Il Cisda aderisce alla rete “In Difesa dei diritti umani e di chi li difende”
Il Coordinamento Italiano a Sostegno delle Donne in Afghanistan lavora dal 1998 a fianco di chi difende i diritti umani. La cosiddetta “madre di tutte le bombe” MOAB (massive ordnance air blast) che Trump ha sganciato in Afghanistan è solo l’ultimo episodio di violenza e distruzione di un paese che è in guerra. Ormai è chiaro che l’intervento militare di Stati Uniti e Comunità Internazionale non ha portato pace, né giustizia né democrazia.
Purtroppo l’Afghanistan non è l’unico paese a soffrire l’assenza di stato di diritto. Episodi di sequestri, incarcerazioni illegittime, come quella in Turchia che ci tiene con il fiato sospeso per le sorti di Gabriele Del Grande, nonché notizie di processi non equi, torture e vessazioni di ogni genere contro attivisti e associazioni per la tutela dei diritti umani rappresentano un fenomeno che sta assumendo le proporzioni di un’emergenza globale.
Come evidente dai rapporti e dati della Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo (FIDH) sono in aumento i casi di omicidi e assassini di chi si oppone a regimi oppressivi e si batte per la libertà e l’ambiente. Secondo il rapporto annuale dell’organizzazione non governativa Front Line Defenders, nel 2016 sono stati uccisi almeno 282 difensori dei diritti umani in 25 Paesi.
Per questo il Cisda ha deciso di unirsi alla rete “In Difesa dei diritti umani e di chi li difende”. Un network composto da oltre 30 organizzazioni e associazioni italiane attive su tematiche quali diritti umani, ambiente, solidarietà internazionale, pace e disarmo, diritti dei lavoratori, libertà di stampa e stato di diritto. Gli obiettivi principali sono promuovere campagne e iniziative volte alla tutela di chi difende i diritti umani, sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche, e chiedere alle istituzioni italiane (Governo, Parlamento ed enti locali) di impegnarsi a sviluppare strumenti e meccanismi di protezione per difensori/e dei diritti umani.
Nel 1998, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto il ruolo vitale che gli Human Rights Defenders svolgono nonché i pericoli reali a cui sono esposti e ha adottato un’apposita Dichiarazione. L’Unione Europea, a sua volta, ha elaborato Linee Guida specifiche che rappresentano un solido quadro per i lavori comunitari volti alla promozione e alla tutela dei diritti umani. Data l’attualità dell’argomento, molti paesi UE hanno proposto una serie di pratiche da adottare a livello nazionale per assicurare un approccio unico nella tutela e difesa degli human rights defenders: i visti temporanei svedesi, l’iniziativa delle città rifugio nata in Olanda, l’Humanitarian Visa Scheme irlandese per il rilascio facilitato di un visto Schengen di tre mesi su base umanitaria. Esiste anche una piattaforma “EU Human Rights Defenders Relocation Platform” che mette insieme organizzazioni nazionali, regionali ed internazionali coinvolte in programmi di temporary relocation per gli attivisti a rischio con l’obiettivo di facilitare il coordinamento tra gli attori e favorire l’ottimizzazione dei risultati raggiungibili.
La rete “In Difesa dei diritti umani e di chi li difende” ha denunciato che in Italia mancano politiche e pratiche per la tutela dei diritti umani. Nel 2018 il nostro paese assumerà la presidenza dell’OSCE. Anche all’interno della stessa area OSCE, la dichiarazione di Amburgo adottata lo scorso dicembre dalla Civic Solidarity Platform sul tema dello “shrinking space for civil society” ha confermato che i movimenti della società civile devono far fronte ad attacchi sempre più diretti nei loro confronti e ad un restringimento del loro spazio d’azione.
L’imminente presidenza OSCE dell’Italia rappresenta un’ulteriore opportunità per mettere al centro dell’agenda politica nazionale il tema dei diritti umani e di chi li difende. Governo e Ministero degli Affari Esteri devono impegnarsi ad implementare le linee guida dell’Unione Europea, ad attuare politiche nazionali e modalità efficaci e trasparenti per la protezione dei difensori e delle difensore dei diritti umani sulla scia di altri paesi UE e a mettere in pratica quanto indicato nella risoluzione approvata alla Camera lo scorso gennaio.
Si tratta, nei fatti, di tutelare diritti e libertà che la nostra stessa Costituzione sancisce e difende.
C.I.S.D.A.
Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane
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