Le autorità talebane de facto devono porre fine alla spietata repressione del dissenso
Una dichiarazione congiunta dell’”Alleanza per i diritti umani in Afghanistan”
ASA 11/6722/2023, 26 aprile 2023
Noi sottoscritti esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione per il sistematico giro di vite dei Talebani verso il dissenso e per la crescente repressione dei difensori dei diritti umani in Afghanistan. Questa continua repressione delle voci critiche è aumentata in termini di portata e scala, con un effetto spaventoso che mira a soffocare l’esercizio del diritto alla libertà di espressione nel Paese.
Morteza Behboodi, giornalista arrestato a gennaio, Sayed Mohammad Hosseini, fondatore della fondazione artistico-culturale Voice of the Countryman, arrestato a marzo, Matiullah Wesa, attivista di spicco nel campo dell’istruzione, arrestato a marzo, e Kazem Amini, scrittore e poeta arrestato ad aprile, sono ancora detenuti arbitrariamente al momento della pubblicazione di questa dichiarazione.
Secondo i media e i familiari di Wesa, non è stato permesso loro di visitare l’attivista e non ci sono state possibilità di contestare la legalità della sua detenzione. Tra coloro che sono detenuti arbitrariamente il portavoce dei Talebani ha confermato solo l’arresto di Wesa, sostenendo che fosse coinvolto in “attività illegali”.
Questi recenti arresti e detenzioni si inseriscono in un contesto di diffusa repressione e attacchi alla società civile afghana. Dall’agosto 2021 i Talebani hanno ripetutamente condotto incursioni negli uffici di organizzazioni non governative (ONG), arrestato decine di difensori dei diritti umani, detenuto arbitrariamente manifestanti pacifici, sottoposto a torture e maltrattamenti, vietato il lavoro alle donne impegnate in ONG nazionali e internazionali e proceduto alla chiusura di decine di organi di informazione. In assenza di un quadro giuridico chiaro e di un sistema giudiziario funzionante, le persone colpite non hanno alcun mezzo per difendere i propri diritti.
Costituiscono un chiaro atto di rappresaglia contro coloro che esprimono opinioni dissenzienti sui social media, protestano pacificamente contro le politiche e le pratiche draconiane dei talebani, in particolare quelle riguardanti il diritto all’istruzione delle donne e delle bambine, e si impegnano con la comunità internazionale e i dispositivi delle Nazioni Unite per i diritti umani, oltre a essere membri attivi di organizzazioni per i diritti umani. Queste azioni sistematiche e illegali per mettere a tacere le critiche al governo dei Talebani stanno esacerbando le violazioni dei diritti umani in Afghanistan e devono cessare immediatamente.
Pertanto, i membri dell’Alleanza per i diritti umani in Afghanistan chiedono alle autorità talebane de facto di:
– Rilasciare immediatamente e senza condizioni tutte le persone arbitrariamente detenute solo per aver esercitato i loro diritti alla libertà di espressione, alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di associazione.
– Rendere immediatamente noto il luogo in cui si trovano i detenuti e garantire che le persone arrestate o detenute siano trattenute in luoghi ufficiali di detenzione e che le loro famiglie e i loro avvocati possano incontrarli e siano pienamente informati sulla loro posizione in ogni momento.
– Garantire che le persone arrestate e detenute siano protette dalla tortura e da altri maltrattamenti, compresa la detenzione in isolamento prolungata e indefinita.
– Garantire che tutte le persone detenute siano trattate in linea con le Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri, anche consentendo l’accesso regolare alle visite dei familiari e a un avvocato di loro scelta, nonché alle cure mediche di cui potrebbero aver bisogno.
Background
Dal ritorno al potere dei Talebani il 15 agosto 2021 le restrizioni ai diritti delle donne, alla libertà dei media e alla libertà di espressione sono aumentate in modo esponenziale. Le istituzioni destinate a sostenere i diritti umani sono state gravemente limitate o chiuse del tutto. I manifestanti pacifici hanno dovuto affrontare arresti arbitrari, torture e sparizioni forzate. I Talebani continuano a condurre impunemente esecuzioni extragiudiziali, arresti arbitrari, torture e detenzioni illegali di supposti oppositori, creando un’atmosfera di paura. La povertà estrema è aumentata, esacerbata dalla perdita degli aiuti esteri, dalle sanzioni, dalla siccità e da altri disastri naturali. Le esecuzioni pubbliche e le fustigazioni sono usate come punizione per reati quali omicidio, furto, relazioni “illegittime” o percepite in violazione delle norme sociali. Continuano a essere introdotte politiche draconiane per attaccare i diritti delle donne. L’Afghanistan è l’unico Paese al mondo in cui alle ragazze è vietato frequentare la maggior parte dell’istruzione scolastica, comprese le scuole secondarie e le università. Quasi tutte le istituzioni create per affrontare la violenza di genere sotto il precedente governo sono state chiuse dai Talebani.
In risposta al deterioramento della situazione in Afghanistan, nel marzo 2022 diverse organizzazioni per i diritti umani si sono riunite per fondare l'”Alleanza per i diritti umani in Afghanistan”, con l’obiettivo di monitorare collettivamente la drammatica situazione dei diritti umani in Afghanistan e sostenerne la protezione e la responsabilità per le violazioni e gli abusi. Attraverso questa alleanza, le organizzazioni aderenti collaborano per la difesa comune, la ricerca, la sensibilizzazione e la mobilitazione, nonché per la documentazione e la denuncia delle violazioni e degli abusi dei diritti umani in Afghanistan.
FIRMATARI
Amnesty International
Front Line Defenders
Freedom House
Freedom Now
Human Rights Watch
MADRE
The World Organisation Against Torture (OMCT)
The International Federation for Human Rights (FIDH)
Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF)
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