Afghanistan: la vita mancata dei bambini.
Mondoinformazione, – 26 luglio 2013, scritto da Marta Villani (13 giugno 2012).
Uno studio promosso da UNICEF e dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon sulla situazione dell’infanzia nel tormentato stato dell’Afghanistan ha rivelato in queste ore dati sconcertanti; come al solito i freddi numeri portano a inquadrare la gravità dei problemi. Si è registrato infatti che nel 2011 sono stati uccisi solo in questo paese circa 1756 bambini, praticamente 5 al giorno; vite spezzate dagli attacchi suicidi dei kamikaze, dai bombardamenti più quotidiani che periodici e dal loro arruolamento nelle milizie delle Forze di Sicurezza Nazionali afghane.
Ha dichiarato il vice rappresentante dell’Unicef in Afghanistan, Vidhya Ganesh: “È assolutamente necessario che tutte le parti in conflitto facciano il possibile, adesso, per proteggere la vita e i diritti di base di ogni bambino dell’Afghanistan”.
La cosa allarmante, oltre ovviamente alla tragedia costituita dalla perdita di ciascuno di questi essere umani totalmente innocenti, è l’abitudine che il mondo ha acquisito di fronte a queste situazioni. Il dolore e lo sconcerto di fronte a queste situazioni si è affievolito insieme al clamore che potrebbe-dovrebbe suscitare perchè queste stesse situazioni sono entrate a far parte del normale corso degli eventi. Questo ha contribuito ad una mancata attuazione di un programma concreto per la tutela del diritto alla vita dei bambini di ogni paese, a cominciare da quelli attraversati da guerrre interne ed esterne come l’Afghanistan.
Associazioni internazionali come UNICEF e Amnesty International da anni si occupano di impiegare tutte le energie possibili a favore dei bambini trattati come oggetti di guerra; Unicef infatti esorta tutti i gruppi armati di opposizione a fermare il reclutamento di bambini e o giovani al di sotto dei 18 anni di eta’ e invita il governo dell’Afghanistan ad assicurare che il Piano di Azione venga attuato per fermare e prevenire il reclutamento di minorenni.
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