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Meena in Italia al XIX Congresso del PSDI Milano 24 – 30 marzo 1982

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Cisda, 27 maggio 2017

Umanità 261x300Alcuni mesi fa le nostre amiche di Rawa hanno mandato un ritaglio di un giornale italiano dove si può vedere una foto di Meena.

Il giornale è “L’Umanità” organo del Partito Socialista Democratico Italiano. Dopo varie ricerche abbiamo trovato presso la Biblioteca Comunale di Ivrea la copia del giornale e abbiamo recuperato le scansioni. Nella prima pagina del giornale si può leggere l’articolo dal titolo “Gli afghani: sosteneteci nella nostra battaglia” dove è trascritto il discorso tenuto da Meena al congresso. 

Abbiamo anche trovato sul sito di Radio Radicale il link della registrazione di tutto il Congresso. Qui sotto  la voce di Meena:

Di seguito trovate l’articolo che abbiamo trascritto integralmente.Meena è introdotta da un rappresentante dei mujaheddin del popolo e la loro presenza al congresso Psdi nell’elenco delle delegazioni straniere è presentata come “Resistenza afghana”.

L’UMANITÀ QUOTIDIANO DEL PARTITO SOCIALISTA DEMOCRATICO ITALIANO Sezione dell’Internazionale Socialista

Sabato 27 Marzo 1982
Terza giornata di lavori al XIX Congresso Nazionale del PSDI a Milano
Dalla realtà dei fatti emerge la supremazia del socialismo democratico sul comunismo

GLI AFGHANI: SOSTENETECI NELLA NOSTRA BATTAGLIA

Un momento di grande commozione il congresso lo ha vissuto quando i due rappresentanti della resistenza afghana che seguono dalla prima giornata i nostri lavori, sono saliti alla tribuna per portare il messaggio del popolo afghano, messaggio che è stato letto nella sua madrelingua dalla dirigente delle donne rivoluzionarie afghane, Kamal Keshvar. Delegati ed invitati in piedi hanno lungamente applaudito.

Da un testo tedesco del messaggio, il compagno Bemporad ha tradotto e letto per il congresso il messaggio della resistenza afghana che riproduciamo integralmente:

Cari amici, in nome del popolo afghano, in nome del movimento della resistenza, in nome della libertà. Salutiamo il Presidente e il Segretario del Partito, i delegati del congresso socialdemocratico e tutti i rappresentanti delle delegazioni straniere.

Attraverso la vostra calorosa accoglienza abbiamo compreso che noi abbiamo amici anche in Italia, che ci sostengono e attribuiscono il valore che merita alla guerra di resistenza del nostro popolo.

Vi ringraziamo di nuovo per la vostra cordiale accoglienza.

Cari amici, sono passati due anni dalla palese invasione dell’Unione Sovietica in Afghanistan. Il nostro popolo ha assunto con fermezza e senza piegarsi proseguendo eroicamente nelle condizioni di difficoltà il peso della guerra che continuano a condurre gli occupanti sovietici.

Gli invasori sovietici che si sono armati per conquistare il mondo vogliono utilizzare l’Afghanistan come un punto d’appoggio per ulteriori invasioni e per il controllo sulle più importanti regioni e sui mari di importanza strategica. Essi hanno rafforzato la loro influenza sul governo iraniano e cercano di inserirsi nella situazione interna del Pakistan. Per l’Unione Sovietica l’Afghanistan è molto importante perciò essa usa tutti i mezzi per annientare il nostro popolo per conseguire il suo scopo di dominare il mondo.

Quattro milioni di afghani hanno dovuto abbandonare la loro terra, centinaia di migliaia sono caduti. L’Unione Sovietica non si limita ai bombardamenti ma impiega armi chimiche e biologiche.

Essa impiega due gas tossici “fosgan” “sarim” “sonion” che uccidono nello spazio da 8 a 48 ore.

 

Essi usano proiettili avvelenati “dum dum”. Recentemente l’Unione Sovietica ha usato una terribile arma che si chiama “Kalakof”. Con questa arma sparano proiettili di due tipi, il primo tipo è avvelenato e il secondo è incendiario, brucia case, boschi, uomini e animali.

I delitti dell’Unione Sovietica in Afghanistan non hanno potuto annientare la volontà del popolo afghano di essere libero. La resistenza divenuta ogni giorno più forte, incontra grande simpatia e solidarietà in campo internazionale. La storia ha ben pochi esempi simili di una nazione che con scarsissimi mezzi combatte per la sua libertà contro la potenza più armata del mondo mettendo in grandi difficoltà una così grande potenza.

La stessa Unione Sovietica ammette che non aveva previsto che il popolo afghano fosse così combattivo.

Il popolo afghano non combatte solo per se stesso ma anche per la pace di tutti il mondo.

Noi combatteremo fino all’ultima goccia del nostro sangue per la nostra libertà e indipendenza. Libereremo l’Afghanistan, siamo sicuri della nostra vittoria.

Cari amici, sostenere il popolo afghano significa riconoscere che la nostra battaglia è per la libertà,

l’indipendenza, la giustizia sociale e la pace nel mondo. Perciò rivolgiamo a tutti i presenti un appello perché aiutino il movimento afghano di liberazione materialmente e politicamente.

Viva la lotta di liberazione del popolo afghano!

Viva l’amicizia fra il popolo afghano e il popolo italiano!

Fuori l’Unione Sovietica dall’Afghanistan!

Alcune considerazioni

L’aver scoperto che la fondatrice di Rawa era stata anche in Italia durante il suo viaggio in Europa ci ha molto emozionato perché ci fa sentire ancora più vicine le nostre amiche e sentiamo ancora di più l’ammirazione per la tenacia che portano avanti la loro battaglia per il loro martoriato paese. Leggendo le parole del discorso di Meena sembra di sentire le parole che sentiamo da parte delle attiviste di oggi, cambiano i soggetti occupanti ma non la sostanza della questione.

Da parte nostra non possiamo far altro che sostenerle come abbiamo fatto in questi anni per far sentire loro che anche noi ci sentiamo in qualche modo eredi del messaggio di Meena.

Vorremmo anche allargare la possibilità di trovare altre notizie o documenti ma nonostante altre ricerche non siamo riuscite a trovare (se esiste) l’archivio del PSDI di quegli anni quindi chiediamo a chi avesse delle notizie di comunicarcele scrivendo all’indirizzo mail cisdaonlus@gmail.com

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