Carola Rackete è libera. Il giudice annulla l’arresto.
Finalmente viene riconosciuto che chi salva vite umane non può essere criminalizzato.
La Repubblica – F. Tonacci e A. Ziniti – 2/7/2019
Il gip si pronuncia a favore della capitana della nave Ong. Salvini dispone l’accompagnamento coatto alla frontiera ma l’espulsione deve essere convalidata dalla Procura che non ha concesso il nullaosta
Una giornata in lunghissima attesa. Poi alle otto di sera il verdetto della gip di Agrigento Alessandra Vella. Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch 3 torna libera dopo quattro giorni trascorsi agli arresti domiciliari. Il gip è andata ben oltre la richiesta dei pm, non convalidando l’arresto della comandante della Sea Watch, Carola Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane in mare. Viene dunque meno la misura degli arresti domiciliari deciso dalla procura che aveva chiesto la convalida della misura restrittiva e il divieto di dimora in provincia di Agrigento.
Il gip sottolinea anche che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma obbligatoria perchè i porti dell Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri.
Per Salvini un nuovo smacco. Il ministro dell’Interno non nasconde la delusione e annuncia di aver disposto un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera. Ma il provvedimento dovrà essere convalidato dall’autorità giudiziaria che ieri aveva già negato il nullaosta. ” Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera – il commento di Salvini -.
Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perchè pericolosa per la sicurezza nazionale. Tornerà nella sua Germania dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi. L’Italia ha rialzato la testa: siamo orgogliosi di difendere il nostro Paese e di essere diversi da altri leaderini europei che pensano di poterci trattare ancora come una loro colonia. La pacchia è finita”.
La Rackete dunque è libera di muoversi. Ad Agrigento dovrà tornare il 9 luglio per l’interrogatorio davanti ai pm nell’altro filone d’inchiesta in cui è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Adesso tutti gli occhi sono puntati sul Viminale dove si è atteso per tutto il pomeriggio il provvedimento del giudice per decidere di conseguenza come muoversi con il decreto di espulsione più volte annunciato dal ministro Salvini se la Rackete fosse stata rimessa in libertà. Un provvedimento amministrativo non facile però da eseguire visto che la Procura ha rigettato la richiesta di nullaosta del prefetto di Agrigento per esigenze di giustizia.
La Sea-Watch 3 intanto è ripartita da Lampedusa: scortata da una vedetta della Finanza è diretta a Licata dove resterà sotto sequestro insieme alla Mare Ionio della Ong Mediterranea. Intanto Sea-Watch ha assicurato che le operazioni di salvataggio in mare andranno avanti. “Serve una soluzione politica in modo che situazioni del genere non tornino a ripetersi”, ha detto il portavoce Ruben Neugebauren. Ed ha aggiunto: “Siamo molto delusi dal governo tedesco e dall’Europa”.
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