Afghanistan, al via a Doha gli storici negoziati di pace Kabul-Talebani
Repubblica.it – 12 settembre 2020
Si sono aperti in Qatar, i primi colloqui di pace intra-afgani, tra rappresentanti del governo di Kabul e dei Talebani, per mettere fine a 19 anni di guerra. Presente anche il Segretario di Stato
DOHA – Il ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, ha dato il via alla cerimonia di apertura degli storici negoziati tra Kabul e i Talebani, in un hotel di lusso a Doha, a fianco del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo e dell’inviato speciale di Washington per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad.
I negoziati dovevano svolgersi a marzo ma sono stati più volte rimandati, anche per la disputa scoppiata sullo scambio di prigionieri che prevedeva il rilascio di centinaia di militanti talebani. Il presidente Donald Trump ha fatto della fine del ritiro americano dall’Afghanistan una priorità di politica estera, in vista delle elezioni del 3 novembre.
La conferma della partecipazione talebana è arrivata due giorni fa a conferma del rilascio avvenuto di sei prigionieri. Le parti sono rappresentate ciascuna da un team di 21 persone, quello governativo è guidato dall’ex capo dell’intelligence Masoom Stanekzai, quello talebano dalla massima autorità giuridica, Abdul Hakim Ishaqzai. Priorità del governo in questa prima fase è il raggiungimento di un cessate il fuoco duraturo.
Aprendo i negoziati i Talebani hanno ribadito la richiesta di un “sistema islamico” per l’Afghanistan: “Vorrei che tutti considerassero l’Islam nei loro negoziati e negli accordi e non lo sacrificassero agli interessi personali”, ha detto il leader politico dei talebani, il mullah Abdul Ghani Baradar, che ha scontato otto anni di detenzione in Pakistan. Mike Pompeo ha invitato entrambe le parti a trovare un modo “per ridurre la violenza e soddisfare le richieste afgane: un Paese riconciliato, con un governo che rifletta una nazione che non è più in guerra” E ha aggiunto: “Indubbiamente affronteremo molte sfide nei colloqui dei prossimi giorni, settimane e mesi. Ricordate che state qui non solo per questa generazione ma anche per quelle future, per i vostri figli e per i vostri bambini”.
Se l’accordo di pace andasse a buon fine, sarà la prima volta nella storia del Paese che si forma un governo senza conflitti. Quello attuale è il risultato dell’invasione americana che ha rovesciato il regime islamico dei Talebani nel 2001. E quelli precedenti all’invasione sovietica del 1979 sono stati per la maggior parte provocati da colpi di stato.
L’accordo tra Stati Uniti e Talebani ha stabilito un calendario per il ritiro delle forze militari, in cambio di garanzie di uno stop agli attentati terroristici. Un accordo che ha richiesto più di un anno per essere finalizzato e si prevede che i colloqui saranno ancora più complicati. Molti temono che i fragili progressi compiuti nei diritti delle donne ad esempio, possano essere sacrificati. Resta da vedere se ci sono stati dei cambiamenti nell’applicazione della dura interpretazione della legge della Sharia dagli anni ’90.
A febbraio gli Stati Uniti e gli alleati Nato hanno concordato il ritiro di tutte le truppe entro 14 mesi, mentre i Talebani si sono impegnati a non permettere ad Al Qaeda o qualsiasi altro gruppo estremista di operare nelle aree che controllano. Gli Usa hanno anche deciso di revocare le sanzioni contro i Talebani.
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