Articolo 21 – R. Noury, 5/2/20
La comunità dei giornalisti dell’Afghanistan è tra le più coraggiose del mondo. Continua a lavorare nonostante gli attentati, i morti, le minacce e le intimidazioni. Nel 2019 i gruppi armati afgani hanno ucciso 10 giornalisti. I talebani li considerano “obiettivi militari” e il governo non li protegge.
Il 5 febbraio 30 organi d’informazione hanno lanciato un appello al governo affinché dia attuazione alla Legge sull’accesso alle informazioni. Accesso, denunciano, finora negato rispetto a informazioni riguardanti la Corte suprema, la Procura generale, la Direzione dei servizi di sicurezza, i ministeri della Difesa e delle Finanze e la Banca centrale.
Tra le informazioni cui i giornalisti afgani pretendono, giustamente, di avere accesso ce ne sono molte relative a violazioni dei diritti umani quali le cosiddette “ricerche” (operazioni notturne condotte dai servizi segreti che hanno causato morti e feriti tra la popolazione civile), le denunce di violenza sessuale ad opera di funzionari governativi e il rapimento di due difensori dei diritti umani che avevano scoperto un giro di pedofili.
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