TEMPI LUNGHI PER PORRE FINE ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.
Misna – 19 gennaio 2015
“Per porre fine alla violenza contro le donne abbiamo bisogno sforzi instancabili e tempi lunghi; in particolare, abbiamo bisogno della cooperazione sincera dei gruppi nazionali e internazionali per i diritti”, ha detto Sayeda Mujhgan Mustafawi, ministro ad interim per gli affari delle donne. Secondo il ministero, nel 2012 sono stati registrati circa 4.505 casi di violenza contro le donne. Nel 2013, il numero dei casi ha raggiunto i 5.406. La maggior parte dei casi sono legati alla tortura e l’uccisione di donne.
Per gli osservatori, tre decenni di caos in Afghanistan, la povertà, l’ illegalità, i tabù sociali, i pregiudizi sessuali e la cultura di impunità sono i principali fattori che ostacolano la spinta a porre fine alla violenza contro le donne.
Finora, nel paese, circa 13 organizzazioni stanno lavorando per i diritti delle donne, ma la violenza contro le donne resta molto diffusa. Un certo numero di giovani ragazze hanno dichiarato ai media locali che la maggioranza dei progetti delle agenzie che operano per i diritti delle donne sono nella capitale, mentre la violenza diffusa contro le donne e le ragazze è più diffusa nelle provincie. Il ministero degli affari delle donne ha fatto molto per ridurre la violenza contro le donne, come l’approvazione del diritto di famiglia, seminari di sensibilizzazione e la creazione di case di accoglienza.
Tuttavia, queste iniziative non sono sufficienti. Secondo attivisti dei diritti, altre organizzazioni competenti e, in particolare, i leader religiosi dovrebbero avviare unità di sensibilizzazione in tutto il paese.
Secondo Hosai Azizi, un attivista di Kabul, nella maggior parte del paese la violenza contro le donne si può raggruppare in due tipologie. “Una è la violenza domestica. Si tratta soprattutto di familiari e parenti, mentre l’altro tipo di violenza è commesso da altri soggetti. La violenza domestica è in cima alla lista, perché il governo non interferisce negli affari familiari dei cittadini” ha sottolineato Azizi.
Alla domanda sulle cause della violenza, Azizi ha detto ai giornalisti che i tabù sociali e gli interessi personali dei legislatori restano i motivi principali dietro le vessazioni e le torture delle donne. “Il ritardo nell’approvazione della legge sulla eliminazione della violenza contro le donne, i problemi economici in famiglia, i matrimoni forzati e precoci, l’insicurezza e l’incertezza del sistema giudiziario restano i fattoti principali per il perpetuarsi della violenza contro le donne” ha detto il ministro Mujhgan.
[PL]
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