In radio, sui siti on line. La notizia parte male dalle agenzie di stampa.
++ AFGHANISTAN: ATTACCATA PATTUGLIA, CONTUSO ITALIANO ++ UCCISO UN AUTISTA CIVILE LOCALE, UN ALTRO È RIMASTO FERITO (ANSA) – ROMA, 29 DIC – Un militare italiano in Afghanistan è rimasto contuso, per una scheggia che ha colpito il giubbetto antiproiettile, in seguito ad un attacco da parte di insorti nell’ovest del paese. Nell’attacco è rimasto ucciso un autista civile locale ed un altro è rimasto ferito.(ANSA)
Poi i giornalisti riprendono la notizia. Ma come?
Copiaincolla, come accade spesso. La fretta, la velocità, il dare la notizia al volo, la routine.
Allora rileggiamo la notizia.
Fatto: c’è stato un attacco a un convoglio militare.
Fatto: ci sono un morto e due feriti.
E qui il bivio, ignorato per superficialità o per scelta editoriale. La scelta editoriale di chi ritiene che i ‘nostri’ ragazzi siano notizia di interesse nazionale mette il contuso nel titolo e in primo piano.
Ma la notizia è che un uomo è morto e due uomini sono rimasti feriti. Il morto è afgano.
Ed è un civile.
Proviamo a riscriverla allora questa notizia.
Afghanistan: attacco a convoglio militare nell’Ovest del paese. Un autista afgano, civile, è stato ucciso. Un altro è rimasto ferito. Nell’attacco anche un militare italiano è stato ferito in maniera lieve da una scheggia che ha colpito il giubbotto antiproiettile.
Se si perde la dimensione di cosa sia un essere umano, perdiamo tutti quanti un pezzo di umanità.
Scrivere notizie presuppone saperle anche leggerle, con il giusto carico di responsabilità. Si tratta di materia da maneggiare con cura.
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