2024: sarà ancora fame per i bambini afghani
Save the Children: “In Afghanistan nel 2024 un bambino su tre soffrirà la fame a livelli critici”, secondo i nuovi dati pubblicati dall’Ipc
AGENSIR, 15 dicembre 2023
Quasi 8 milioni di bambini in Afghanistan – ovvero uno su tre – inizieranno il nuovo anno affrontando livelli di fame critici: le condizioni climatiche sempre più rigide infatti minacciano le comunità già messe a dura prova dalla siccità, dai terremoti e dalle difficoltà economiche.
Lo dichiara oggi Save the Children, evidenziando che i nuovi dati pubblicati dall’Ipc, il sistema di classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare, prevedono un aumento del numero di persone che affronteranno livelli di crisi o di emergenza alimentare in Afghanistan durante i mesi invernali, sebbene la situazione sia migliorata rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Secondo le stime, 15,8 milioni di persone – più di un terzo della popolazione del Paese – saranno costretti a fronteggiare una crisi alimentare acuta prima del marzo 2024. Quasi la metà di questi, ovvero 7,8 milioni, sono bambini. Durante l’inverno, le opportunità di lavoro si riducono e i prezzi di cibo e carburante aumentano, secondo la classificazione Ipc.
Il Paese, sottolinea l’Ong, deve anche far fronte al crescente numero di afghani che ritornano dal Pakistan e dall’Iran. Circa 460.000 persone sono rientrate in Afghanistan da settembre, dopo che il Pakistan ha intimato agli stranieri privi di documenti di lasciare il Paese, e altre 345.000 sono rientrate dall’Iran, secondo le autorità di fatto del Paese.
“Si stima che, nel 2024, 7,8 milioni di bambini non avranno abbastanza da mangiare, ha dichiarato Arshad Malik, direttore di Save the Children in Afghanistan, rilevando che “la fame, unita al freddo pungente in gran parte dell’Afghanistan, creerà una situazione di grave pericolo per i bambini. I loro bisogni nutrizionali devono essere soddisfatti. Gli aiuti umanitari insufficienti mettono a rischio vite umane ogni giorno che passa”.
“Oltre agli aiuti umanitari immediati per soddisfare le esigenze di base, abbiamo bisogno di sforzi concertati per affrontare le cause alla radice di questa crisi alimentare, che è determinata da una combinazione di cambiamenti climatici, instabilità economica, mancanza di lavoro e prezzi elevati dei prodotti alimentari”, ha aggiunto: “L’Afghanistan sta vivendo una catastrofe dopo l’altra: inondazioni, terremoti e siccità hanno sradicato le vite dei bambini.
Il Paese sta ora affrontando l’ulteriore pressione di centinaia di migliaia di persone che ritornano dal Pakistan e dall’Iran. Il 2024 deve essere un anno migliore per i bambini afghani. La comunità internazionale deve riprendere i programmi di sviluppo per soddisfare i bisogni di base e sostenere la ripresa dell’economia afghana”.
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