Intervista: le lotte delle donne afghane contro il patriarcato, l’imperialismo e il capitalismo.
KOMUN – 29 settembre 2019*
Le donne in Afghanistan sono state vittime delle guerre e dell’occupazione del loro paese per decenni. La difficile situazione delle donne afghane è stata spesso strumentalizzata dalle forze imperialiste, in particolare dagli Stati Uniti, per giustificare e legittimare le loro politiche di guerra nella regione.
Nonostante questo, le donne si sono messe in prima linea nella lotta contro le forze imperialiste e fondamentaliste nel loro paese. Quella che segue è un’intervista condotta da attiviste del Movimento delle donne curde con Samia Walid, attivista di RAWA (Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane). È stata pubblicata per la prima volta in tedesco, su “Kurdistan Report”.
1. Puoi parlarci della storia e degli obiettivi di RAWA? Quali erano le condizioni delle donne afghane quando fu fondata la tua organizzazione? Qual è il vostro ruolo nella società? Come vi organizzate?.
In Afghanistan la Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA) è la più antica organizzazione femminile: lottiamo per la libertà, la democrazia, la giustizia sociale e la laicità. RAWA fu fondata da Meena che in giovane età diede vita a questa associazione nel 1977, insieme ad alcune studentesse universitarie di Kabul. Meena venne assassinata nel 1987 a Quetta, in Pakistan, da agenti del KHAD (succursale afgana del KGB) con l’aiuto della banda sanguinaria fondamentalista di Gulbuddin Hekmatyar. Aveva solo 30 anni. A differenza di altre associazioni RAWA è un’organizzazione politica. Quando RAWA fu fondata, l’Afghanistan era sotto l’oppressione del governo fantoccio filosovietico e subito dopo dell’invasione sovietica, e Meena capì che la lotta per l’indipendenza, la libertà e la giustizia non poteva essere separata dalla lotta per i diritti delle donne. Dopo il martirio di Meena e ancora oggi, RAWA ha continuato a combattere contro i fondamentalisti islamici afgani e i loro sostenitori internazionali. RAWA lavora ancora in clandestinità in buona parte del territorio afghano ma deve far fronte a enormi difficoltà. I leader jihadisti, signori della guerra con un passato sanguinoso fatto di orribili crimini, hanno il controllo dell’attuale governo e del parlamento e ciascuno, con le sue milizie, controlla e domina la sua porzione di territorio. Abdullah Abdullah, il “co-presidente” e “amministratore delegato” del governo afghano, è uno di questi leader jihadisti; fa parte della banda criminale di Shorae Nizar. Questo crea per noi una situazione pericolosa perché questi criminali sono i nostri più grandi nemici; ostacolano il nostro lavoro e non esitano a farci del male.In altre parti dell’Afghanistan, controllate dai fondamentalisti talebani, RAWA si trova di fronte agli stessi problemi. Tutte le nostre attiviste usano pseudonimi ragioni di sicurezza e non possono lavorare alla luce del sole. Nonostante queste difficoltà, riusciamo ancora a portare avanti le nostre attività politiche nella maggior parte del paese perché siamo a contatto con le persone sul terreno e il loro odio per questi criminali si traduce in sostegno nei nostri confronti.Le nostre attività politiche includono la pubblicazione di riviste e articoli e il lavoro a diretto contatto con le donne perché acquisiscano coscienza politica e si uniscano alla nostra lotta. Raccogliamo e documentiamo le uccisioni, gli stupri, i saccheggi, le estorsioni e altri crimini dei signori della guerra nelle aree più remote del paese. Con le nostre attività sociali garantiamo alfabetizzazione alle donne (non solo lezioni per imparare a leggere, scrivere e far di conto, ma presa di coscienza sociale e politica dei loro diritti e come lottare per raggiungerla), pronto soccorso medico, creazione di orfanotrofi e attività connesse alla salute.
