Afghanistan: I diritti delle donne nel paese più triste del mondo. Intervista con Myriam di RAWA
Oggi, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, noi abbiamo scelto di portare una testimonianza dal Paese, al contempo, più bello e più triste del mondo.
A farlo è Rawa, l’Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane, la più antica organizzazione politica di donne del paese.Le parole sono di Myriam, figlia della guerra e madre della rivoluzione.
Myriam non può mostrare il suo volto e la sua voce è distorta: dopo 20 anni di occupazione durante la quale avremmo dovuto portare democrazia e liberare le donne le nostre compagne di RAWA devono ancora agire clandestinamente per non rischiare la vita.
Negli ultimi 40 anni il potere è stato nelle mani dei fondamentalisti religiosi che hanno totalmente negato alle donne i diritti umani di base, sottoponendole a qualsiasi violenza e atrocità di guerra.
Nonostante l’occidentale propaganda di uguaglianza e diritti che eleva donne in posizioni di prestigio, l’occupazione da parte di USA e NATO ha portato un ulteriore peggioramento delle loro condizioni, in tutto il paese.
Ogni giorno, in Afghanistan, soprattutto a Kabul, ci sono donne abusate, stuprate e uccise.
Sono soprattutto donne le vittime degli attacchi suicidi, per esempio quello recente all’Università.
Solo nella centrale provincia di Daikondi tra il 30 e il 40% delle donne sono tossicodipendenti da oppio e altre droghe.
Sono molto alte le percentuali di suicidio per auto-immolazione.
Nella meridionale provincia di Helmand, da anni sotto occupazione da parte inglese e americana, nessuna ragazza ha mai terminato gli studi.
In tutto il paese, il 60% delle ragazze può andare a scuola fino ai 15 anni ma è costretta a lasciarla prima.
Ci sono più di 600.000 vedove in tutto il paese.
2 milioni di bambini e bambine sono costretti a lavorare.
Quasi una persona su dieci, tra uomini e donne, pensa al suicidio.
L’Afghanistan non è un paese libero ed indipendente sotto l’occupazione di USA e fondamentalisti religiosi.
I primi prendono ogni decisione importante: la scelta del presidente e il rilascio di pericolosi terroristi detenuti nelle prigioni.
Le donne potranno lottare insieme solo se avranno accesso a istruzione e consapevolezza politica, senza differenza di etnia e lingua.
Così, insieme agli uomini, potranno costruire un futuro di pace.
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