La Turchia di Erdogan colpisce i curdi senza badare alle obiezioni di Russia e USA
InsideOver, 27 ottobre 2024 Giuseppe Gagliano
L’attacco aereo della Turchia contro postazioni del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) in Siria e Iraq rappresenta un’ulteriore escalation nella lunga guerra tra lo Stato turco e le forze curde, una lotta che ha implicazioni profonde non solo per la politica interna turca ma anche per la stabilità della regione.
L’operazione turca, avvenuta in risposta all’attentato di Ankara che ha colpito l’azienda aereospaziale Tusas, mostra come la Turchia utilizzi una strategia di forza militare proiettata oltre i propri confini per contrastare la minaccia del PKK, considerato da Ankara e da diversi alleati occidentali come un’organizzazione terroristica. Il bombardamento di almeno 32 obiettivi e l’eliminazione di numerosi combattenti del PKK dimostrano la determinazione del Governo turco a neutralizzare qualsiasi forma di dissidenza curda, non solo entro i propri confini ma anche nelle aree dove il PKK ha basi operative, come il Nord dell’Iraq e la Siria Nord-orientale. Politicamente, questo attacco si inserisce in una strategia più ampia del presidente Recep Tayyip Erdogan, che da anni cerca di consolidare il consenso interno attraverso una politica di sicurezza rigida, facendo leva sulla percezione della minaccia curda per rafforzare il nazionalismo turco.
A livello internazionale, le azioni della Turchia suscitano tensioni con le forze curde presenti in Siria, che sono sostenute dagli Stati Uniti nella loro lotta contro lo Stato Islamico. Tuttavia, queste stesse forze curde sono viste da Ankara come una minaccia esistenziale a causa dei legami con il PKK. La complessità della situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che la Siria e l’Iraq, già indeboliti da anni di guerra civile e da instabilità politica, non sono in grado di controllare completamente il proprio territorio, offrendo al PKK un rifugio sicuro per organizzare operazioni contro la Turchia. Militarmente, l’operazione turca dimostra la capacità di Ankara di condurre operazioni a lungo raggio e di colpire obiettivi con precisione, rafforzando il messaggio che la Turchia non tollererà alcuna attività ostile da parte del PKK, indipendentemente dalla localizzazione geografica delle sue basi.
Tuttavia, tali azioni rischiano di alimentare ulteriormente le tensioni in una regione già estremamente volatile, con il rischio di destabilizzare ulteriormente le relazioni tra la Turchia e i suoi vicini, così come con i partner internazionali, inclusi gli Stati Uniti e la Russia. In questo contesto, la campagna militare turca potrebbe anche generare critiche da parte di organizzazioni internazionali per il suo impatto sui civili e per le potenziali violazioni del diritto internazionale, ma Ankara sembra determinata a portare avanti la sua strategia senza tenere conto delle pressioni esterne.
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