Le nostre sorelle afghane, così sole e così coraggiose
Globalist, 23/11/2017
Si intitola Sotto un cielo di stoffa – Avvocate a Kabul il volume di Cristiana Cella che racconta la condizione delle donne in Afghanistan dopo 40 anni di guerra e 25 di governo fondamentalista.
L’Afghanistan, dopo 40 anni di guerra e 25 di governo fondamentalista islamico, è senz’altro il peggior paese per nascere donna. Le donne afgane vivono una vita inimmaginabile per noi. Private di ogni diritto, sono costrette a subire una violenza quotidiana, nelle loro famiglie, nella società, nelle istituzioni. Una violenza che continua a peggiorare nella quasi totale impunità. Ma non sono solo vittime, sono donne forti, capaci di combattere e accudire con eguale determinazione, di vincere la paura e lottare per un destino diverso.
Sono tante le donne, politiche, attiviste dei diritti umani, poliziotte, giornaliste, medici e avvocate che, a rischio continuo della propria vita, non smettono di battersi, ogni giorno, per le altre, per i loro diritti, per la giustizia e la democrazia nel loro Paese.
E proprio della resistenza delle donne parla il libro, “Sotto un cielo di stoffa, Avvocate a Kabul” di Cristiana Cella che sarà presentato sabato 25 novembre 2017 alle ore 17.30 presso la Comunità di base di San Paolo, via Ostiense 152b a Roma.
L’autrice ha una lunga esperienza di Afghanistan e racconta storie di abusi e di coraggio, di donne comuni e giovani avvocate che si battono contro le ingiustizie. Segue alla presentazione un reportage fotografico dei due giovani artisti afghani, Morteza Khalegi e Mohammed Khavari. A conclusione della serata un piatto della cucina afghana, ad offerta libera, che andrà a beneficio di un progetto di sostegno legale alle donne afghane.
Una pubblicazione a cui l’autrice ha lavorato nel corso di alcuni anni fatti di viaggi, incontri e interviste. Quello che viene fuori è una raccolta di storie e di voci di donne forti che ci portano dentro la loro vita quotidiana, facendoci partecipare alle loro sfide, al loro coraggio, tenace, generoso e leggero. Racconta, in particolare, la guerra quotidiana delle avvocate. Essere avvocata a Kabul, è un lavoro molto difficile e rischioso, lontano da quello che conosciamo nel nostro mondo.
Il filo conduttore della prima parte, a due voci, è il difficile cammino di un’avvocata che lavora al Centro donne dell’associazione Hawca (sostenuto dal progetto COSPE, Vite preziose) e della sua cliente, tra mille ostacoli, per salvare la sua vita. In questa storia se ne inseriscono tante altre, storie di tragedie e di riscatti, di dolore e di libertà.
La seconda parte del libro racconta l’Afghanistan di oggi, la vita dei suoi abitanti, sempre più fragile e minacciata, la situazione politica disastrosa, la guerra in corso, attraverso interviste, documenti e incontri. Il libro è arricchito da una parte fotografica che documenta il paese, dal 1980 ai giorni nostri, con immagini di Carla Dazzi, Cristiana Cella e Hanna Hardmeier.
Questo un frammento di questo libro intenso e coraggioso pubblicato dalla Città del Sole, una piccola casa editrice calabrese: “Il sole non è ancora sorto a Kabul e Shirin si prepara ad affrontare un altro giorno di battaglie, come ogni altra donna in Afghanistan, ma per lei è diverso. Ha scelto di lottare, non solo per se stessa, ma soprattutto per le altre, per proteggere con ogni mezzo i loro diritti e le loro vite. È una mattina come tante per Shirin, avvocata presso il Centro Legale di Hawca, e tra poco la sua vita incrocerà quella di una delle tante donne costrette a combattere la propria battaglia segreta, Roshan. Anche per Roshan comincia un altro giorno, di resistenza, nella sua casa, contro quel marito carceriere. Forse, però, questa è una giornata speciale, unica. Un rumore attira la sua attenzione, il vento fa sbattere la finestra della cucina che qualcuno ha dimenticato di chiudere; una finestra che può cambiare tutto, un piccolo spiraglio di speranza”…
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