Lettera dal carcere della co-presidente dell’HDP Figen Yüksekdağ
Care donne,
vi inviamo questo saluto in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, da un luogo dove tutti i tipi di violenza sono istituzionalizzati e godono della garanzia dello stato. Le carceri come luoghi di violenza sistematica contro la società in generale e contro le donne in particolare, stanno attraversando uno dei momenti di massima attività della loro storia. Tuttavia quelli che ci imprigionano ed esercitano questa violenza non si limitano a questo. La vita stessa è stata trasformata in una prigione per le donne, in qualsiasi luogo si trovino. Il governo maschilista, reazionario e misogino mette in atto politiche che promuovo e tutelano questo enorme regime di servitù e violenza.
L’obiettivo è quello di creare una comunità di donne che ubbidiscano, si pieghino senza fare domande, che non siano in grado di rispondere alle parole del regime al potere con parole proprie, che non riescano a difendersi da violenza, repressione e ingiustizia, che per accedere al più elementare dei diritti debbano dipendere dal permesso di un uomo. In questo modo intendono governare su metà della società e condizionare la vita nel suo complesso attraverso politiche di guerra, violenza e sfruttamento. Ovunque le donne vengano massacrate, sottoposte a violenza e ridotte in schiavitù, c’è anche resistenza.
Se la resistenza lanciata dalle sorelle Mirabal contro il fascismo, il regime di schiavizzazione e le prigioni è ancora vivo e ha continuato ad espandersi fino ad oggi, allora abbiamo solide basi per credere nella volontà delle donne e in noi stesse, nella nostra identità femminile pluralista. In tutto il mondo ci sono donne che si impegnano nella consapevolezza della sorellanza e marciano, lottano e prevalgono contro i centri di potere misogini e tirannici. Noi esistiamo! Possiamo morire ogni giorno, ma rinasciamo nuovamente ad ogni risveglio di coscienza, ogni volta che si solleva un’obiezione, quando cresce la ribellione. In questo periodo storico in cui continuano ad essere perpetrati femminicidi, aumentano anche la consapevolezza delle donne e la loro resistenza.
Assassini di donne, violentatori e uomini brutali si nutrono delle politiche sessiste e reazionarie che favoriscono gli uomini del governo dell’AKP di Erdogan. Noi ci nutriamo della nostra legittimità che nessuno ci può portar via, e dello spirito di sorellanza e solidarietà che cresce giorno per giorno. Sappiamo che la nostra causa è forte. Anche se siamo sotto assedio da tutte le parti, anche se ci sono stati strappati i nostri cari, romperemo i blocchi e intensificheremo la lotta per ognuno degli amici che perdiamo.
Quelli che promuovono e covano la violenza contro le donne nelle case, per strada e in politica non dureranno. Quelli che non levano le mani di dosso dai corpi delle donne e dall’innocenza dei bambini affonderanno nell’abisso della storia con la loro cattiveria. Quelli che distruggono le conquiste che le donne hanno ottenuto attraverso molto lavoro e sacrifici resteranno sepolti sotto le loro macerie politiche. Quelli che sono convinti di avere il diritto di intervenire sulla vita delle donne, decidendo su procreazione, contratti di matrimonio, abbigliamento, vita, lavoro e sostentamento delle donne, dovranno avere a che fare con quello che meritano: la furia delle donne.
Care donne, sappiate che siamo potenti a prescindere da dove siamo e dalle condizioni in cui ci troviamo. È questo potere delle donne che a volte scorre profondo e calmo, e altre volte irrompe come un fiume tumultuoso che cambierà il mondo, la vita e il paese. La volontà delle donne che risuonerà nelle strade e nelle piazze il 25 novembre sarà il segno della nostra forza e della nostra legittima lotta. La legittimità dell’autodifesa di fronte a qualsiasi tipo di violenza contro le donne farà passi avanti.
