanguinario dell’Iran e dal governo pakistano viene opportunamente ignorato. Quei partiti politici e quelle organizzazioni occidentali che considerano i Talebani una “forze di resistenza” o una forza “anti-imperialista” meritano solo di essere ricorperti di ridicolo, dal momento che semplicemente non capiscono che una entità fascista, reazionaria fin dal suo midollo non potrà mai essere una “resistenza” o una forza “anti-imperialista”.
Mentre l’Occidente, con in testa gli USA, continua a commettere crimini e imbrogli contro l’Afghanistan, negli ultimi dieci anni non sono stati lesinati sforzi per impedire che una forza realmente democratica e antifondamentalista sorgesse nel paese e prendesse l’iniziativa. E mentre i partiti fondamentalisti e i loro uomini si sono messi in tasca miliardi provenienti dagli aiuti occidentali, non c’è stato il minimo sostegno alle organizzazioni per la democrazia e ai loro rappresentanti. Al contrario, è stato permesso che nel paese si affermasse un’atmosfera di intimidazione, di minaccia e di prepotenza verso queste forze. Questo tipo di politica occidentale è stata portato avanti non solo in Afghanistan, ma anche in Irak. L’Occidente cerca di schiacciare e spazzare via ogni mente progressista e liberale in questi paesi, allo scopo di potere controllare questi paese senza fastidiosi mal di testa, attraverso un manipolo di mercenari e spie locali.
Gli elementi liberali e progressisti hanno sofferto i peggiori sacrifici negli scorsi trent’anni e un numero inimmaginabile dei migliori e più appassionati patrioti sono stati annientati. Ma la storia è testimone che in nessun paese gli aggressori sono stati mai capaci di tenere asservita una nazione per sempre, attraverso traditori e forze oscurantiste. Oggi il nostro paese si deve ancora confrontare con vari nemici: criminali forze fondamentaliste afghane (i Talebani e l’Alleanza del Nord), occupanti stranieri e, in tandem con l’Occidente, la lunga mano criminale dei paesi confinanti, Iran e Pakistan in particolare, che lavorano duro contro l’Afghanistan.
Solo un movimento di liberazione anti-fondamentalista può dare l’indipendenza, la libertà e la democrazia al nostro popolo. Oggi, più che mai in passato, esiste un fertile terreno perché le organizzazioni che aspirano a creare un simile movimento possano fare un lavoro dal basso, tra le masse. Per contro, il popolo afghano nutre un profondo odio verso i fondamentalisti e gli invasori, per cui queste forze malvage non hanno alcun supporto popolare su cui fare affidamento, ed è solo attraverso il potere delle armi, dei soldi e del sostegno degli USA e dell’Occidente che riescono a governare.
È per rispondere a questo bisogno sociale che è stato fondato il Partito Afghano della Solidarietà. Nonostante il Partito della Solidarietà non abbia ricevuto alcun aiuto o assistenza da nessun paese o istituzione nel mondo, e nonostante la miriade di difficoltà e di costrizioni cui ha dovuto fare fronte, e nonostante le minacce, le violenze e le intimidazioni subite dai suoi nemici, il suo messaggio di democrazia e indipendenza è stato accolto con adesione dal popolo afghano e le nostre esperienze con la gente di questi ultimi anni sono state molto incoraggianti. Se da un lato siamo sotto il pugno repressivo del governo mafioso di Karzai, dei signori della guerra, dei Talebani e dei loro portaborse, dall’altro godiamo di un incoraggiante benvenuto da parte del nostro popolo, e nel potere del popolo noi abbiamo un’assoluta fede.
Il nostro partito accusa gli USA e l’Occidente di commettere crimini contro la nostra gente e di continuare a tradirla. A causa dei loro interessi economici, politici, strategici e militari, gli USA e l’Occidente, che non attribuiscono alcun valore al benessere della nostra gente, si sono alleati con i nostri più sordidi nemici. Sono ormai in milioni a chiedere il ritiro delle forze occidentali dall’Afghanistan. Con il loro ritiro, i loro pupilli afghani resteranno orfani e perderanno il supporto che li ha sin qui sostenuti, e il popolo afghano si dovrà confrontare non con la potenza degli USA e dei loro alleati NATO con il più sofisticato arsenale di armi al mondo, ma con un pugno di criminali e traditori afghani. Questo renderà molto più facile la nostra lotta per la libertà.
Noi crediamo che, per ingannare l’opinione pubblica nei loro paesi, gli USA e l’Occidente parlano di ritiro delle loro forze dall’Afghanistan entro il 2014, ma in realtà gli USA vogliono mantenere Afghanistan come loro principale base strategica per sostenere la loro posizione globale, esercitare il loro potere e tenere a bada i loro rivali asiatici (Russia, Cina, India, Iran). Gli USA non rinunceranno all’Afghanistan tanto facilmente, a meno che non siano cacciati per mano della nostra gente.
Il Partito Afghano della Solidarietà sta lavorando per mobilitare un grande movimento per la democrazia e contro il fondamentalismo. Questo grande movimento sta guadagnando tanto più consenso tra la popolazione afghana quanto più vengono portati avanti gli insidiosi “grandi giochi” dei poteri occidentali e i crimini commessi dai loro lacchè nel nostro paese. Negli ultimi anni la nostra gente ha più volte organizzato manifestazioni contro i selvaggi massacri di civili afghani da parte delle forze USA e NATO. In qualità di forza politica progressista, noi consideriamo nostro dovere guidare questo risentimento popolare e questa indignazione e farlo confluire in un movimento nazionale anti-fondamentalista e anti-occupazione. Questa è l’unica soluzione possibile alla situazione che si è venuta a creare nel nostro paese. Nessuna nazione nella storia mondiale è mai riuscita a ottenere la liberazione e l’emancipazione senza la lotta e l’insurrezione popolare.
Il nostro partito attribuisce un grande valore alla solidarietà internazionale delle forze democratiche e progressiste. Noi chiediamo che le forze contrarie alla guerra in Germania, e tutti coloro che difendono la giustizia e la libertà, non si dimentichino dei loro compagni in Afghanistan. Il nostro appello a voi è questo: se i vostri governanti sostengono più sanguinari nemici della libertà e della democrazia, siete voi, insieme alle forze della vostra base, che noi interpelliamo per avere fattivo sostegno al Partito Afghano della Solidarietà; siete voi coloro da cui ci aspettiamo che giochino un ruolo positivo nella lotta della nostra gente per l’emancipazione dalla morsa della tirannia e dell’ignoranza.
Lascia un commento