Versione Petraeus
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Peacereporter 24 febbraio 2011
“Una messa in scena la strage di civili a Kunar: bambini bruciati dai genitori per spacciarli come vittime dei nostri bombardamenti”
Il comandante delle truppe Nato in Afghanistan, il generale americano David Petraeus, è stato convocato dal presidente Hamid Karzai per riferire sull’ultima strage di civili causata da un bombardamento aereo: quella che sarebbe avvenuta venerdì scorso nella provincia orientale di Kunar e nella quale avrebbero perso la vita cinquanta civili, tra cui ventinove tra donne e bambini.
L’immagine simbolo di questa ennesima tragedia è diventata la foto di un bambino con la testa, un braccio e una gamba fasciati, che giace in un letto dell’ospedale di Asadabad, capoluogo della provincia.
Secondo il Washington Post, durante il colloquio con Karzai e i suoi collaboratori, il generale Petraeus ha scioccato i suoi interlocutori affermando che le famiglie di quel villaggio, d’accordo con i talebani, hanno bruciato gli arti dei loro bambini spacciandoli per vittime di una strage che in realtà è stata solo una messa in scena.
”Sono rimasto frastornato dalle parole del generale, mi girava la testa”, ha dichiarato al quotidiano statunitense uno dei partecipanti all’incontro. ”Ma come si può pensare che un padre faccia una cosa del genere a suo figlio! Ha detto che genitori filo-talebani hanno contattato le autorità locali inventandosi una strage di civili e poi hanno bruciato gli arti dei loro figli e li hanno mandati all’ospedale.
”Le parole del generale Petraeus hanno profondamente disturbato tutti quanti, compreso il presidente Karzai”, ha commentato al Post un altro ufficiale presente alla riunione. ”Uccidere decine di civili e poi, invece di chiedere scusa, accusare loro stessi è una cosa disumana!”.
Interpellato sulla vicenda, il portavoce del comando Usa a Kabul, ammiraglio Gregory Smith, ha dichiarato che durante l’operazione di Kunar sono state intercettate conversazioni telefoniche tra talebani della zona nelle quali discutevano di come mettere in scena una strage di civili per indurre le autorità afgane a fermare i bombardamenti americani.
”I nostri filmati dell’operazione mostrano che in zona non c’erano civili – ha spiegato l’ammiraglio Smith – e i rapporti medici che abbiamo ricevuto riguardo i bambini feriti indicavano la possibilità che fossero stati bruciati. Sappiamo che spesso i bambini afgani vengono puniti dai genitori con l’immersione di braccia o gambe nell’acqua bollente: potrebbe essere questo il caso”.
Questa, invece, è la versione dei fatti che i talebani hanno dato in un comunicato ufficiale dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan: ”Il brutale attacco aereo americano ha distrutto cinquanta abitazioni civili nelle aree di Adargol, Chowki e Wigal, nel distretto di Ghaziabad, provincia di Kunar. Le abitazioni colpite appartenevano a gente che non ha nessun legame con la guerriglia o qualsivoglia fazione ribelle, gente comune e povera. Il bombardamento è avvenuto durante la notte, mentre tutti dormivano. Il risultato è stato il martirio di 70 civili: anziani, donne e bambini. Numerosi i civili feriti”.
Enrico Piovesana
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