euronews – 5 marzo 2020, di Antonio Michele Storto
La notizia rischia di oscurare le celebrazioni per l’accordo di pace tra Washington e i Talebani: il Tribunale penale internazionale indagherà su possibili crimini di guerra compiuti durante gli anni di guerra. L’ok è arrivato in appello, in risposta a un ricorso presentato dai pubblici ministeri in merito a una sentenza del 2017
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“C’è una base fattuale ragionevole per procedere – ha detto il Presidente della corte d’Appello Piotr Hofmański – indagando su qualunque crimine sia stato commesso, e istruendo i casi che venissero resi necessari da tali indagini”.
Sotto inchiesta ci saranno, oltre ai talebani, anche le forze statunitensi e afgane: una mossa che a Washington non è piaciuta affatto, come si è affrettato a chiarire il Segretario di stato Mike Pompeo.
“Questa – ha dichiarato Pompeo – è un’azione davvero sorprendente da parte di un’istituzione politica irresponsabile che si maschera da organo giuridico. Ed è ancora più sconsiderato che questa sentenza sia arrivata pochi giorni dopo che gli Stati Uniti hanno firmato uno storico accordo di pace sull’Afghanistan, che è la migliore occasione di pace da una generazione a questa parte”.
La sentenza d’appello, ha ribaltato il verdetto che nel 2017 aveva bloccato una prima inchiesta: in seguito, la procuratrice capo Fatou Bensouda aveva chiesto di allargare le indagine prendendo in esame, oltre alle azioni di Kabul e degli insorti, anche quelle delle truppe straniere, States inclusi. I quali, però, non avendo mai riconosciuto l’autorità della Corte di Den Hague, difficilmente concederanno l’estradizione in caso di condanne.
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