Forti di questa convinzione, i nostri cuori battono allo stesso ritmo di quelli delle sorelle che sono fuori, nelle piazze. Saluto quelle che lottano contro la violenza in ogni luogo, contro la reclusione solitaria nell’isola di Imrali, contro gli attacchi all’integrità del corpo e alla rappresentazione politica delle donne, e contro l’indifferenza verso il lavoro delle donne. Abbraccio le donne che sono state vittime di violenza con amore, solidarietà e resistenza, e ricordo con rispetto le donne che hanno perso la vita. Sono convinta che quelle che resistono e chiedono giustizia per le sofferenze e le violenze subite dalle donne vinceranno.
Le donne che si vestono d’amore contro la morte, di speranza contro l’impotenza, di coraggio contro la paura, vinceranno.
Vi saluto con amore, solidarietà e spirito di sorellanza.
Figen Yüksekdağ
21.11. 2017
VERSIONE ORIGINALE
Dear women,
this greeting we send you on occasion of the day to eliminate violence against women comes from a place where all kinds of violence is institutionalized under state guarantee. As sites of systematic violence against society in general and women in particular, prisons are in one of the most active periods of their history.
However, those who imprison us and hence perpetrate violence do not stop at this. Life itself has been transformed into a prison everywhere for women. The male-dominant, reactionary and misogynist government is acting out the politics and guardianship of this vast regime of servitude and violence.
Their goal is to create a community of women who obey, who bow down without questioning, who cannot confront the words of the ruling regime with words of their own, who cannot defend themselves against violence, repression and injustice, whose access to the slightest right is dependent on male permission. They thus aim to rule over half of the society and the whole
of life by means of policies of war, violence and exploitation.
Wherever there are massacres, violence and enslavement against women there also is resistance. If the resistance launched by Mirabal sisters against fascism, the regime of enslavement and jails is still alive and has kept spreading to this day, then we have firm bases for confidence in woman’s will and belief in ourselves, in our pluralistic female identity. All around the world there exist
women in action and in consciousness of sisterhood marching, fighting and prevailing against centers of misogynist and tyrannical power. We exist! We may be dying every day, but we are born again with each new awakening of consciousness, rising objection, growing rebellion. In this historical period where femicide takes place, female consciousness and resistance also rises.
Murderers of women, rapist and vicious men feed on the reactionary, sexist, policies of male favoritism of AKP-Erdoğan government. We feed on our rightfulness which no one can take away from us, and from the spirit of sisterhood and solidarity that grows day by day. We know our source is strong.
Even if we are surrounded on all sides, even if our loved ones have been ripped from among us, we will break the blockades and step up our struggle for each
friend we lose.
Those who advance and nurture violence against women at home, on the street and in politics will not endure. Those who do not take their hands off of women’s bodies and children’s innocence, will sink into the abyss of history with their evil. Those destroy the achievements women made through much work and sacrifice will get trapped under their own political debris. Those who find in themselves the right to intervene in the childbirth, marriage contract, clothing, life, work and livelihood of women shall have to face with what they
deserve: the fury of women.
Dear women, know that we are powerful regardless of where we are or what condition we are in. It is this woman power which flows deep and calm at times and like a tumultuous river at others that will change the world, life and the country. Woman’s will resounding the streets and squares on 25 November will be the stamp of our power and rightful struggle. The legitimacy of self-defense in the face of all sorts of violence against women will thus pass a threshold.
With this conviction, you should know that our hearts beat to the same tune with our sisters who are out in the squares. I greet those who struggle against violence everywhere, against solitary confinement in the island of İmralı, against attacks on the body integrity and political representation of women, and against the disregard for woman’s labor. I embrace the women who have been targets of violence with love, solidarity and resistance, and I remember with respect the women who have lost their lives. I am convinced that those who resist to bring justice to women’s suffering and fury will win. Women who don themselves with life against death, hope against helplessness, courage against fear wil win.
I greet you with love, solidarity and comradeship.
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