Intervista ad un militante del partito della Solidarietà in Afghanistan
CISDA – 16/3/2020
Abbiamo rivolto qualche domanda ad Ubaid, un attivista del Partito della Solidarietà (Hambastagi), per avere qualche aggiornamento sulla situazione del Paese a seguito della stipula degli accordi denominati di “pace” tra Stati Uniti e Talebani.
Buongiorno Ubaid, qual è la situazione in Afghanistan con la firma dell’accordo con i talebani da parte USA?
Purtroppo la finta pace sta diventando realtà. Trump vuole dimostrare di aver portato la pace nel paese. Ovviamente questo gli serve per ottenere consensi per le elezioni in USA il prossimo novembre.
Se analizziamo il testo dell’accordo vediamo che ogni articolo contiene delle condizioni che devono essere assolte per procedere nel processo di pacificazione: se fai questo noi faremo altro. Questa modalità porterà avanti il processo sino a novembre p.v. E poi tutto tornerà come prima se non peggio.
A seguito degli accordi sono quindi cessati gli attentati?
In Kabul abbiamo osservato una diminuzione della violenza ma nelle province non è cambiato nulla, soprattutto nelle zone più remote; gli attacchi continuano a mietere vittime ma ciò non viene comunicato perché non ci sono osservatori e quindi i media non ne parlano.
Come si muovono le milizie talebane?
Nel paese ci sono diversi gruppi di talebani. Ognuno è appoggiato da un paese straniero: USA, Russia, Iran, Pakistan.
Gli americani hanno portato avanti trattative solo col gruppo da loro appoggiato.
I gruppi più feroci sono quello appoggiati da Russia e Iran.
La ripartizione dei talebani è la seguente:
– i Talebani a Kunduz sono sostenuti dalla Russia
– i Talebani vicino al Pakistan sono sostenuti dal Pakistan
– i Talebani a ovest sono sostenuti dall’Iran
La zona di Farah è quella nella quale milita il gruppo peggiore.
Per quanto riguarda le basi militari americane, cosa sta succedendo?
In Afghanistan esistono novi grandi basi e molti presidi nascosti.
Gli americani sostengono che in 14 mesi lasceranno 5 delle 9 basi e nel prossimo futuro se ci sarà la pace lasceranno definitivamente il paese.
Noi sappiamo che questa è una pura illusione, infatti noi pensiamo che in realtà non se ne andranno mai. A conferma di ciò abbiamo saputo che, per alcune di queste basi, sono stati già pagati affitti per 99 anni per mantenere il presidio sugli edifici.
Gli USA hanno realizzato le loro basi a partire dalla seconda guerra mondiale in Italia, Giappone, Germania.
È nota la presenza in territorio afghano di militari finanziati da appaltatori privati degli Stati Uniti, i cosiddetti contractors. Anche questi si ritireranno a seguito degli accordi con i talebani?
Sul territorio sono presenti attualmente circa 13.000 militari e 30.000 contractors, a mio avviso completamente senza controllo. Non è possibile sapere se anche queste milizie private lasceranno il campo, neanche i talebano potranno saperlo; sarebbe necessario un controllo a livello internazionale.
Nella situazione che si è venuta a creare in questo periodo continuano i flussi di profughi che cercano di lasciare il Paese?
A mio avviso l’esodo, soprattutto da parte dei giovani, non si fermerà perché il popolo non ha futuro sia per la mancanza di lavoro sia per l’assoluta assenza di sicurezza. E’ in atto attualmente un rallentamento nei flussi migratori dovuto al Corona virus e alle chiusura delle frontiere da parte della Turchia e dell’Iran ma poi tutto riprenderà come prima.
Voi del Partito Hambastagi come riuscite a portare avanti la vostra attività politica?
Pur in questa difficile situazione il lavoro di Hambastagi continua anche se parecchi di noi sono in semi-quarantena. Le prospettive future sono ancor più complesse perché se i talebani dovessero entrare a far parte del governo saremo costretti a svolgere la maggior parte del nostro lavoro con ancor maggior cautela.
Il diffondersi del corona virus ha avuto impatto anche sulla tenuta del sistema scolastico?
La chiusura delle scuole dipende dalla posizione geografica delle varie regioni.
Nelle regioni dove l’inverno è molto freddo, ad esempio a Kabul, le scuole chiudono tutto l’inverno da dicembre a marzo. Dovrebbero aprire il 21 marzo per il Newroz ma quest’anno un decreto pospone l’apertura al 18 aprile.
Nelle regioni dove la temperatura estiva è molto calda, zona vicino a Jalalabad, le scuole chiudono per 3 mesi durante l’estate.
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