La Russia ha espresso sostegno all’Afghanistan dopo la conferenza di Samarcanda
II 13 aprile scorso si è tenuta a Samarcanda una conferenza dei paesi confinanti con l’Afghanistan per discutere la situazione del paese. Dalle dichiarazioni dei vari paesi presenti emerge che come sempre la situazione delle donne è il pretesto per far credere di migliorare la loro condizione facendo pressione sui talebani e nel contempo fare accordi con loro. Come sempre però pensiamo che i vari conflitti mondiali, dalla fuga dei paesi occidentali dall’Afghanistan alla guerra in Ucraina, sia solo il modo nel gioco geopolitico mondiale di avere più controllo e potere.
nanopress, 16 aprile 2023, di Letizia De Rosa
L’Afghanistan sta vivendo un momento molto particolare che lo vede contrapposto all’Occidente, a causa della posizione autoritaria assunta dal governo talebano a seguito del ritorno al potere nell’agosto del 2021 ma, attualmente, si nota un avvicinamento delle nazioni mediorientali al governo talebano con la presenza della Russia, che sta generando un sostegno alternativo a quello delle nazioni occidentali puntando anche all’astio che le accomuna le due Nazioni.
La conferenza di Samarcanda ha visto la partecipazione di diversi paesi che hanno deciso di discutere la situazione dell’Afghanistan e spingono sul fatto che i talebani creino un nuovo governo seguendo la guida delle loro istituzioni alleate,che sono disposte a sostenere in diversi ambiti il governo dei talebani e la sua rinascita.
Le opinioni emerse dalla riunione, che ha discusso del futuro delle autorità afghane, sono state positive da parte dei membri, che hanno manifestato entusiasmo nella ripresa dei rapporti con Kabul.
Le autorità in Afghanistan stringono nuove alleanze
Il ministero degli Esteri afghano ha spiegato che i Paesi che hanno dimostrato vicinanza durante la conferenza di Samarcanda, chiedono e sottolineano la necessità di istaurare buone relazioni con le autorità talebane.
Zia Ahmad Takal, vice portavoce del ministero degli affari Esteri afghano, ha precisato inoltre che: “anche i paesi coinvolti nella conferenza hanno chiesto il miglioramento della cooperazione bilaterale.”
Ha sottolineato inoltre che: “Questa conferenza è stata molto efficace, durante la quale si è discusso della cooperazione bilaterale, della situazione politica e (delle visite bilaterali). È stato raggiunto un accordo sul fatto che i paesi vicini dovrebbero avvicinarsi e condividere le loro opinioni”.
Stando a quanto afferma il portavoce il ministro degli Esteri Amir Khan Muttaqi ha avuto modo di negoziare il rilascio di 200 prigionieri afgani detenuti in Iran con il ministro degli Esteri di Teheran Abdollahian.
A seguito dell’incontro di Samarcanda è stato tenuto dai due funzionari un colloquio che ha portato alla decisione finale che prevede la scarcerazione dei detenuti.
Il portavoce Takal ha spiegato che: “La situazione dei detenuti afgani in Iran è stata discussa con l’Iran e le due parti hanno raggiunto un accordo sulla cancellazione di 200 detenuti afghani condannati a morte”.
Attaullah Khogianai, rifugiato afghano in Iran, ha dichiarato: “Spero che ci sarà un coordinamento in vari modi in modo che la situazione dei rifugiati afgani in Iran possa svilupparsi e prevenire i maltrattamenti nei confronti dei rifugiati afgani”.
Gli analisti politici hanno affermato che questa riunione ha generato un meccanismo positivo e di supporto che riuscirà a portare beneficio anche nei rapporti bilaterali tra Afghanistan e Uzbekistan.
L’analista politico Sayed Bilal Fatimi ha riferito in merito che: “I paesi partecipanti hanno offerto condizioni per l’Emirato islamico. Se l’Emirato islamico soddisferà queste condizioni, si riaprirà la strada per il riconoscimento dell’Emirato islamico”.
Sottolineando che: “Questi paesi vogliono garantire i diritti delle persone e la formazione di un governo inclusivo per porre fine alla crisi in Afghanistan”.
La conferenza ha trattato temi come la formazione da parte dei talebani di un governo inclusivo, che riesca a portare equilibrio e pace creando stabilità in Afghanistan.
