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“Rigenerare” Kabul, demolendo le proprietà delle minoranze

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Le immagini satellitari rivelano la portata del brutale programma di “riqualificazione” avviato dai talebani nella capitale dell’Afghanistan. Demoliti almeno 50mila metri quadrati di proprietà appartenenti a minoranze etniche

Davide Bartoccini, Il Giornale, 1

Un’indagine che si sta avvalendo di immagini satellitari e video diffusi sui social media rivela la vera portata del brutale programma di “riqualificazione” urbana avviato dai talebani a Kabul, dove sono stati demoliti almeno 50mila metri quadrati di proprietà appartenenti a minoranze etniche in un’ondata di devastazione che potrebbe essere paragonata a quella inflitta da un potente terremoto.

Secondo quanto riportato in esclusiva dal The Guardian, nella capitale afghana migliaia di persone sono rimaste senza casa in seguito alla decisione dei talebani di completare un ambizioso piano di riqualificazione che non ha tenuto minimamente conto delle proprietà di alcune minoranze etniche che sono rimaste e rimarranno senza una casa.

Questa radicale campagna di riqualificazione avviata dai talebani che sono tornati al potere nel 2021 dopo la rovinosa ritirata del Contingente internazionale, punterebbe a “modernizzare la capitale storica dell’Afghanistan“, ma sta avendo un impatto brutale sulle comunità più vulnerabili e su quella fascia di popolazione più povera che è costrette a vivere in delle bidonville. Secondo quanto riportato, nei sei distretti più colpiti sono stati demoliti almeno 12 acri di proprietà residenziali. Almeno tre di queste aree erano popolate esclusivamente da comunità di minoranza Hazara. Altre due erano popolate dalla minoranza Tagiki. Il più colpito è stato il distretto 13 di Kabul, un’area prevalentemente Hazara.

Queste due minoranze etniche sono costrette ad assistere alla demolizione incondizionate delle loro proprietà senza alcuna soluzione per un reinsediamento. Ancora più gravi sono le testimonianze che raccontano di demolizioni avvenute mentre le persone erano ancora all’interno delle loro abitazione. Ciò ha provocato la morte di diversi anziani e bambini.

Diversi gruppi per i diritti umani stanno inoltre denunciano come e quanto lo sconsiderato piano di riqualificazione dei talebani stia pesando soprattutto sulle donne, che sono particolarmente vulnerabili dopo lo sfratto dal momento che non possono far valere i propri diritti in mancanza di un uomo nella propria famiglia. Le donne non hanno il permesso di accedere agli uffici comunali di Kabul “senza un tutore maschio che le accompagni“, in ottemperanza alle regole di segregazione imposte dai talebani.

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