L’Iran richiama l’inviato afghano a Teheran
Sicurezzainternazionale.luiss.it Camilla Canestri 12 aprile 2022
Il 12 aprile, l’Iran ha convocato l’inviato afghano a Teheran per discutere degli attacchi subiti il giorno precedente dalle missioni diplomatiche iraniane in Afghanistan.
Il Ministero degli Esteri iraniano ha convocato l’incaricato d’affari afghano per protestare contro gli attacchi dell’11 aprile all’ambasciata iraniana a Kabul e al consolato iraniano a Herat, dove le proteste sono diventate aggressive. A Herat, i manifestanti afghani hanno colpito il consolato con pietre. Il Ministero ha chiesto che i nuovi governanti del Paese, i talebani, forniscano alle missioni iraniane la massima sicurezza. Le rappresentanze iraniane hanno interrotto le loro operazioni dopo gli attacchi per poi riprendere il 12 aprile. Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha affermato che i talebani devono fare di più per garantire la sicurezza delle missioni iraniane.
Un video di Associated Press ritraeva i manifestanti che davano fuoco ai cancelli del consolato a Herat e cantavano “Morte all’Iran!” mentre la polizia cercava di disperderli sparando in aria. Il video mostrava anche manifestanti radunati presso l’ambasciata iraniana a Kabul.
Tali azioni sono arrivate dopo che, nelle ultime settimane, sui social media, sono stati pubblicati video non verificati che mostrano rifugiati afghani torturati in Iran, innescando un sentimento di rabbia in molti afghani. Teheran ha però negato le accuse ricevute.
L’Iran ospita circa 4 milioni di rifugiati afghani, tra i quali un milione sono arrivati dopo che i talebani hanno preso il potere. La scorsa settimana, il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, aveva affermato che il numero di afgani in Iran è salito a 5 milioni, da quasi 4 milioni prima che i talebani prendessero il potere lo scorso agosto.
In particolare, il 15 agosto scorso, i talebani si sono insediati nella capitale afghana Kabul, annunciando la rinascita dell’Emirato islamico e la fine della guerra in Afghanistan. Nel giro di poche settimane, il gruppo ha preso il controllo sul Paese conquistando gran parte dei suoi capoluoghi provinciali, spesso senza incontrare resistenza. Una volta che i talebani sono giunti alle porte di Kabul, il 15 agosto, l’allora presidente del governo dell’Afghanistan appoggiato dall’Occidente, Ashraf Ghani, ha lasciato il Paese per recarsi negli Emirati Arabi Uniti. Il successivo 31 agosto, poi, le truppe statunitensi hanno concluso il loro ritiro dall’Afghanistan. Il 7 settembre successivo, i talebani hanno quindi annunciato un nuovo governo ad interim per l’Afghanistan, con il mullah Mohammad Hassan Akhund come primo ministro e il mullah Abdul Ghani Baradar, co-fondatore del gruppo, come suo vice.
Fino al 31 agosto, più di 120.000 afghani e persone con doppia nazionalità sono stati evacuati. Molti altri sono ancora nel Paese e stanno cercando di andarsene, temendo di essere presi di mira dai talebani in quanto “collaboratori”. Da quando i talebani hanno preso il controllo di Kabul, l’Afghanistan è precipitato in una crisi economica, spingendo anche coloro che non hanno legami con il precedente regime a cercare di andarsene.
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