LE NAZIONI UNITE NON DOVREBBERO RICONOSCERE IL GOVERNO DEI TALEBANI!LE NAZIONI UNITE NON DOVREBBERO RICONOSCERE IL GOVERNO DEI TALEBANI!
Dichiarazione pubblicata in post da: I simpatizzanti europei del Partito della Solidarietà dell’Afghanistan
28 Aprile 2023
Le donne e gli uomini afghani hanno fortemente protestato contro il discorso tenuto dalla Vice Segretaria Generale delle Nazioni Unite Sig.ra Amina Mohammad durante l’incontro sul tema della situazione in Afghanistan tenutosi presso l’Università di Princeton, New Jersey, il 24 aprile 2023.
Riferendosi all’imminente assemblea dei rappresentanti prevista pochi giorni dopo, la Signora Mohammad ha dichiarato:
“Discuteremo i ‘piccoli passi’ che saranno necessari per riportare il duro regime dei Talebani sulla strada del riconoscimento da parte della Comunità Internazionale, riconoscimento che tuttavia verrà fatto a determinate ‘condizioni’”.
La Vice Segretaria Generale ha inoltre aggiunto: “Ci sono persone che ritengono che ciò non potrà mai accadere, mentre altre affermano che sia possibile. Ovviamente i Talebani vogliono il riconoscimento, e questo è quello su cui possiamo fare leva”.
Tutti gli Afghani, sia quelli che vivono all’interno del Paese sia coloro che si trovano all’estero, sono rimasti ovviamente scioccati da queste parole. La popolazione afghana era già stata molto delusa dal comportamento della Comunità Internazionale dopo l’approvazione dell’accordo di Doha tra gli Stati Uniti e i Talebani da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dei Capi di Stato europei. Questo accordo rappresentava un evidente strumento finalizzato ad aprire la strada alla presa di potere dei Talebani nonché alla consegna della popolazione civile afghana al regime talebano terrorista, oscurato e retrogrado. Le Nazioni Unite erano perfettamente al corrente del regime repressivo attuato dai Talebani durante la loro prima ascesa al potere di alcuni anni fa nei confronti di tutta la popolazione, nonché della politica discriminatoria e delle azioni intraprese contro le donne afghane. La battuta d’arresto da parte di UNAMA nei confronti delle leggi discriminatorie dei Talebani ha notevolmente incrinato la stima delle donne afghane e degli uomini afghani democratici ed istruiti verso questa organizzazione. Come precedentemente evidenziato, il discorso della Sig.ra Amina Mohammad ha creato un alone di sfiducia da parte delle donne afghane verso le Nazioni Unite, considerate finora l’unico organismo internazionale di cui potersi fidare. Le reazioni da parte delle donne e degli uomini afghani, sia all’interno che all’esterno del Paese, sono arrivate a mettere in discussione l’esistenza stessa delle Nazioni Unite, chiedendo l’espulsione di UNAMA dall’Afghanistan. Le spiegazioni del portavoce della Sicurezza Generale delle Nazioni Unite e la risoluzione del Consiglio del 27 aprile 2023 hanno leggermente affievolito queste preoccupazioni. Tuttavia, ancora grandi sono i timori e le paure di essere sacrificati e diventare vittime degli interessi economici e politici delle potenze mondiali.
L’incontro internazionale delle Nazioni Unite sulla situazione in Afghanistan è programmato per il 1° e il 2 Maggio 2023. I simpatizzanti europei del Solidarity Party of Afghanistan (Hambastagi = Partito della Solidarietà dell’Afghanistan), in quanto membri dell’Organizzazione dei Migranti Afghani, esprimono la loro seria preoccupazione in merito al reale rischio che potrebbe compromettere la Carta stessa delle Nazioni Unite, barattando la sicurezza e la salvaguardia di più di 20 milioni di donne afghane a beneficio dei Talebani e di alcune potenze internazionali e regionali che saranno presenti a questo incontro. Milioni di Afghani non mancheranno di monitorare le scelte che faranno le Nazioni Unite: sostenere i principi basilari della propria Carta e i diritti delle donne afghane da una parte, oppure compiacere i Talebani e quei Paesi che ambiscono a mantenere rapporti ufficiali con questi ultimi per i loro interessi nazionali e strategici.
Ci auguriamo sinceramente che le Nazioni Unite sosterranno i principi della loro Carta e si schiereranno al fianco delle donne afghane, discriminate, represse, private dei diritti umani fondamentali e trattate come schiave nel loro Paese.
I simpatizzanti europei del Partito della Solidarietà dell’Afghanistan.
[Trad. a cura di Cisda]
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