Report semestrale dell’UNAMA, Missione dell’ONU in Afghanistan
Le migliaia di civili uccisi e feriti nei primi sei mesi del 2015 dimostrano che le parti coinvolte nel conflitto non intendono risparmiare i civili dalle violenze.
“La protezione dei civili nel conflitto armato”
Agosto 2015
Nei primi sei mesi del 2015 in Afghanistan i civili hanno patito molto pesantemente le conseguenze del conflitto armato. Tra il primo gennaio e il 30 giugno 2015, l’UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan) ha documentato 4921 vittime civili (1592 morti e 3329 feriti gravi). Queste cifre si traducono in un aumento dell’1% di vittime civili rispetto ai primi sei mesi del 2014 e segnano il più alto numero di vittime civili mai registrate in questo periodo dell’anno. In totale, tra il primo gennaio 2009 e il 30 giugno 2015 l’UNAMA ha registrato 52.653 vittime civili (19.368 morti e 33.285 feriti gravi).
Le migliaia di civili uccisi e feriti nei primi sei mesi del 2015 dimostrano che le parti coinvolte nel conflitto non intendono risparmiare i civili dalle violenze. L’UNAMA richiama con forza tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare le norme del diritto internazionale, che richiedono siano poste in essere solide e significative misure per proteggere la popolazione civile. In realtà, si continua a registrare un altissimo numero di vittime civili dovuto sia a combattimenti sul terreno sia all’esplosione di bombe in mezzo alla folla.
L’incremento del numero di vittime nei primi sei mesi del 2015 si deve principalmente a un aumento degli attacchi suicidi pianificati e delle uccisioni mirate, portati avanti da forze anti-governative.
L’UNAMA attribuisce il 70% delle vittime civili a elementi anti-governativi e il 16% alle forze pro-governative. Tra gli elementi anti-governativi vengono inclusi i gruppi identificati come Talebani, oltre a milizie armate di Haqqani, di Hezb-e-Islami, del Movimento islamico di Uzbekistan, dell’Unione Jihad islamica, di Lashkari Tayyba, di Jaysh Muhammend, di Daesh e altri ancora. Tra le forze pro-governative vengono considerate anche le forze internazionali. L’UNAMA riconduce inoltre il 4% delle vittime civili a incidenti con esplosivi rimasti sul terreno dopo i combattimenti o per altre ragioni.
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