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Il discorso della famosa politica afghana Malalai Joya all’Università del Minnesota

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Defense Committee of Malalai Joya – di Erik Randall, Università del Minnesota – 18 ottobre 2013

malalai joya ucsb 2013Il 16 ottobre scorso Malalai Joya, celebre politica afghana ed ex-membro del parlamento, ha tenuto una conferenza presso l’Università del Minnesota. Joya è ammirata e sostenuta da molta gente, sia nel suo paese che nel mondo intero, per il suo coraggioso attivismo politico. È stata pioniera in Afghanistan nella lotta per i diritti delle donne, la trasparenza politica e la riforma democratica; la sua aperta opposizione verso la tolleranza del governo afghano nei confronti del terrorismo e della violenza le ha causato l’espulsione dal parlamento nonché sei tentativi di assassinio.

Il principale e più lungo messaggio che Joya ha trasmesso durante la conferenza è stata l’appassionata opposizione a ciò che ha definito l’imperialismo e il colonialismo americano nel suo paese. I vaghi obiettivi per cui gli Stati Uniti avrebbero dato avvio alla “guerra al terrorismo” hanno causato un un prolungato periodo di caos e distruzione nel mondo islamico e un’infinita quantità di danni collaterali, ricaduti principalmente sulla popolazione civile afghana.

Joya ha dichiarato che durante l’occupazione americana lo standard di vita e di sicurezza delle donne è peggiorato, in pieno contrasto con il ripetuto mantra secondo cui una delle ragioni della guerra in Afghanistan sia l’abissale mancanza di diritti delle donne in questa parte del mondo.

Per dare un esempio di questa ipocrisia, Joya ha mostrato la famosa copertina della rivista Time con la foto di Bibi Aisha, una donna a cui era stato tagliato il naso, e la scritta “Cosa succede se lasciamo l’Afghanistan”. Ironia della sorte, questo crimine è stato commesso proprio durante l’occupazione americana in Afghanistan. Ma c’è di peggio: Joya ha affermato che la presenza degli Stati Uniti nel suo paese non fa altro che rafforzare quei gruppi estremisti che costituiscono la più grossa minaccia per le donne.

 

Joya ha definito il rapporto fra gli USA e i loro nemici fondamentalisti islamici della regione come “il gioco di Tom e Jerry”. In realtà, la campagna militare americana apparentemente senza fine per sradicare e neutralizzare i gruppi terroristici è come cercare di tagliare un getto d’acqua: essi  rinascono ancora più velocemente di prima. Inoltre, la prolungata presenza militare – che ha superato tutte le previsioni ufficiali – non fa altro che rafforzare ideologicamente questi gruppi e dare loro credibilità e sostegno agli occhi di molte persone disperate, che li considerano l’unica forza in grado di resistere all’invasione straniera.

Ma ciò che è più preoccupante secondo Joya, è la rilevante infiltrazione dei gruppi terroristici e dei signori della guerra delle varie regioni all’interno del “governo fantoccio” afghano, nel suo servizio civile e militare. La grossa cospirazione tra l’amministrazione e i suoi presunti nemici non fa altro che rafforzare l’impossibilità di mettere in pratica la legge e la giustizia all’interno del paese e discredita ulteriormente l’occupazione americana, la quale sta in realtà sostenendo quelle strutture al potere che sembra verosimilmente voler distruggere. Joya ammette che se la presenza americana dovesse dissolversi da un giorno all’altro, i signori della guerra e i terroristi sarebbero ancora più liberi nel dominare la popolazione afghana. Tuttavia, l’effetto sempre più nocivo della presenza statunitense è così dannoso che l’unica soluzione possibile è che gli USA se ne vadano definitivamente e nel più breve tempo possibile.

Joya ha poi descritto i gravi problemi che esistono nell’apparente sistema “democratico” del suo paese e il modo in cui questo termine viene utilizzato per dare una parvenza di legittimità ad un’amministrazione completamente defunta e corrotta. Contrariamente a ciò che dovrebbe essere lo spirito della democrazia, Joya è stata espulsa dal parlamento afghano solo per aver parlato liberamente e aver sottolineato la corruzione del governo che mette sistematicamente a repentaglio l’Afghanistan.

Benché non fosse l’unica donna membro del parlamento, ha espresso la sua costernazione per non aver ricevuto alcun sostegno dalle sue colleghe donne, molte delle quali sono affiliate ai signori della guerra afghani e sono spesso presenti solo come “pezzi da esposizione”, allo scopo di rafforzare ulteriormente l’apparente democrazia del paese. In merito alla correttezza delle elezioni in Afghanistan, Joya ha dichiarato: “Non è importante chi vota, ma è importante chi conta”.

Nonostante l’innumerevole quantità di problemi da lei elencati nei confronti di quei governi etichettati come democratici (incluso quello degli Stati Uniti, che ha descritto come “regime guerrafondaio”), Joya è chiaramente una forte sostenitrice della democrazia. Ha lodato gli informatori statunitensi Edward Snowden e Chelsea Manning, chiamandoli “eroi” per aver osato parlare apertamente del crescente apparato globale di sorveglianza, il progetto “fiore all’occhiello” dell’Agenzia Nazionale di Sicurezza degli Stati Uniti. Rivolgendosi direttamente alla popolazione statunitense, che ha definito “grande” e “amante della giustizia”, ha sottolineato che che la corruzione e la criminalità dei governi possono e devono essere subordinati alla volontà del popolo e che ci sarà sempre solidarietà fra i popoli per la ricerca della giustizia e della prosperità, indipendentemente dai paesi in cui vivono.

Durante la sessione di domanda e risposta, Joya è stata sfidata – con rispetto – da un membro del pubblico che ha chiesto quale potrebbe essere l’azione più appropriata da intraprendere quando la comunità internazionale viene minacciata da uno stato quasi “fallito” come l’Afghanistan, che  produce emorragie di oppio, estremisti e profughi senza documenti. La persona in questione, un Iraniano, ha parlato del pericolo che corrono sia i paesi confinanti che il mondo intero se non si impone ordine in una regione così immersa nel caos.

Joya ha replicato che la presenza militare degli USA causa più danni che benefici e ha evidenziato che il ritratto che viene fatto della nazione afghana basato solo su traffici di droga e di armi è unicamente propaganda del governo iraniano. Ha anche incoraggiato questa persona ad essere solidale con il popolo afghano sostenendo le organizzazioni civili e democratiche che esistono nel paese e a contrastare apertamente il suo governo, che ha descritto come tirannico.

Questo scambio ha messo in luce le numerose dispute internazionali esistenti fra l’Afghanistan e il suo potente vicino.
L’evento è stato sponsorizzato da Women Against Military Madness (MADD), U of M Human Rights Program, U of M Human Rights Center; Amnesty International Legal Support Network, Women Student Activist Collective, Students for a Democratic Society e Students for Justice in Palestine.

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