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Madrid, 8 e 9 ottobre 2025: la parola strappata al buio

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lalettrehebdo.com 10 ottobre 2025

A Madrid, le voci soffocate dell’Afghanistan hanno trovato uno spazio per essere ascoltate. Il Tribunale popolare per le donne dell’Afghanistan, tenutosi l’8 e il 9 ottobre, ha rivelato ciò che molti vorrebbero ignorare: la realtà quotidiana di un regime che ha fatto dell’esclusione e della violenza sistematica il suo modo di governo.
In questo secondo giorno, testimonianze e richieste fanno luce su crimini raramente menzionati. Il procuratore Benafsha Yaqoobi ha descritto l’abbandono totale dei disabili, privati delle cure e dei diritti fondamentali. L’attivista Hoda Khamosh ha ricordato minacce, repressione sanguinosa, brutalità contro le donne manifestanti. Orzala Nemat ha nominato, uno per uno, i principali funzionari talebani, sottolineando l’estrema centralizzazione del potere. Infine, il diritto alla salute delle donne è stato presentato come un campo di battaglia invisibile, dove divieti e carenze di medici condannano migliaia di afghani a soffrire in silenzio.
Oltre un centinaio di organizzazioni della società civile hanno salutato la corte come un passo “storico”, chiedendo all’Unione Europea e alla Spagna di agire senza calcoli politici, proteggere i testimoni e perseguire i responsabili. Questo processo civile non ha valore giuridico vincolante, ma costituisce un archivio morale e politico, un passo essenziale per documentare i crimini contro l’umanità e preparare, domani, i meccanismi della giustizia internazionale.
L’Afghanistan oggi non è solo una tragedia lontana. È un test per il diritto internazionale e per la nostra coscienza collettiva. Le donne afghane pagano il prezzo più alto, ma si rifiutano di tacere. Madrid è stata, nel giro di due giorni, la scatola di risonanza delle loro lotte.

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