Report dell’ONU: sono almeno 848 le vittime civili afghane a Kunduz
Rawa News dal sito Reuters – 12 dicembre 2015
L’Ospedale di Medici Senza Frontiere in Afghanistan. (Foto: AFP)
Il rapporto documenta la scarsità di cibo, la mancanza di elettricità, i saccheggi e le accuse di violazioni dei diritti umani da parte di combattenti di entrambe le parti, così come da altri uomini armati che hanno approfittato del caos.
Almeno 848 civili afgani sono stati uccisi o feriti in seguito ad un attacco dei talebani nella città settentrionale di Kunduz nel mese di settembre, secondo un rapporto delle Nazioni Unite che dettaglia le gravi condizioni sopportate dai residenti nel corso di due settimane di combattimenti.
Il numero di 289 morti e 559 feriti include almeno 30 morti e 37 feriti dovuti all’attacco aereo americano sull’ospedale gestito da Medici Senza Frontiere; questo è ciò che dichiara la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) in un rapporto.
Questi numeri potrebbero aumentare con la disponibilità di ulteriori informazioni. Indagini approfondite non sono stati possibili a causa delle condizioni di insicurezza a Kunduz.
A parte le perdite dovute al raid aereo del 3 ottobre, la maggior parte delle vittime sono state causate da piccole armi da fuoco o esplosivi utilizzati durante violenti combattimenti nelle zone residenziali.
“Nella maggior parte di questi casi, UNAMA non può attribuire le vittime a una componente specifica del conflitto”, anche se dettagliati report parlano di uccisioni deliberate di civili – tra cui persone associate con il governo – sono state compiute dai talebani.
UNAMA si unisce a coloro che chiedono un’indagine indipendente sull’attacco all’ospedale, che potrebbe essere considerato un crimine di guerra se fosse dimostrato essere stato deliberato.
Si stima che circa 150.000 persone sono rimaste intrappolate in città nel periodo più prolungato di combattimento urbano in Afghanistan dal 2001, data d’inizio della campagna guidata dagli Usa contro i talebani.
Circa 13.000 famiglie sono fuggite e si aggiungono alle centinaia di migliaia di persone già sfollate a causa delle condizioni di violenza e mancanza di sicurezza.
Il rapporto documenta la scarsità di cibo, la mancanza di elettricità, i saccheggi e le accuse di violazioni dei diritti umani da parte di combattenti di entrambe le parti, così come da altri uomini armati che hanno approfittato del caos.
“L’insicurezza, la mancanza di governance e la sospensione dello stato di diritto di questo periodo hanno determinato una perdita di protezione dei più elementari diritti umani, compresi i diritti alla vita e alla sicurezza della persona.”
“Questo caos ha consentito il crearsi di una situazione in cui le uccisioni arbitrarie e altre forme di violenza contro la popolazione gli obiettivi civili, la criminalità e la distruzione di proprietà civili ha avuto luogo.”
Il Report dichiara che i talebani hanno creato un “clima di paura” con ricerche sistematiche di attivisti per i diritti civili e delle donne che lavorano per le organizzazioni umanitarie che hanno spinto molti a fuggire dalla città.
Tuttavia, non sono state trovato le prove di violenze sistematiche o a grande scala contro le donne da parte della linea oltranzista del movimento islamista, che ha negato di aver voluto danneggiare le donne deliberatamente.
(Reporting by James Mackenzie; Editing by Robert Birsel)
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