IN AFGHANISTAN UNA NUOVA LEGGE PER FAR TACERE LE VITTIME DI VIOLENZA CONTRO LE DONNE
The Guardian – 4.2.2014
Un piccolo cambiamento nel codice criminale crea enormi conseguenze in un paese in cui i “delitti d’onore” e i matrimoni forzati sono all’ordine del giorno.
In Afghanistan la maggior parte delle violenze contro le donne avviene all’interno della famiglia, quindi questa nuova legge renderà impossibile intentare questi casi.
Una nuova legge afghana permetterà agli uomini di attaccare mogli, figlie o sorelle senza temere alcuna conseguenza legale, distruggendo così anni di lento progresso per contrastare la violenza in un paese marchiato da “delitti d’onore”, matrimoni forzati e terribili violenze domestiche.
Il piccolo ma significativo cambiamento nel codice criminale afghano impedisce ai parenti di una persona accusata di testimoniare contro di lei. Molte delle violenze perpetrate in Afghanistan avvengono all’interno della famiglia, di conseguenza questa legge – già approvata dal parlamento e ora in attesa della firma del presidente Hamid Karzai – metterà a tacere sia le vittime sia i potenziali testimoni della loro sofferenza.
“È una farsa”, afferma Manizha Naderi, direttrice del gruppo Donne per le Donne Afghane. “Tutto questo renderà impossibile portare in tribunale i casi di violenze contro le donne… Ora le persone più vulnerabili non potranno avere giustizia”.
Con questa nuova legge il pubblico ministero non potrà mai portare alla corte casi come quello di Sahar Gul, sposa bambina incatenata dai parenti in un seminterrato e ridotta alla fame, bruciata e frustata quando rifiutò di prostituirsi.
Donne come la trentunenne Sitara, con il naso e le labbra tranciate dal marito alla fine dello scorso anno, non potranno mai accusare pubblicamente i loro aggressori.
Denunciare e punire quei delitti d’onore di padri e fratelli che disapprovano il comportamento di una donna della loro famiglia diventerà praticamente impossibile. I matrimoni forzati e la vendita o il commercio di figlie per porre fine a litigi feudali o saldare debiti peggioreranno e saranno sempre meno sotto il controllo della legge, in un paese in cui la giustizia nei confronti di abusi e violenze è già molto rara.
Sahar Gul, sposa bambina incatenata dai parenti in un seminterrato e ridotta alla fame, bruciata e frustata quando rifiutò di prostituirsi.
Purtroppo è comune anche nei paesi occidentali esonerare quei testimoni che potrebbero incriminare i mariti, ma tutto questo non è niente di fronte alla coltre di divieti dell’Afghanistan.
Secondo Human Rights Watch, questa legge “scagiona tutti coloro che usano violenza contro le donne”.
Questo cambiamento si trova in una sezione del codice criminale dal titolo “Proibizione di interrogare un individuo come testimone”, inclusi bambini, dottori e avvocati difensori.
Sembra che all’inizio i senatori abbiano proposto una versione più moderata della legge, che evitava ai parenti l’obbligo di presentarsi in tribunale in caso non volessero testimoniare.
Tuttavia, entrambe le camere hanno approvato una proposta di legge che bandisce tutti i testimoni. Dal momento che la maggior parte della popolazione afghana vive in appartamenti o abitazioni condivise con la famiglia allargata, le violenze domestiche vengono facilmente coperte.
La legge è stata sottoposta a Karzai, che deve decidere se firmarla e renderla esecutiva. Dopo aver tentato invano di bloccarla in parlamento, gli attivisti stanno programmando di costringere il presidente a sospendere questa legge.
“Chiederemo al presidente di non firmare finché questa legge non sarà cambiata, faremo molta pressione su di lui”, dichiara Selay Ghaffar, direttrice dello shelter (casa per donne maltrattate) e di HAWCA, Assistenza Umanitaria per le Donne e i Bambini dell’Afghanistan. Secondo Ghaffar gli attivisti sperano di ripetere il successo avuto durante una campagna effettuata nel 2009 che obbligò Karzai a “mitigare” una legge sulla famiglia che considerava lo stupro da parte del marito come un diritto.
Tuttavia questo accadde cinque anni fa e da allora Karzai ha continuato a presiedere un numero sempre crescente di forze conservatrici. Nell’ultimo anno il parlamento ha bloccato una legge che vietava la violenza contro le donne e ha tagliato le quote per le donne nei consigli provinciali, mentre il ministero di giustizia ha ventilato una proposta che ripristinerebbe la lapidazione come punizione per l’adulterio.
“All’inizio sembravano un po’ impauriti davanti al nuovo governo e ai media” racconta Ghaffar riferendosi al periodo immediatamente dopo la caduta dei Talebani, quando i diritti delle donne sembravano il punto centrale dell’attenzione internazionale. “Invece ora fanno tutto quello che vogliono poiché hanno constatato che il governo non è poi così democratico né fortemente a favore dei diritti delle donne”.
Le truppe straniere stanno tornando a casa ed entro la fine dell’anno avranno lasciato completamente il paese. La proposta di una dipartita a lungo termine che lasciasse nel paese un numero ristretto di militari statunitensi per addestrare i soldati afghani e cacciare i militanti internazionali lungo il confine con il Pakistan è fallita per opposizione di Karzai.
I legami con Washington, molto tesi da anni, sono peggiorati a causa di tensioni nelle trattative, al rilascio di dozzine di prigionieri definiti dagli USA pericolosi talebani, ad attacchi di gruppi di ribelli e alle perdite di civili.
I paesi che hanno speso miliardi per migliorare la giustizia e i diritti umani si stanno ora focalizzando solo sui problemi legati alla sicurezza, rifiutando la politica afghana.
Heather Barr, ricercatore di Humian Rights Watch, afferma: “Nell’ultimo anno gli oppositori dei diritti delle donne sono stati incoraggiati. Possono già cominciare da ora a contrastare i loro diritti – non c’è bisogno di aspettare fino al 2015. La mancanza di risposte da parte dei donatori li ha ulteriormente rafforzati. Infatti, tutti sanno fin dallo scorso maggio che questa legge potrebbe essere approvata, ma nessun donatore ne ha mai parlato pubblicamente”.
Lascia un commento