Crisi donne afghane: duro botta e risposta Onu-Usa
FarodiRoma, 27 aprile 2022, di Maria Anna Goni
Reuters scrive che un report delle Nazioni Unite attribuisce la sofferenza delle donne in Afghanistan alle autorità dello Stato Islamico, ma anche al congelamento dei beni imposto dagli Usa, che sta contribuendo a questa situazione.
Le Nazioni Unite e i governi stranieri, Washington inclusa, hanno condannato le decisioni dell’Emirato islamico in materia di diritti delle donne, come l’istruzione vietata alle ragazze dopo agosto 2021, tuttavia la nota di 14 esperti indipendenti dei diritti delle Nazioni Unite ha anche ritenuto il governo degli Stati Uniti responsabile di aver peggiorato la vita delle donne afghane bloccando miliardi di dollari della banca centrale, somme destinate in grande parte agli aiuti del Paese.
“Sebbene la violenza di genere sia stata una minaccia grave e di lunga data per donne e ragazze, è stata esacerbata dalle misure imposte dagli Stati Uniti” si legge nel comunicato.
Un portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha parlato di “gravi errori” nella nota ed ha negato che le azioni statunitensi abbiano aumentato le difficoltà affrontate dalle donne afghane sotto il dominio dei talebani. La dichiarazione afferma anche che “l’allargamento della discriminazione di genere” dell’Emirato islamico è responsabile della riduzione dei diritti delle donne.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano ha affermato che l’azione di febbraio di sbloccare parte delle risorse decisa da Biden ha facilitato, non bloccato, l’accesso a una parte significativa delle riserve della Banca centrale afgana. “Se non avessimo intrapreso alcuna azione, tutte le riserve sarebbero state inaccessibili a tempo indeterminato”, ha affermato il portavoce.
Gli esperti delle Nazioni Unite nominati dal Consiglio per i diritti con sede a Ginevra hanno affermato che “una applicazione eccessiva delle sanzioni, impedisce al popolo afghano di accedere ai beni umanitari di base”.
Il funzionario statunitense ha ribattuto che le sanzioni prevedevano “esplicite esenzioni per l’assistenza vitale”.
Secondo la legge internazionale sui diritti umani, i governi hanno l’obbligo di garantire che le loro attività non si traducano in violazioni dei diritti, afferma ONU. Gli esperti hanno formalmente trasmesso le loro preoccupazioni e raccomandazioni al governo degli Stati Uniti 60 giorni fa, ha affermato un funzionario delle Nazioni Unite, ma non hanno ancora ricevuto risposta.
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