2. Qual è la tua analisi del patriarcato? In che modo lo vedi legato allo stato, all’imperialismo e al capitalismo?
Il patriarcato è continuamente sostenuto e alimentato dai governi reazionari feudali, capitalisti e imperialisti di tutto il mondo, soprattutto per negare il ruolo delle donne nella società, specialmente in politica. Governi di ogni tipo, in particolare i governi feudali legati a colonizzatori imperialisti come quelli afghani, vedono la forza e la presa di coscienza delle donne come una grave minaccia al loro dominio, e hanno usato mezzi diversi per fermare la loro crescita e consapevolezza.Questi governi sono per loro indole nemici del popolo e possono mantenere il potere solo opprimendo le masse e le lotte popolari; per questo la repressione delle donne è uno dei loro obiettivi principali. Rafforzando la misoginia e la cultura feudali privano le donne dei loro diritti; paralizzando metà della società si assicurano che da essa non verrà nessuna lotta e nessuna resistenza. Questi governi non prendono mai provvedimenti per l’emancipazione delle donne ma preferiscono mantenerle legate alle catene alle quali sono sempre state costrette. Oggi la situazione delle donne afghane è più disastrosa che mai. Gli Stati Uniti hanno usato la scusa di voler portare i diritti delle donne per invadere l’Afghanistan, ma negli ultimi diciotto anni l’unica cosa che hanno portato alle nostre donne sono la violenza fisica e sessuale, l’omicidio, il suicidio, l’autoimmolazione e altre sfortune. Gli Stati Uniti hanno offerto il potere ai più feroci nemici delle donne afghane, i fondamentalisti islamici, e hanno tradito nel peggiore dei modi le nostre donne sofferenti. E questa è stata la loro tattica negli ultimi quattro decenni. Finanziando jihad, talebani e ISIS, che sono tutti fondamentalisti islamici criminali e misogini, gli Stati Uniti hanno oppresso le nostre donne.
3. In che modo colleghi la liberazione delle donne alla resistenza contro l’occupazione?
Per noi la liberazione delle donne afghane è collegata alla loro liberazione dal colonizzatore imperialista, dai fondamentalisti islamici e dal governo fantoccio. La libertà delle donne è direttamente collegata alla loro resistenza e alle loro lotte rivoluzionarie contro la causa principale delle loro sofferenze: le forze occupanti e i loro lacchè. Crediamo che i fondamentalisti e i gruppi di criminali corrotti coinvolti in assassini, saccheggi e altri crimini e tradimenti non abbiano nessun sostegno nella società, ma siano appoggiati dalle potenze straniere, senza le quali non sopravviverebbero un giorno. Vogliamo organizzare le donne in una lotta resistente che passi dalla loro presa di coscienza politica e dalla denuncia dei criminali di guerra come causa principale delle loro disgrazie; questi gruppi di criminali verranno annientati con la stessa velocità con cui sono stati creati dai loro mentori stranieri.
4. I diritti delle donne afghane sono stati strumentalizzati soprattutto dall’imperialismo USA per giustificare e legittimare l’invasione dell’Afghanistan. In che modo questa narrazione ha minato l’attivismo delle vostre donne sul campo?
Gli Stati Uniti sono molto bravi a svilire la lotta rivoluzionaria e politica delle persone, in particolare delle donne. Negli ultimi diciotto anni, oltre a sostenere gli elementi più misogini del paese e a garantire loro di rimanere saldamente in sella, gli Stati Uniti hanno introdotto un gruppo di donne colte nel governo e in altre istituzioni quali ONG, società civile e reti di donne con un duplice scopo. Per cominciare, queste donne sono state usate per ingannare il mondo sulla reale condizione delle donne afghane perché sono state presentate come il risultato positivo della loro guerra senza fine. In secondo luogo, mettendo donne così istruite sotto la loro protezione si assicurano che non si uniscano alla lotta rivoluzionaria, privando così il movimento delle donne di persone preziose. Di recente, un gruppo di donne assetate di potere della cosiddetta “Rete femminile” ha incontrato Gulbuddin Hekmatyar in qualità di “rappresentante” delle donne afghane. Gulbuddin è uno dei criminali misogini più sanguinari, noto, fin dai suoi esordi, per aver bruciato i volti delle donne con l’acido; queste intellettuali sono andate a incontrarlo per garantire una veste “pulita” al suo partito islamista misogino. Tutto per fama, potere e denaro. Donne come Fawzia Koofi, Habiba Sarabi, Sima Samar e altre si siedono un giorno sì e uno no a un tavolo con criminali jihadisti e talebani in cambio di denaro e potere presentandosi in modo fraudolento come rappresentanti delle donne oppresse dell’Afghanistan. Queste donne fanno finta di non sapere delle frustate e delle lapidazioni di donne da parte dei talebani ma pongono l’accento sui i loro “buoni” programmi per le donne nel momento in cui entreranno nel governo! Queste donne fiancheggiano il potere e in questo modo tradiscono le nostre donne sofferenti senza avere alcun legame o compassione per loro.
