Strage in Afghanistan: i testimoni smentiscono la versione ufficiale
E-il mensile – 12 marzo 2012
Secondo i comunicati ufficiali della missione Isaf, un soldato americano avrebbe fatto strage di civili in due differenti località nella provincia di Kandahar. Pesantissimo il bilancio che al momento conta quindici civili uccisi e altri cinque feriti. Tra le vittime ci sarebbero anche donne e bambini. Subito dopo il gesto folle il soldato si è consegnato alle autorità. La notizia, data in un primo momento dal Washington Post, è stata confermata da una nota del comando Isaf, la missione Nato presente in Afghanistan.
Le testimonianze degli abitanti del villaggio contrastano non poco con le “indagini” ufficiali: a sparare, secondo tutti i testimoni, non sarebbe stato un soldato in preda ad un raptus di follia, ma un gruppo numeroso di militari definiti “ubriachi” da chi ha assistito alle sparatorie. “Sono arrivati ridendo e urlando. Poi sono entrati in casa e hanno sparato”, dicono i testimoni.
Non sarebbe la prima volta che le versioni ufficiali della missione militare in Afghanistan si rivela del tutto infondata. E del resto appare molto improbabile che un militare se ne vada in giro da solo nella notte per territori ostili del tutto indisturbato a compiere una strage riuscendo poi a rientrare alla base in tutta tranquillità e sicurezza.
Il distretto in questione, a sud-ovest di Kandahar City, è stato uno dei campi di battaglia più duri della guerra in Afghanistan. Questo episodio, avvenuto sulla scia del rogo dei Corani che ha scatenato la rabbia del popolo afgano, rende la situazione nel paese ancora più pericolosa ed esplosiva.
Durissime, almeno nella forma, le reazioni del governo afgano, secondo cui la missione militare ha ormai superato ogni limite tollerabile di coinvolgimento di civili. Preoccupata la reazione statunitense. Obama promette “indagini approfondite”.
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