CRISTINA CATTAFESTA A RADIO POPOLARE
Da Radio Popolare – 7 luglio 2018
Un’intervista da ascoltare, #CristinaCattafesta a Radio Popolare: “Fare terra bruciata della solidarietà internazionale, credo sia stato proprio un messaggio”.
L’hanno caricata su una macchina e l’hanno portata subito in un posto di polizia. Il suo primo colloquio l’ha avuto il giorno dopo in cui le hanno spiegato le motivazioni del fermo, trascorsa la notte in una cella.
Le hanno immediatamente sequestrato il telefono.
A Gaziantep, il centro di espulsione in cui era trattenuta é composto da più piani.
Sul suo, il terzo, ci sono famiglie di daesh, mogli di daesh: tra queste, una ragazza tedesca di 19 anni reclusa da 8 mesi.
Le loro stesse vittime sono costrette a star loro accanto: famiglie curde, alcune yazide, del nord Iraq. Tra loro, anche persone in condizioni di estrema fragilità.
Spesso, i fermi hanno motivazioni inspiegabili. Altrettanto spesso, ci sono donne che piangono tutto il giorno, magari per quattro giorni consecutivi.
Ha conosciuto M., un’irachena da 7 anni regolarmente residente in Turchia e trattenuta al momento del rinnovo della carta d’identità.
E l’uzbeka Z., sposata con un turco da cui ha avuto un bambino, che verrà poi espulsa per cinque anni e rimandata in un paese dove non ha più radici, lontana dalla sua famiglia.
Anche una giovane marocchina con la sua bimba che si è tagliata entrambe le braccia, per porre fine a quell’incubo, senza riuscirci.
“Senza di loro non ce l’avrei fatta – la voce rotta -, gli ordini erano tutti in turco, loro hanno tradotto tutto per me, mi hanno protetto come una bambina”.
E di bambini ‘veri’, invece, é pieno. Hanno la concessione di una lezione di turco alla settimana; il loro spazio è il corridoio, animato solo dal rado passaggio del carrello dei libri.
Nulla di più attuale per indossare una #magliettarossa e #fermarelemorragia.
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