5. Perché RAWA ha deciso di rimanere in Afghanistan o nella regione, invece di spostare le sue attività in Europa o nei Paesi occidentali? Cosa ne pensi della crescente ONG-izzazione in Afghanistan e in altri paesi del Sud del mondo, sponsorizzata da istituzioni occidentali?
RAWA ritiene che potrà trasformarsi in un forte movimento solo con il sostegno delle masse, e questo sostegno può venire solo se staremo e lavoreremo in Afghanistan, anche se la situazione è terribile. Le persone si fidano solo di organizzazioni rivoluzionarie che li sostengono nella pratica e sono attive all’interno del paese. La nostra esperienza ha dimostrato che le organizzazioni fondate fuori dall’Afghanistan per spostarsi in Europa e in altri paesi si sono dissolte. Uno dei motivi per cui RAWA ha potuto operare per così lungo tempo e continua la sua lotta è perché abbiamo scelto di rimanere in Afghanistan nonostante la difficilissima situazione. Le ONG sono una costola importante dell’imperialismo nel nostro paese. Crediamo che le ONG siano pericolose quasi quanto il governo fantoccio afghano. Le ONG nate in Afghanistan sono quasi tutte finanziate dagli Stati Uniti e da altre potenze occidentali. Sono un vivaio per il reclutamento di giovani che entrino a far parte di futuri governi fantoccio in Afghanistan, che sembreranno moderni e democratici, ma ai cui capi verrà fatto il lavaggio del cervello per continuare a essere i più fedeli lacchè di queste potenze esterne. Le ONG vengono anche usate per far sì che il nazionalismo e la lotta rivoluzionaria non siano una priorità dei nostri giovani grazie a lauti stipendi e trasferimenti all’estero. È noto che nessuna di queste ONG è impegnata a lavorare realmente per la popolazione e per le donne; ciò che fanno è solo diffondere slogan sulla “ricostruzione” e sull’”aiuto alle persone” per nascondere i loro veri scopi.
6. Negli ultimi decenni l’Afghanistan è stato invaso, sfruttato, attaccato e gravemente danneggiato dalle forze imperialiste. Questo ha colpito in primo luogo le donne. Sebbene RAWA abbia condotto campagne per avere giustizia della sistematica violenza sessuale dei talebani, abbiamo visto persone misogine e corrotte ottenere alte cariche politiche con il sostegno degli Stati Uniti. Che cosa pensi della violenza sessuale in guerra? In che modo e con quale supporto la violenza sessuale è stata utilizzata come strumento di guerra in Afghanistan? E, nella tua prospettiva, come dovrebbe essere fatta giustizia per le donne afghane?
Come in ogni conflitto nella storia, nella guerra in Afghanistan le donne e i bambini sono stati i primi obiettivi. Sono stati gli obiettivi più vulnerabili dei gruppi fondamentalisti che hanno devastato la nostra nazione per quasi tre decenni. Lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono diventati pratica quotidiana dopo che i jihadisti, creati, finanziati e sostenuti da Stati Uniti, Arabia Saudita e Pakistan, sono saliti al potere nel 1992, dopo la sconfitta dell’Unione Sovietica. Le diverse fazioni dei signori della guerra jihadisti, divise per etnia e grandi nemiche tra loro, guidate da Gulbuddin Hekmatary, Burhanuddin Rabbani, Abdul Rab Rasool Sayyaf, Karim Khalili, Ahmad Shah Masood e Abdul Rashid Dostum, hanno saccheggiato le case e violentato le cittadine di Kabul, porta a porta.
Allora le donne vennero rapite, rinchiuse in scantinati e edifici vuoti e ripetutamente violentate e torturate. La maggior parte di loro furono infine uccise e i loro corpi mutilati vennero trovati dopo che i membri di una fazione avevano lasciato una determinata area. I racconti di queste donne sono storie di orrore e incubi.La giustizia per le donne può essere ottenuta solo con la fine dell’attuale governo che è composto da elementi fondamentalisti islamici e da altri lacchè degli Stati Uniti. I leader dei partiti fondamentalisti islamici coinvolti in crimini di guerra, in particolare contro le donne, devono essere perseguiti e puniti. Se le nostre donne riusciranno a raggiungere questo obiettivo, per loro sarà fatta giustizia.