Anche la Russia ha avuto un ruolo fondamentale appoggiando il sostegno all’Afghanistan e ha così spianato una nuova, o meglio ritrovata, alleanza, che vede una linea comune contrapposta a quella occidentale, che rappresenta un’opportunità per Mosca di espandere la propria influenza, distaccandosi e distaccando gli alleati dalla dipendenza occidentale.
Le parole di Lavrov in merito al governo afghano
Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha dichiarato che per poter riconoscere ufficialmente il governo attuale in Afghanistan è necessario istituire un governo inclusivo, che si ponga come obbiettivo il rispetto dei diritti femminili e questa sembra essere una clausola essenziale.
Il ministro di Mosca è intervenuto durante la conferenza di Samarcanda che si è tenuta nel formato CA5+Russia e ha spiegato che: “è necessario mantenere relazioni diplomatiche tra i paesi confinanti con l’Afghanistan e l’attuale governo afghano.”
Precisando: Questo sarà ovviamente un passo importante verso il riconoscimento ufficiale, non solo il riconoscimento de facto della leadership talebana, ma anche il riconoscimento de jure del nuovo governo afghano.”
Ha aggiunto poi che: “È anche di fondamentale importanza affrontare la questione del diritto di voto e dei diritti all’istruzione per donne e ragazze affinché questi problemi (di inclusività) vengano risolti più rapidamente“.
Quello avvenuto il 14 aprile in Uzbekistan nella città di Samarcanda è stato il sesto incontro ed erano presenti il ministro degli Esteri della Russia Lavrov, il vice primo ministro e ministro degli esteri kazako Nurtleu, il ministro degli esteri del Kirghizistan Kulubaev, il ministro degli esteri del Tagikistan Muhriddin, il vice primo ministro e ministro degli esteri del Turkmenistan Meredov e il ministro degli esteri ad interim dell’Uzbekistan Saidov.
Lavrov ha dichiarato che la riunione ha rivelato accordi tra le parti e che: “Quasi tutti siamo unanimi sulla necessità di mantenere e sviluppare i contatti con il governo talebano, che, nonostante l’indebolimento della sua posizione a causa della crescente minaccia terroristica, mantiene ancora il potere, mantiene il controllo del Paese”.
Riferendosi alle autorità in Afghanistan gli analisti hanno sostenuto che: “L’Emirato islamico dovrebbe accettare i consigli dei ministri degli Esteri dei paesi vicini e rispettare i diritti umani e delle donne”.
Il ministro Lavrov ha anche però esternato la sua preoccupazione in merito all’aumento di gruppi terroristici che continuano a minacciate l’Afghanistan.
Ha sottolineato anche che: “I terroristi, non solo Daesh ma anche altre organizzazioni stanno aumentando. Ci sono ragioni per cui i nostri amici occidentali sono coinvolti nell’incoraggiare atti terroristici”.
Zabihullah Mujahid, portavoce dell’Emirato islamico, ha affermato che è: “vantaggioso per tutti i soggetti coinvolti mantenere le relazioni nel contesto della cooperazione economica e politica dei paesi regionali e vicini.”
Le autorità afghane hanno spesso dichiarato l’importanza della lotta al terrorismo ma anche quella di difenderlo dall’utilizzo del territorio da parte di altri Stati.
Mujahid ha aggiunto: “Ai paesi è stato assicurato che il suolo dell’Afghanistan è sicuro e stabile e la collaborazione dovrebbe aver luogo con questa stabilità e sicurezza. La politica dell’Emirato islamico dell’Afghanistan è stata ribadita secondo cui nessuno sarà danneggiato dal suolo afghano”.
Una chiara opposizione alle nazioni occidentali e alle loro imposizioni internazionali che lega Mosca e Kabul, proprio mentre le nazioni occidentali si scagliano contro il governo dei talebani che ha privato di ogni diritto le donne e le rilega ai margini della società, vietano anche istruzione e possibilità di lavorare.
Se da questo lato le imposizioni dei sostenitori del governo afghano a Samarcanda potrebbe portare a un miglioramento delle condizioni di vita delle donne afghane, dall’altro allarma a causa dell’astio condiviso da Kabul e Mosca nei confronti delle autorità occidentali che è aumentato in maniera repentina negli ultimi mesi.
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