Afghanistan, tornano ad incontrarsi funzionari americani e talebani
Gli Stati Uniti non si curano della situazione in cui hanno lasciato la popolazione afghana e secondo i loro interessi riprendono i colloqui con i talebani dicendo che ‘la cooperazione con i talebani sull’antiterrorismo “un lavoro in corso”. ‘
Rai News, 9 ottobre 2022
Prima volta dall’uccisione di Al-Zawahiri
L’incontro a Doha, nel Quatar
Per la prima volta da fine luglio, quando il leader di Al-Qaeda Ayman al-Zawahiri venne ucciso a Kabul dagli Stati Uniti, due alti funzionari dell’amministrazione Biden hanno incontrato un leader talebano.
Il vicedirettore della CIA David Cohen e il negoziatore del Dipartimento di Stato Tom West hanno incontrato a Doha nel Qatar il capo dell’intelligence talebana, Abdul Haq Wasik. La CIA e il Dipartimento di Stato non hanno commentato ufficialmente l’incontro.
Gli accordi di Doha, che risalgono al febbraio 2020 prevedevano, tra l’altro un percorso di colloqui ad alto livello tra Washington e Kabul. Gli Stati Uniti avevano però interrotto i colloqui diretti con il partito al potere in Afghanistan accusando i talebani di una “chiara e palese violazione dell’accordo di Doha”, in base alla quale i gli stessi talebani non avrebbero ospitato terroristi se le forze statunitensi si fossero ritirate dall’Afghanistan, cosa che gli Usa hanno fatto nell’agosto 2021. Gli Stati Uniti avevano accusato i leader talebani della rete Haqqani di sapere dove si trovasse Zawahiri e di continuare a proteggerlo.
Nell’agosto scorso, la Casa Bianca ha interrotto il trasferimento di 3,5 miliardi di dollari – parte del denaro del governo afghano che era stato congelato nelle banche americane – ai Talebani, anche se da allora, gli Stati Uniti hanno continuato a impegnarsi con i talebani, compresa la negoziazione del rilascio del cittadino statunitense Mark Fredrichs. Il mese scorso la Casa Bianca ha definito la cooperazione con i talebani sull’antiterrorismo “un lavoro in corso”.
In primo piano c’è la incapacità del regime talebano di contenere le attività terroristiche della formazione dell’Isis-Kohrasan. Caduto l’Afghanistan in mano ai talebani, per l’ala locale dell’Isis la strada obbligata era quella di un rilancio sulla via del radicalismo, a suon di attentati (soprattutto contro la minoranza Hazara, di credo sciita e quindi eretica). Solo la settimana scorsa trentadue persone sono rimaste uccise e oltre 40 ferite in un attentato suicida, in un un centro educativo a ovest di Kabul, in un quartiere a maggioranza musulmana sciita, dove vive la comunità Hazara.
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