Commissione per i diritti umani e altri quattro organi di governo
TAG43 – 17 maggio 2022 – di Camilla Curcio
Visto il debito pubblico e la crisi economica, gli studenti di Dio hanno deciso di tagliare alcuni organismi chiave del precedente esecutivo tra cui la commissione per i diritti umani e l’alto consiglio per la riconciliazione nazionale.
Sono cinque i dipartimenti del governo afghano che i talebani hanno deciso di sciogliere perché eccessivamente dispendiosi a fronte di una crisi economica che sta mettendo in ginocchio il Paese. A finire sotto la tagliola, anche la Commissione per i diritti umani, tacciata di essere superflua e sostituibile.
Perché i dipartimenti sono stati sciolti
Come spiegato nel corso della presentazione del primo bilancio annuale (compilato a partire da agosto 2021, data in cui hanno ufficialmente preso il potere), l’Afghanistan si è trovato a fare i conti con un disavanzo preoccupante, pari a circa 44 miliardi di afghani (più o meno 500 milioni di dollari). Situazione che ha spinto i talebani a operare una serie di tagli, eliminando gli organismi che a loro dire non apportavano contributi indispensabili agli equilibri di potere. «Dalle valutazioni è emerso che il ruolo di questi dipartimenti risulta, a oggi, accessorio e marginale», ha dichiarato al Guardian Innamullah Samangani, portavoce del governo, «proprio per questo, abbiamo scelto di non inserirli nel report di bilancio e di disfarli».
Anche l’Alto consiglio per la riconciliazione nazionale tra le vittime dei tagli
Accanto alla Commissione per i diritti umani, da tempo impegnata a curare la documentazione sui civili che hanno perso la vita nei 20 anni di guerra, a cadere sotto la scure talebana ci sono anche la Commissione preposta a monitorare l’attuazione della legge costituzionale e l’Alto Consiglio per la riconciliazione nazionale. Prima della presa di potere da parte degli studenti di dio, quest’ultimo era presieduto dall’ex capo dell’esecutivo della Repubblica Islamica dell’Afghanistan Abdullah Abdullah e stava lavorando a un accordo di pace tra il governo del presidente Ashraf Ghani (appoggiato dagli Stati Uniti) e gli allora ribelli talebani. «I rendiconti finanziari sono stati redatti a partire da dati e numeri oggettivi», ha aggiunto Samangani, «abbiamo mantenuto solo le commissioni che, nel tempo, hanno continuato a rimanere in attività e a lavorare. In ogni caso, se e quando necessario, si potrà sempre pensare di ripristinare quelle che sono state destituite».
Molti veti, poca moderazione
Il depotenziamento dei cinque dipartimenti è soltanto l’ultima delle misure che i talebani hanno imposto al Paese. Pur avendo assicurato al mondo che avrebbero mantenuto un modus operandi moderato, i provvedimenti adottati fino a ora dicono esattamente il contrario. Basti pensare a quelli rivolti alle donne: dall’esclusione delle ragazze dal sistema scolastico secondario e universitario all’obbligo di indossare il burqa nei luoghi pubblici, fino al divieto di viaggiare da sole su lunghe distanze.
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