7. Nei paesi devastati dalla guerra, le donne sono spesso ridotte a vittime e messe a tacere, sia in guerra che in pace. Sembra che la loro organizzazione, la loro forza di volontà e le loro richieste politiche vengano messe da parte in tutte le fasi del conflitto, anche nelle trattative di pace. In rari casi, le donne vengono usate in modo simbolico, come vittime piangenti, indifese, incapaci di parlare per se stesse. Che ruolo giocano le donne afghane per la pace e la giustizia?
Per le donne afghane la pace sarà raggiunta solo con la giustizia e la giustizia potrà essere ottenuta solo se l’Afghanistan sarà libero dall’occupazione straniera e dal fondamentalismo islamico. Rimuovere questi traditori e assassini dai posti di potere, vederli processati e puniti è ciò che vogliono le donne che cercano pace, prosperità e vera democrazia. E questo si potrà ottenere solo con la lotta organizzata di donne consapevoli. I colloqui di pace in corso tra Stati Uniti, talebani e alcune importanti personalità afghane, tra cui alcune donne, sono sale sulle ferite delle nostre donne. Le donne ingannevoli che affermano di rappresentare le donne sono le loro peggiori avversarie e stanno negoziando con i più pericolosi nemici delle donne solo per avere più potere e denaro di quello che già hanno.
8. Qual è il tipo di società per cui lottate? Che cosa fate per realizzare le vostre utopie nel qui e ora?
Stiamo lottando per una società indipendente, libera e democratica che si fondi sui pilastri della giustizia sociale e in cui donne e uomini siano uguali in ogni aspetto della vita. Il percorso verso questo obiettivo è lungo e difficile ed è un compito enorme mobilitare e organizzare le donne in un grande movimento, ma crediamo che non ci sia altra opzione per raggiungere questi valori.
9. Che cosa significa la libertà delle donne per te e il tuo movimento?
Per noi libertà delle donne significa che le donne siano parte attiva in ogni sfera di una società basata sull’indipendenza, la democrazia, la laicità e la giustizia sociale. Significa la nostra completa uguaglianza con gli uomini in ogni aspetto della vita. Questi valori di libertà e uguaglianza sono legati direttamente alla politica e alla società. Solo una società libera dall’occupazione e dal virus misogino del fondamentalismo, in cui la democrazia e la giustizia sociale siano un pilastro fondante, può spezzare le catene della violenza contro le donne e accoglierle garantendone la piena libertà e i diritti.
10. Come movimento delle donne curde, sappiamo che RAWA considera l’internazionalismo come un aspetto importante della resistenza e della liberazione. Le donne in Afghanistan sono scese in piazza a sostegno della rivoluzione delle donne in Rojava. Cosa ne pensi della lotta delle donne in Rojava o, più in generale, in Kurdistan? Cosa possiamo imparare le une dalle altre?
La lotta e i sacrifici delle leonesse del Kurdistan sono stati per noi fonte d’ispirazione e di forza. La loro lotta contro l’ISIS e altri criminali ci ha dato enormi lezioni. Sappiamo che nessuna forza sulla Terra, né l’ISIS, né le superpotenze e altri paesi della regione che lo sostengono possono vincere la vera resistenza delle masse. Sappiamo, una volta di più, che nessuna lotta può avere successo senza la partecipazione delle donne. Sappiamo quali sacrifici dobbiamo fare per arrivare ad avere la società che sogniamo.
Quando si parla dell’ISIS in Afghanistan, associamo questa sigla alle donne determinate e coraggiose del Kurdistan, non al terrore che sta scatenando nel nostro paese. Riteniamo che si possano sconfiggere e che non abbiano alcuna possibilità di fronte a un vero movimento di donne. Allo stesso tempo abbiamo fiducia in questo percorso e abbiamo iniziato a percorrere questa strada perché questa lotta è una prova tangibile di ciò in cui crediamo.
11. In termini di lotta globale per la libertà delle donne, quale pensi sia la strada da seguire per lavorare insieme in lotte comuni contro il patriarcato e altri sistemi di violenza e oppressione?
RAWA ritiene che la solidarietà internazionale con organizzazioni e partiti che vogliono l’indipendenza, che lottano per la libertà, democratici e progressisti, sia una parte vitale della nostra lotta interna. La nostra lotta converge con la lotta del popolo curdo poiché la maggior parte dei nostri nemici hanno una natura simile. Stiamo combattendo l’imperialismo e i loro mercenari fondamentalisti. Su questo punto, dobbiamo condividere le nostre esperienze in modo da poter affrontare meglio questa difficile battaglia.
*[trad. a cura di Cisda]
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