Shaesta Waiz, prima pilota ‘afghana’… e poi ci sono le vittime.
Cisda, 15 novembre 2017
In Afghanistan ci sono decine di migliaia di vittime, vittime di brutali fondamentalisti, signori della guerra e della droga, vittime dell’occupazione americana, vittime di una guerra che si trascina da quarant’anni senza sosta.
Di giustizia in Afghanistan non si può parlare: i fondamentalisti e i signori della guerra siedono in parlamento, con il sostegno economico e politico degli Stati Uniti. Si sono dati un’amnistia anni fa, per coprire genocidi e violenze contro la popolazione inerme, commessi soprattutto dal 1992 al 1996.
Genocidi e violenze documentate da decine di rapporti di Amnesty International e Human Rights Watch e dalle Associazioni Afghane che si occupano di Giustizia, come il Saajs.
Ma la violenza peggiore che si possa immaginare è vedere i propri aguzzini esercitare un potere illimitato e continuare a governare un paese allo sfascio.
L’Occidente ha delle responsabilità enormi nel legittimare questi aguzzini e negare giustizia alle vittime. Lo facciamo sfacciatamente, alterando la verità, sputando in faccia a chi chiede giustizia.
Lo abbiamo fatto osannando Massoud, un criminale che in Europa è stato fatto passare per eroe mentre aveva sulla coscienza l’assassinio brutale di decine di migliaia di civili inermi.
Lo facciamo considerando “campioni dei diritti umani” persone come Fawzia Koofi, una parlamentare afghana che è un’attiva trafficante di droga insieme alla sua orrenda famiglia.
Un altro mostruoso criminale islamista come Rabbani è stato definito “uomo di Pace”, qui in Italia. E abbiamo permesso il rientro in patria del “macellaio di Kabul” Hekmatyar, assurto al potere su ordine degli Stati Uniti.
E ancora oggi ci tocca leggere di Shaesta Waiz, e ingoiare la storiella della profuga afghana che vive rifugiata in America ed è diventata pilota! (v. www.repubblica.it/esteri, www.tolonews.com/afghanistan, aa.com.tr).
Suo padre è un signore della guerra del partito islamista Hezb-e-Islami (v. https://en.wikipedia.org/wiki/Hezbi_Islami), è nata in Pakistan in una casa che è stata regalata alle famiglie dei signori di guerra, famiglie sotto la stretta protezione dell’ISI (i servizi segreti pachistani che appoggiano da sempre i taliban). Tutta la famiglia, Shaesta compresa, ha sempre potuto viaggiare con un visto americano.
Lo zio di Shaesta, Hadi Arghandiwali, è stato Ministro dell’Economia sotto il governo Karzai. Il padre, che fa di cognome Arghandiwali (cambiare cognome in Afghanistan è facile quanto cambiare calzini) attualmente lavora nell’ufficio di Abdullah Abdullah, altro warlord che gli Stati Uniti hanno beneficiato addirittura della co-presidenza afghana.
E sempre questa famiglia di assassini prezzolati a cui Shaesta appartiene è stata la prima a dare il benvenuto al “macellaio di Kabul” Gulbuddin Hekmatyar.
Per la cronaca: l’aereo è un Beechcraft Bonanza, costato 750.000 dollari e i fondi sono stati raccolti come un progetto nazionale americano NON certamente per l’emancipazione delle donne afghane, che gli americani e la famiglia di Shaesta hanno dimostrato di disprezzare e ignorare. Come dicono gli afghani, le vittime appunto, a cui abbiamo il dovere di dare voce, “la benzina dell’aeroplano di Shaesta Waiz è fatta con il sangue del popolo afghano!”
Di seguito la traduzione dell’articolo in inglese
Shaesta Waiz, first Afghan female pilot… and then there are the victims
In Afghanistan, there are dozens of thousands of victims, victims of brutal fundamentalists, warlords and drug lords, victims of the American occupation, victims of a war that has been dragging on incessantly for forty years.
It is not possible to talk about justice in Afghanistan: fundamentalists and warlords sit in the Parliament, with the financial and political support of the United States. A few years ago, they granted themselves an amnesty, in order to cover genocides and violence against the defenseless population, committed especially between 1992 and 1996.
Genocides and violence that are documented by dozens of Amnesty International and Human Rights Watch reports and by Afghan associations that are involved in justice work, like SAAJS.
However, the worst violence that could be imagined is seeing one’s own tormentors to wield a boundless power and continue to govern a country about to collapse.
The West is hugely responsible for legitimating these tormentors and denying justice to their victims. We do it brazenly, changing the truth, spitting in the face of those who demand justice.
We have done it by acclaiming Massoud, a criminal that in Europe passed off as a hero, while he had the brutal murder of dozens of thousands of helpless civilians on his conscience.
We do it regarding people like Fawzia Koofi as “champions of human rights”, a woman that is a member of the Parliament and an active drug trafficker together with her horrible family.
Another monstrous Islamic criminal, Rabbani, has been called “man of peace” here in Italy. And we have allowed Hekmatyar, the “butcher of Kabul”, to return to his country and rise to power by order of the United States.
And again today, we have to read about Shaesta Waiz and put up with the story of the Afghan refugee that lives in the US and has become a pilot!
Her father is a warlord of the Islamic party Hezb-e-Islami; she was born in Pakistan in a house given as a present to warlords’ families, families that are under the protection of ISI (the Pakistani intelligence service that have always supported the Taliban). The whole family, included Shaesta, have always travelled with a US visa.
Shaesta’s uncle, Hadi Arghandiwali, was Minister for Economy in the Karzai government. Her father, whose surname is Arghandiwali (changing surname in Afghanistan is as easy as changing a pair of socks), is currently working in the office of Abdullah Abdullah, another warlord that thanks to the United States holds the co-presidentship of Afghanistan.
And, again, Shaesta’s family of hired murders have been the first to welcome the “butcher of Kabul” Gulbuddin Hekmatyar.
By the way: the airplane is a Beechcraft Bonanza, costed 750,000 dollars and funds have been granted under an American national project certainly NOT aimed to advance the emancipation of Afghan women: Americans and Shaesta’s family have always showed to despise and ignore it.
In the words of Afghans, the victims we have the duty to give voice to, “the fuel in Shaesta Waiz’s airplane is made of the blood of the Afghan people!”
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