it.euronews.com 7 gennaio 2023
Nonostante le richieste di non riconoscere il governo dei talebani per le violazioni dei Diritti Umani e delle Donne, la Cina le ignora e punta a fare affari con i banditi col turbante.
Firmato un contratto tra il governo provvisorio talebano e una società cinese, per l’esplorazione e l’estrazione di petrolio intorno al fiume Amu, nel nord dell’Afghanistan. Primo importante investimento straniero da quando i Talebani hanno preso il potere a Kabul nel 2021, riguarderà un’area di 4500 chilometri quadrati nelle province di Juzjan, Faryab e Ser-i Pol.
Gli investimenti cinesi dovrebbero ammontare a 150 milioni di dollari nel primo anno e a un totale di 540 milioni nei primi 3. Il contratto ha una durata di 25 anni, ma i talebani si riservano la possibilità di rescinderlo qualora la compagnia cinese CAPEIC non onorerà i suoi impegni nei primi 12 mesi.
L’iniziativa si inserisce nel quadro di importanti sforzi diplomatici talebani per intensificare gli scambi commerciali con la Cina. Principale auspicio in tal senso è la trasformazione del corridoio di Wuhan, che parte dalla provincia settentrionale del Badakhshan, in florida via commerciale.
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