Elezioni in Afghanistan: Ghani in testa nei risultati preliminari.
Le elezioni del 28 settembre scorso che hanno visto una percentuale di votanti molto bassa a confronto con le precedenti evidenziando la scarsa fiducia nel cambiamento del popolo afghano così come varie nostre fonti hanno più volte ribadito e con parte del paese sotto il controllo dei talebani si danno i primi risultati preliminari che vedrebbero vincitore l’attuale presidente Ashraf Ghani. [N.d.R.]
Sicurezza Internazionale – 22 dicembre 2019
Dopo mesi dalle votazioni, la Commissione Elettorale Indipendente dell’Afghanistan ha riferito i risultati preliminari delle elezioni del 28 settembre: l’attuale presidente, Ashraf Ghani, sarebbe il favorito con 923.868 voti, pari al 50,64% delle preferenze.
Il suo principale rivale, Abdullah Abdullah, segue con 720.990 voti, pari al 39,52%, secondo quanto ha annunciato la Commissione. La missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha accolto con favore l’annuncio dei primi risultati e ha elogiato la “Commissione elettorale indipendente (IEC) e la Commissione per i Reclami Elettorali (ECC), per il loro lavoro. Le elezioni in Afghanistan si sono tenute il 28 settembre, ma lo spoglio è stato caratterizzato da numerose difficoltà e la IEC ha dovuto ricontare numerose volte i risultati.
Tadamichi Yamamoto, rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan, ha dichiarato: “Ora, tutte le autorità e gli attori afgani devono dimostrare il loro impegno per salvaguardare e completare le elezioni e per proteggere l’integrità della fase finale del processo”. Yamamoto ha poi aggiunto che qualsiasi decisione presa dagli organi di gestione elettorale nella fase finale del processo deve avere chiare giustificazioni giuridiche e tecniche e dovrebbe essere spiegata al popolo afgano in termini chiari.
Le Nazioni Unite hanno chiesto “particolare cura e sensibilità, le stesse che hanno portato all’annuncio dei risultati finali”, secondo Yamamoto. “Tutti i candidati hanno la possibilità di sollevare qualsiasi preoccupazione che possano avere attraverso il meccanismo appropriato e nei tempi previsti, in conformità con i quadri giuridici, i regolamenti e le procedure pertinenti”, ha continuato il rappresentante. “Allo stesso tempo, l’ECC ha l’obbligo di giudicare eventuali reclami che riceve in modo trasparente e completo in modo che il processo elettorale possa concludersi in modo credibile”, ha poi sottolineato.
Infine, l’ambasciata francese a Kabul ha dichiarato: “Il processo elettorale deve ora essere completato. Il popolo afghano merita un processo legittimo, credibile e indiscusso fino alla fine. “Inoltre:” La legge elettorale deve essere completamente applicata “. Secondo i rappresentanti francesi, il processo elettorale afghano non è incompatibile con i negoziati di pace, al contrario. L’elezione democratica di un presidente con un chiaro mandato da parte del popolo può conferirgli la necessaria legittimità ad affrontare i negoziati intra-afgani, secondo l’ambasciata francese.
I risultati preliminari mettono fine al un periodo post-elettorale caratterizzato da incertezze. Il 30 settembre, appena due giorni dopo le elezioni, uno dei principali candidati contro Ghani, Abdullah Abdullah, aveva annunciato la propria vittoria. “I nostri voti sono i più alti e non andremo al secondo turno”, ha dichiarato Abdullah in una conferenza stampa a Kabul. Allo stesso modo, tuttavia, anche uno dei principali supporter di Ghani, Amrullah Saleh, aveva dichiarato che l’ex presidente aveva ottenuto una chiara vittoria al primo turno, senza fornire alcuna prova a supporto di tale affermazione. “Le informazioni che abbiamo ricevuto dimostrano che il 60-70% delle persone ha votato per noi”, aveva però dichiarato Saleh.
L’Afghanistan è, da decenni, caratterizzato da profonda instabilità. Come evidenziato dal presidente, Ashraf Ghani, in occasione della cerimonia del centenario dall’Indipendenza del Paese dal Regno Unito, che si è tenuta il 19 agosto, al momento il Paese si trova a dover affrontare due principali minacce. La prima vede come protagonisti i talebani, mentre la seconda riguarda la presenza dell’ISIS sul territorio. Questi ultimi si sono recentemente installati nel Paese a seguito della fuga da altre regioni mediorientali. I talebani, invece, si sono affermati come gruppo dominante del Paese dopo il crollo dell’Unione Sovietica e, dalla fine di una guerra civile tra diversi gruppi locali. Nel 1996, hanno governato gran parte dell’Afghanistan. Dopo essere stati decimati dagli americani, a seguito dell’invasione del 2001 e dell’intervento della NATO nell’agosto 2003, i talebani sono tornati a essere attivi e a compiere numerose offensive per riprendere il controllo del governo.
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