Afghanistan: investitori russi discutono di progetti nel settore energetico
Sicurezzainternazionale.luiss.it Maria Grazia Rutigliano 3 gennaio 2022
Il vice primo ministro afghano, Abdul Salam Hanafi, ha incontrato una delegazione di investitori russi a Kabul, secondo quanto ha riferito il 3 dicembre l’agenzia di stampa russa TASS, che cita il portavoce dei talebani.
Zabiullah Mujahid, che è anche vice ministro dell’Informazione e della Cultura, ha annunciato l’incontro tra Hanafi e una delegazione congiunta di investitori afgani e russi. I partecipanti avrebbero “discusso in dettaglio dell’estrazione di petrolio e gas, della creazione di raffinerie specializzate, di sistemi di estrazione del gas naturale compresso e liquefatto e degli sforzi per stabilire un cementificio”, come riferito dal portavoce dei talebani su Twitter.
Da parte sua, Hanafi ha assicurato la creazione di “buone condizioni e le relative infrastrutture per gli investitori in Afghanistan”. In tale contesto, i talebani non hanno però specificato chi facesse parte della delegazione congiunta. Inoltre, la stessa agenzia di stampa russa aggiunge che il 21 dicembre 2021, il vice ministro dell’Acqua e dell’Energia del governo ad interim afghano, Arifullah Arif, aveva tenuto un incontro con i rappresentanti dell’ambasciata russa a Kabul. In particolare, le parti avevano discusso della cooperazione con la Russia nel campo dell’energia e delle risorse idriche.
A proposito del rapporto tra la Russia e i talebani, è importante ricordare che, il 13 febbraio 2003, Mosca aveva designato il gruppo come organizzazione terroristica. Tuttavia, negli ultimi anni, i rapporti si sono progressivamente ricuciti, grazie anche ad una comune avversione alla politica estera statunitense. Dopo la presa di Kabul da parte dei talebani, il 15 agosto 2021, l’inviato speciale russo per l’Afghanistan Kabulov, nonché l’ambasciatore russo a Kabul, Dmitry Zhirnov, avevano speso parole positive nei confronti del gruppo, anche a discapito del precedente governo di Ashraf Ghani. In particolare, l’ambasciatore russo a Kabul ha definito “costruttivi” e “positivi” i colloqui bilaterali con i talebani del 17 agosto 2021.
Nonostante ciò, il ministro degli Affari Esteri russo, Sergey Lavrov, aveva annunciato, lo stesso 17 agosto, che la Russia non si sarebbe affrettata nel riconoscere a livello internazionale il nuovo governo talebano. Il ministro degli Esteri di Mosca aveva quindi esortato l’Emirato Islamico ad avviare “un dialogo nazionale inclusivo, formato da tutte le forze politiche” in campo. Nonostante una progressiva apertura al governo di Kabul, è importante specificare che il Cremlino rimane diffidente nei confronti dell’estremismo islamista, a causa del timore che tali ideologie si diffondano nei Paesi vicini. Al fine di contenere questa minaccia, la Russia ha aumentato la propria presenza militare in Tagikistan.
Intanto, a quasi 5 mesi dalla conquista di Kabul da parte dei talebani, l’Afghanistan deve affrontare una grave carestia e la mancanza diffusa dei beni di prima necessità, accompagnata da una costante crisi di liquidità, con lo Stato che non riesce a pagare gli stipendi da mesi e la siccità che contribuisce ad affamare la popolazione. Le conseguenze sono estremamente difficili e le Nazioni Unite parlano di una “catastrofe umanitaria” in corso in Afghanistan.
Oggi, le posizioni delle grandi potenze riguardo ad un possibile riconoscimento del governo talebano a Kabul sono disparate. Allineata con la Cina, la Russia è favorevole a dichiarare legittimo l’esecutivo ad interim. Invece, la Commissione Europea chiede maggiori garanzie riguardanti la sicurezza nazionale ed internazionale e la tutela dei diritti delle minoranze e delle donne. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno sottolineato in diverse occasioni che il governo talebano verrà giudicato sulla base delle sue azioni.
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